Quando si tratta di raggiungere un obiettivo, che si tratti di perdere peso, cominciare un programma di attività fisica, diventare una persona organizzata, scrivere il più grande romanzo del secolo, o di qualsiasi altra iniziativa, è sempre la stessa storia.
Sai cosa devi fare e ti applichi per un po’, ma non compi gli sforzi e non ci metti l’attenzione che servirebbero per continuare. Diventi sempre meno motivato, e perdi rapidamente interesse.
Dici a te stesso che in realtà non ti interessava veramente, o che non ne vale la pena, e lasci perdere. “Magari ci riprovo un’altra volta”: è questa la frase che usi per dartela a bere, come hai già fatto tante volte prima d’ora.
Richard Wiseman, docente britannico di psicologia e autore del libro 59 Secondi, ha condotto uno studio su cinquemila persone in cui enuncia i cinque comportamenti utili per raggiungere un obiettivo e i cinque comportamenti che vanno evitati.
Questi cinque comportamenti si sono dimostrati utili dal punto di vista psicologico e del raggiungimento dell’obiettivo.
I 5 comportamenti utili per raggiungere un obiettivo
#1. Impegnarsi pubblicamente
Condividere il proprio progetto con amici, familiari, colleghi aiuta ad impegnarsi a realizzarlo. Gli esseri umani hanno molte più possibilità di mandare in porto qualsiasi cosa se rendono di dominio pubblico le proprie ambizioni.
Cialdini a tal proposito, nel suo famosissimo libro Le armi della persuasione, parla di questa strategia nel capitolo dedicato al Principio di Coerenza. Funziona?
Direi proprio di si, se pensiamo che i militari cinesi della guerra di Corea utilizzando questo stratagemma sono riusciti a convertire diversi prigionieri americani in comunisti.
I militari cinesi convincevano i prigionieri americani ad affermare cose apparentemente innocue, facevano sottoscrivere la dichiarazione e li invitavano a leggerla nei gruppi di lavoro con gli altri prigionieri. Gli americani consapevoli di aver scritto il testo senza coercizione o minacce, modificavano la propria immagine di sé in armonia con il gesto compiuto e con la nuova immagine di “collaboratore rosso” impegnato pubblicamente a supportare le tesi filo-comuniste .
#2. Compiere un passo alla volta
Frazionare il lavoro per renderlo più gestibile riduce il rischio di sentirsi sopraffatti dall’impegno e aumenta le probabilità di ottenere successi parziali lungo il percorso.
Gli astutissimi cinesi sapevano benissimo che non sarebbero riusciti a convertire gli americani da un giorno all’altro neppure sotto tortura, quindi hanno offerto loro un percorso per piccoli passi. Essi inizialmente cercavano di convincere i prigionieri a sottoscrivere frasi inoffensive come ad esempio “ Nei paesi comunisti il lavoro non è un problema” o per forza vere “ Anche negli Stati Uniti vi sono problemi”.
Passo dopo passo gli americani sottoscrivevano ammissioni sempre più compromettenti che giungevano alle orecchie di un pubblico sempre più vasto, grazie anche all’uso della radio, in questo modo hanno raggiunto l’obiettivo; diventare informatori di Mao. In realtà questo era l’obiettivo dei cinesi ma non importa 🙂
#3. Premiarsi lungo il percorso
Ogni volta che si consegue un successo parziale, bisogna festeggiare. Un dolce è ok a meno che l’obiettivo non sia dimagrire. Piccoli premi vanno bene per il nostro scopo.
- Cialdini, Robert B. (Autore)
Anche in questo caso, i nostri amici cinesi erano avanti. Agli americani che raggiungevano un successo parziale durante il loro percorso di conversione maoista veniva consentito di premiarsi. Questi avevano la possibilità di scegliere il loro premio, sigarette, riviste o cose del genere. È chiaro ora qual’era l’obiettivo e di chi?
#4. Registrare i propri progressi
Prendere nota dei propri progressi è utilissimo. Tenere un diario, tracciare il diagramma dell’andamento del progetto sono tutte attività che contribuiscono a concretizzare il progetto, sia ricordando i passi già compiuti con successo, sia aiutando a concentrarsi sul passo successivo. Ovvio che i cinesi disponevano dei mezzi adeguati 😉
#5. Pensare alle migliori cose che potrebbero accadere se raggiungerai il tuo obiettivo
È psicologicamente utile pensare ad una bella giacca col collo mao che si potrà indossare, una volta usciti dal campo di prigionia, ad un banchetto di anatra laccata alla pechinese.
I 5 comportamenti da evitare se vuoi raggiungere un obiettivo
#1. Motivarsi idolatrando qualcuno
In 59 Secondi, Wiseman scrive che chi appende in camera la foto di una modella famosa o di un capitano d’industria, solitamente non riesce a perdere peso o a realizzare le proprie ambizioni imprenditoriali.
#2. Agire in base a motivazioni sbagliate, temere il fallimento o detestare ciò che si sta facendo
Motivarsi pensando alle sofferenze causate dalla smania non placata, o alla disperazione provocata da un eventuale fallimento, non funziona. Questo genere di pessimismo non aiuta a concentrarsi sull’obiettivo e a disciplinarsi.
#3. Reprimere i desideri deleteri
Non si può seguire una dieta rifiutandosi di pensare alle torte alla crema. Più energie si sprecano per reprimere un pensiero e più si alimenta quello stesso pensiero. Non pensare più a un elefante rosa per i prossimi dieci minuti … capito?
- Wiseman, Richard (Autore)
#4. Fantasticare sull’ambizione che si vuole realizzare
Quelli che sognano ad occhi aperti la vita favolosa che faranno una volta raggiunto il proprio obiettivo, hanno meno probabilità di raggiungerlo, perché si concentrano sul successo a cui aspirano e non sul percorso che devono fare per raggiungere un obiettivo e quindi sono colti alla sprovvista da eventuali inghippi a metà strada. Hanno anche più probabilità di restare delusi dalla differenza tra il loro stato attuale e la condizione a cui ambiscono, una volta raggiunta. L’insegnamento che se ne trae è che fantasticare sull’obiettivo è piacevole, ma non è il modo per raggiungerlo.
#5. Affidarsi solo alla forza di volontà
La forza di volontà non è un piano per raggiungere un obiettivo e nemmeno una struttura di sostegno. È importante, ma da sola non conduce alla realizzazione del sogno e può essere fonte di delusione.
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