Last Updated on 9 Dicembre 2024 by Samuele Corona
Oliver Sacks, il celebre neurologo e scrittore, ha descritto apertamente le sue esperienze con LSD e anfetamine, esplorandone l’impatto sulla sua vita personale, professionale e sulla comprensione della mente umana.
Durante gli anni ’60, Sacks ha sperimentato con sostanze psichedeliche e stimolanti, spinto da curiosità scientifica e personale, cercando di comprendere meglio i fenomeni neuropsichiatrici e le percezioni sensoriali alterate.
Attraverso l’uso dell’LSD, Sacks ha esplorato stati di coscienza che gli hanno permesso di empatizzare più profondamente con i suoi pazienti.
Ad esempio, descrive come l’esperienza di distorsioni temporali e visive gli abbia dato intuizioni sui sintomi riferiti da chi soffre di emicranie o di sindromi neurologiche, come la sindrome di Charles Bonnet. Ha riconosciuto che tali esperienze gli hanno fornito un linguaggio per connettersi meglio con chi viveva queste condizioni (Faces & Voices of Recovery).
Parallelamente, l’uso di anfetamine ha avuto un impatto diverso: sebbene inizialmente le abbia associate a una maggiore creatività e produttività, ha poi affrontato gli effetti negativi della dipendenza e del loro abuso.
Sacks, che in quel periodo scriveva molto, ha successivamente attribuito parte della sua capacità narrativa all’influenza delle sostanze, ma ha anche criticato il loro ruolo nella sua vita, definendole un’arma a doppio taglio (Department of Psychiatry Oxford).
Questi esperimenti personali, pur controversi, riflettono il contesto culturale e scientifico degli anni ’60, quando molti ricercatori erano interessati al potenziale terapeutico degli psichedelici. Sacks ha continuato a riflettere su questi temi con un misto di rimpianto e gratitudine, enfatizzando il valore delle esperienze nel suo percorso come medico e scrittore.
L’LSD (dietilammide dell’acido lisergico), sintetizzato per la prima volta nel 1938, divenne famoso negli anni ‘60 per i suoi effetti psichedelici, in grado di alterare profondamente la percezione della realtà. *Leggi anche: Timothy Leary | Lo psicologo psichedelico che voleva curare con l’LSD.
Per Oliver Sacks, l’LSD offrì una finestra su mondi mentali che non aveva mai immaginato. Egli descrisse le sue esperienze con l’LSD come un’apertura verso dimensioni alternative della coscienza, simili a quelle che i suoi pazienti, affetti da varie condizioni neurologiche, potevano sperimentare in modo spontaneo.
Secondo Sacks, l’LSD gli permise di comprendere meglio ciò che significava vivere con percezioni alterate, qualcosa che molti dei suoi pazienti affrontavano quotidianamente a causa di condizioni come la schizofrenia, le allucinazioni visive e uditive, o le distorsioni percettive derivanti da danni cerebrali.
La sua esperienza gli fornì una prospettiva interiore su come la mente umana potesse trasformarsi, il che arricchì notevolmente il suo lavoro clinico. “Potevo vedere le cose come i miei pazienti, almeno in parte”, scrisse Sacks.
Questa consapevolezza non fu soltanto intellettuale, ma anche emotiva: riuscì a sviluppare una maggiore empatia per coloro che vivevano quotidianamente in mondi percepiti in modo diverso.
L’esperienza con l’LSD portò anche Sacks a riflettere su questioni filosofiche profonde: la natura della realtà, il confine tra sanità mentale e follia, e il ruolo della chimica cerebrale nella costruzione della nostra identità.
Il viaggio psichedelico lo avvicinò a domande esistenziali riguardanti la coscienza e la soggettività, spingendolo a interrogarsi su quanto di ciò che percepiamo sia “reale” e quanto sia costruito dal nostro cervello.
Anfetamine: la dipendenza e la compulsione
Diversamente dall’LSD, che Sacks usava occasionalmente come strumento di esplorazione, le anfetamine divennero per lui una dipendenza pericolosa. Durante gli anni ‘60, Sacks sperimentò con anfetamine per migliorare la sua concentrazione e produttività.
Gli effetti stimolanti delle anfetamine gli permettevano di lavorare per lunghe ore senza stancarsi, e in quel periodo riuscì a scrivere un volume straordinario di appunti e osservazioni scientifiche.
- Leary, Timothy(Autore)
Tuttavia, come lui stesso ammise, questa fase di iperattività creativa ebbe un costo elevato. Le anfetamine non solo stimolavano la sua mente, ma lo portavano anche a stati di delirio e paranoia.
Sacks ha raccontato di come le sue esperienze con queste droghe lo abbiano portato a credere di poter parlare con i suoi idoli scientifici morti, come Sigmund Freud e Charles Darwin, in un crescendo di allucinazioni e illusioni grandiose. In un episodio famoso, Sacks credette persino di essere in grado di fermare il tempo con la forza del pensiero.
La dipendenza dalle anfetamine non solo minacciava la sua salute mentale, ma anche la sua carriera medica. Riconoscendo i pericoli di questo abuso, Sacks fu costretto a interrompere l’uso di queste sostanze.
Questo momento segnò un punto di svolta nella sua vita: si rese conto che stava rischiando di perdere tutto ciò per cui aveva lavorato, dal suo equilibrio psichico alla sua capacità di praticare la medicina.
Oliver Sacks: Cosa ha scoperto con LSD e anfetamine
Le esperienze con LSD e anfetamine lasciarono segni profondi nella vita e nella carriera di Oliver Sacks. Da un lato, gli insegnarono il potere della chimica cerebrale e come essa potesse trasformare radicalmente la percezione della realtà.
Grazie a queste esperienze, sviluppò una comprensione più profonda dei suoi pazienti e delle loro condizioni, dimostrando un’empatia straordinaria nei confronti di chi viveva ai margini della realtà convenzionale.
Dall’altro lato, Sacks imparò anche i rischi e i pericoli insiti nell’uso incontrollato di sostanze psicotrope. Le anfetamine in particolare lo portarono a confrontarsi con il lato oscuro della dipendenza, mostrando come anche una mente brillante potesse essere inghiottita dalle allucinazioni e dalla paranoia.
In sintesi, l’esperienza di Oliver Sacks con LSD e anfetamine fu duplice: da una parte gli fornì uno sguardo unico sulla coscienza e sulla percezione, arricchendo il suo lavoro come neurologo e scrittore; dall’altra lo portò faccia a faccia con i pericoli della dipendenza, insegnandogli il valore della moderazione e della consapevolezza nel trattare con le sostanze psichedeliche.
Grazie alla sua onestà nel raccontare questi episodi, Sacks ha lasciato un’importante testimonianza su come la scienza, la mente e l’esperienza soggettiva siano profondamente intrecciate.
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