Lo psichiatra viennese Viktor Frankl aveva già iniziato a specializzarsi nella prevenzione dei suicidi e nel trattamento della depressione quando, nel 1942, fu deportato in un campo di concentramento insieme alla moglie, suo fratello e i suoi genitori.
Vi trascorse tre anni, durante i quali subì molti orrori e perdite, e fu l’unico sopravvissuto del suo gruppo.
Nel suo libro Uno psicologo nei Lager (1946), scritto dopo queste esperienze, Viktor Frankl spiega che gli esseri umani hanno due forze psicologiche che permettono di sopportare situazioni dolorose e possibilmente devastanti e di andare avanti: la capacità di decisione e la libertà di atteggiamento.