La tua mente è invasa da pensieri fissi che assorbono tutte le tue energie?
Ogni cosa che hai tentato per liberartene è stata vana?
Prova con questo semplice esercizio.
La tua mente è invasa da pensieri fissi che assorbono tutte le tue energie?
Ogni cosa che hai tentato per liberartene è stata vana?
Prova con questo semplice esercizio.
Si parla di integrazione delle parti quando si verifica un blocco degli obiettivi, perché una parte di noi punta ad ottenere un risultato e un’altra ne considera un secondo all’apparenza incompatibile con il primo.
Per esempio una parte di te vuole perdere peso, ma l’altra vuole mangiare una torta al cioccolato.
Una parte di te vuole arricchirsi e avere successo, mentre l’altra sembra che riesca sempre a sabotarti proprio quando stai per raggiungere i tuoi traguardi.
Una parte di te vuole rendere felici le persone, mentre l’altra è arrabbiata e piena di risentimento verso il mondo intero.
Devi innanzitutto notare se ti capita di utilizzare espressioni del tipo:
Uno degli errori che si commettono più spesso è l’idea che non “riusciamo” in particolari settori della nostra vita perché ci è mancato qualcosa: la forza ad esempio, la determinazione o il coraggio.
Ma è pur vero che il più delle volte non riusciamo ad ottenere i risultati desiderati proprio perché siamo convinti di essere “mancanti”.
La convinzione di essere “mancanti” ci predispone alla rinuncia e alla sconfitta, di conseguenza ci rassegniamo ai nostri limiti percepiti.
Ben ritrovati,
a distanza di 2 anni l’Apocalisse è nuovamente alle porte.
Di cosa sto parlando?
De I tre giorni di buio che avverranno il 21, il 22 e il 23 dicembre prossimo!
Il nostro cervello è programmato per abituarsi alla ripetitività delle esperienze.
Quando un’esperienza si ripete per un certo numero di volte la parte conscia smette di prestarvi attenzione, la mente delega questa funzione ad un sottosistema che richiede meno energia.
Possiamo fare tutte le cose che facciamo abitualmente come pensare, ascoltare musica, scrivere, guidare l’auto, rispondere alle mail o al cellulare senza l’intervento di una attenzione consapevole, poiché se ne occupa il nostro “pilota automatico” interiore.
Da una parte è utile poiché permette alla nostra “attenzione vigile” di essere disponibile per discernere quelle esperienze che ci segnalano i pericoli, ma d’altra parte un’esistenza dominata dalla “attenzione addormentata” in modalità “pilota automatico” può sembrarci banale e noiosa.