In tema di leader e leadership esistono numerose teorie e modelli che spaziano dall’attribuire importanza centrale alla personalità del leader, fino a considerare quasi esclusivamente la situazione ambientale in cui si svolge l’azione di leadership, dando spazio al punto di vista dei collaboratori.
In una ricerca è stato chiesto a 100 leader affermati di dare la loro definizione di leadership. Presto si è capito che non stavano descrivendo la leadership ma loro stessi. Ognuno dava per scontato che la propria formula fosse valida universalmente, anche se sappiamo che sono pochi i leader che continuano ad avere successo quando cambiano settore.
Se hai letto le autobiografie di uomini d’affari di successo, vedrai che cadono tutti nella stessa trappola, cioè pensare che la loro visione sia universale. Spesso chi sente il bisogno di scrivere un’autobiografia è una persona fuori dall’ordinario, interessata concelebrazione e a rendersi immortale.
- Hagstrom, Robert G. (Autore)
Alcuni di questi individui possono essere leader eccezionali, ma il problema è proprio questo, il fatto che rappresentano un’eccezione. La maggior parte delle persone non è così e non può aspirare a diventare tale anche se lo volesse.
Neppure nel mondo accademico esiste una prassi scientifica per stabilire che cosa sia la leadership. Esistono infinite ipotesi, ma ognuna di queste può essere smentita. Uno studio ha individuato 26000 articoli accademici sulla leadership, da cui ha tratto 90 variabili. Ma non ha trovato una definizione di leadership, piuttosto ha creato ulteriore confusione.
La definizione di Leadership che funziona meglio nella pratica
La definizione di leadership che funziona meglio nella pratica secondo Jo Owen, autore di vari best seller sul tema della leadership, è quella di Henry Kissinger l’ex segretario di Stato americano. Per Kissinger il leader è: “Qualcuno che conduce le persone dove non sarebbero riuscite ad arrivare da sole”.
Può sembrare una definizione poco entusiasmante, fa notare Owen, ma in realtà è rivoluzionaria perché mette fine al dibattito sulle qualità di un leader; sancisce la differenza fra leader e manager, dimostra che la leadership riguarda le prestazioni, non la posizione.
La definizione di Kissinger impone anche uno standard elevato per la leadership, che spesso neppure i migliori riescono a raggiungere.
Lezioni per leader di Jo Owen
Condurre gli altri dove non sarebbero mai arrivati da soli, spiega Jo Owen, significa esporsi a dei rischi, sfidare il sistema, andare contro alcuni interessi e fare la vera differenza. Non tutti ambiscono a vivere e lavorare così, ma per un vero leader è l’unico modo.
Di seguito 5 lezioni per leader tratte dal libro Miti della leadership di Jo Owen. Owen è un autore di vari best seller sul tema della leadership, co-fondatore di 8 organizzazioni no-profit, fra cui Teach First, la più grande società di selezione per l’impiego dei laureati nel Regno Unito.
La lezione più importante secondo Jo Owen è una lezione di speranza: non è necessario essere perfetti per avere successo. Ecco i 5 consigli pratici di Owen che ti aiuteranno nel viaggio verso una leadership non perfetta, ma di successo.
#1. Cercate la situazione adatta, non la perfezione
Anziché cercare la perfezione, dovete cercare la situazione giusta per voi, sviluppando le competenze per adattarvi al contesto, oppure trovando il contesto adatto alle vostre competenze. La seconda opzione funziona meglio della prima: è più facile cambiare contesto rispetto a cambiare le proprie capacità.
#2. Puntate sui vostri punti di forza
Tutti hanno dei punti di forza che li contraddistinguono, dall’essere molto analitici o creativi ad essere un asso nel lavoro di squadra. Questi elementi di forza sono il carburante per il vostro viaggio nella leadership: fate il possibile per trovare il contesto dove siano indispensabili per avere successo e darete il meglio di voi.
#3. Aggirate le debolezze
I programmi di sviluppo organizzativo spesso richiedono di lavorare sulle proprie debolezze. È un consiglio catastrofico. I sollevatori di pesi non vincono le Olimpiadi concentrandosi sulle proprie debolezze nel nuoto sincronizzato. Se siete analitici ma poco creativi, non avrete successo cercando di diventare il cuore creativo dell’azienda.
Potete aggirare le vostre debolezze in tre modi:
- Evitate di lavorare in contesti dove i vostri punti deboli sono elementi fondamentali.
- Costruite un team che sia forte laddove voi siete più deboli. Se odiate la contabilità, dovete amare i contabili: loro possono fare ciò che voi preferite non fare.
- In quello che è il vostro punto debole cercate di essere sufficientemente competenti da assicurarvi che non vi sia fatale, ma non cercate di trasformarlo in un punto di forza.
#4. Continuate a imparare
La leadership è un viaggio, non una meta. La natura delle difficoltà che incontrerete nel corso della vostra leadership cambierà continuamente, a ogni livello e con ogni incarico. Quando cambia il contesto, anche voi dovete cambiare. È questo che rende il percorso verso la leadership così appagante e avvincente: godetevi il cammino.
#5. Evitate la trappola del successo
Il successo può essere letale per la carriera. Molti leader falliscono perché hanno avuto un enorme successo in un determinato contesto e vogliono applicare a ogni situazione quella stessa formula. Ma non tutti i problemi si risolvono con un martello: occorrono strumenti e approcci diversi per situazioni diverse. La trappola del successo vi rende prigionieri del vostro passato. Evitatela.
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Bibliografia:
- Tratto, con modifiche e adattamenti al post, dal Libro: “Miti della leadership” di Jo Owen
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