Il concetto di assertività si fonda sull’idea che tutti hanno uguale valore e i medesimi diritti, e che dovremmo avere rispetto per noi stessi e per gli altri.
L’incapacità di comunicare efficacemente conduce spesso a frustrazioni e conflitti; quindi vale la pena dedicare un po’ di tempo per migliorare le nostre capacità comunicative.
Essere assertivi significa spiegare a una persona cosa è accettabile nel nostro mondo e cosa no, e perché; e farlo in modo calmo e senza esprimere emozioni. Al contrario, essere aggressivi significa esprimere emozioni e comportamenti in maniera irruente per far passare il nostro messaggio.
Il Comunicatore assertivo rimuove le emozioni dalla conversazione e sceglie attentamente le parole. Il Comunicatore aggressivo, invece, trabocca di emozioni ed evoca emozioni nell’ altra persona.
Un approccio aggressivo farà sicuramente “attivare” il tuo interlocutore, che a quel punto potrà fare due cose: reagire all’ attacco o battere in ritirata.
In entrambi i casi, probabilmente la persona NON ascolterà il tuo messaggio perché le sue emozioni hanno preso il sopravvento. Se invece sei assertivo è molto più probabile che la persona ti ascolti e reagisca in modo appropriato.
Quali sono le semplici regole dell’assertività?
Lo psichiatra britannico Steve Peters autore dell’ottimo libro Il paradosso dello Scimpanzè parla di 3 regole fondamentali, che vanno applicate tutte e tre per garantire l’efficacia della comunicazione.
1. Dire alla persona cosa non vuoi, usando la parola “Io”.
2. Dire alla persona come ti fa sentire.
3. Dire alla persona ciò che vuoi, usando la parola “Io”.
Per far passare meglio il messaggio puoi anche dire che vorresti essere ascoltato senza interruzioni e puoi enunciare i fatti per come li vedi. Infine è sempre utile ringraziare l’altro per averti ascoltato.
Ecco un esempio di come funziona
Immagina che sei arrivato in ritardo a un appuntamento, per un qualsiasi motivo. La persona che devi incontrare è molto arrabbiata, e quando arrivi inizia ad alzare la voce: ti accusa di maleducazione.
Ricorda di non esprimere emozioni attraverso la voce, altrimenti evocherai una reazione emotiva nell’altra persona e la situazione non farà che peggiorare.
È meglio aspettare che l’altro abbia smesso di urlare, poiché anche interromperlo potrebbe aggravare le cose. Quindi, lascia che si sfoghi ma non reagire!
1. Dire: “Io voglio che tu ascolti che cos’ho da dire, senza interrompermi. Grazie”.
2. Dire: “I fatti, per come li vedo io, sono i seguenti: io sono arrivato in ritardo perché io ho calcolato male i tempi, e per questo io ti chiedo scusa”.
3. Dire: “Io NON voglio che tu continui a strillarmi in faccia”. Possiamo anche formulare al positivo, personalmente preferisco questa soluzione: “Io voglio che tu smetta di strillarmi in faccia”.
4. Dire: “Quando gridi io mi sento minacciato/a”.
5. Dire: “Io voglio che tu mi parli con un tono di voce pacato. Grazie”.
Notare l’uso del pronome “io”. È molto importante dire “io” anziché qualcosa del tipo: “Per favore non strillarmi in faccia”. A prima vista, sembra non esserci niente di male nel dire così: potrebbe funzionare.
Ma l’assertività trasmessa con l’uso della parola “io” dice chiaramente all’interlocutore che tu non sei soddisfatto della situazione e che hai un’opinione in proposito. “Per favore non strillarmi in faccia” è una richiesta, non un’affermazione.
Se rileggi le affermazioni assertive elencate sopra, e le pronunci a voce alta in tono pacato ma fermo, imparerai ad usarle. Ora riprova a dirle, ma stavolta con molta emozione: così capirai la differenza tra aggressione e assertività.
La differenza non è nel contenuto, ma nel modo in cui viene espresso. Pensa inoltre a come ti sentiresti nei panni della persona che riceve l’approccio aggressivo, e quali emozioni evocherebbe in te.
Allora, perché tante persone non sono abbastanza assertive?
Le convinzioni più diffuse sono basate su idee come: “Non sono all’altezza degli altri”, “Non ho fiducia in me stesso” oppure “I miei sentimenti non contano”.
Molto spesso la pulsione del branco, che ci fa desiderare di essere accettati, si trasforma in “Devo piacere a tutti”, “Devo sempre accontentare gli altri” e quindi “Non ho diritti”. Questa è una carenza di autostima, e occorre porvi rimedio. Scarica l’estratto gratuito della mia guida SOS Autostima
Altri pensieri distruttivi: “Non ho il permesso di esprimere le mie emozioni”, “Non so dire di no alle persone (perché devo accertarmi che siano soddisfatte di me)”.
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