Last Updated on 18 Gennaio 2024 by Samuele Corona
Il linguaggio del corpo è semplicemente il nome che diamo ai messaggi che inviamo senza parlare, usando le espressioni del viso, la postura e i movimenti. Possiamo mentire a parole, ma non con le nostre posture e con i movimenti: ecco a cosa prestare attenzione, in noi stessi e negli altri
Il corpo non mente. O almeno lo fa con grande difficoltà e può tradire i nostri veri pensieri e aspirazioni. Ecco perché è importante imparare a leggere i segnali non verbali che ci arrivano dai nostri simili ed essere consapevoli il più possibile di quelli che inviamo noi.
Ricordiamo però che è abbastanza facile controllare le parole, ma la gestualità e la postura sono in gran parte legati al subconscio e quindi sono molto difficili da pilotare. Il linguaggio del corpo deve sempre essere contestualizzato, e anche le differenze culturali svolgono un ruolo molto importante nel nostro modo di agire.
Linguaggio del corpo: 59 Segnali spiegati
I 59 segnali del linguaggio del corpo li ho estratti, con modifiche e adattamenti al post, dal libro Leggere il pensiero non è una magia di Henrik Fexeus.
Per le espressioni facciali puoi leggere l’articolo: Come riconoscere le emozioni e le espressioni facciali. Paul Ekman.
- Fexeus, Henrik(Autore)
Braccia e mani
Le nostre braccia esigono molto spazio. Si muovono rapidamente e indicano la nostra efficienza e la nostra prontezza, sottolineano le nostre parole durante un dialogo. Sono molto utili per cogliere emozioni e stati d’animo. Con le braccia possiamo comunicare in termini chiari senza pronunciare una sola parola.
1. Gesti ampi e aperti
Il nostro interlocutore appare sicuro di sé, generoso e invitante. Trasmette fiducia, rende evidente il proprio potere con gesti che riempiono lo spazio e richiedono spazio. Utilizza per sé tutta la portata delle proprie braccia.
2. Gesti stretti
Il nostro interlocutore si fa piccolo, le braccia si muovono vicine al corpo. È un classico atteggiamento difensivo. Occupa poco spazio e ci lascia molto spazio, è prudente e modesto. Trasmette incertezza e paura.
3. Braccia incrociate davanti al petto
Per molte persone rappresenta una posizione comoda e rilassata senza quindi alcun messaggio negativo. Ma è importante ciò che arriva agli altri: molti interpretano questo gesto come egoista, respingente, difensivo. Le braccia creano una barriera dietro la quale ci si nasconde. È un atteggiamento recepito come negativo.
4. Sollevare entrambe le braccia sopra la testa
È un chiaro gesto di gioia. È la classica posa del vincitore che esprime “sono fantastico” o addirittura “sono il migliore”. Una vera power pose!
5. Braccia che penzolano rilassate ai fianchi o da seduti sono posate aperte sul tavolo
Una posizione rilassata e neutra che segnala disponibilità al dialogo.
6. Un braccio posato sulla spalliera della sedia accanto
Dimostra che la persona si sente bene e sicura di sé. Può permettersi di reclamare per sé questa sedia e di ampliare visibilmente il proprio spazio.
7. Braccia piazzate sui fianchi
È un gesto che rende più grandi. Viene utilizzato spesso quando qualcuno deve dire qualcosa che molto probabilmente susciterà una reazione ostile. Il nostro interlocutore emana autorità e determinazione e mostra di essere pronto a usare i gomiti.
Con le mani creiamo ciò che all’inizio esiste solo nella nostra mente. Può essere un testo, un’opera d’arte ma anche una musica. Senza le mani non siamo in grado di agire come invece possiamo fare grazie ad esse. Inoltre, per capire sino in fondo il mondo, dobbiamo comprendere le cose: un termine che dimostra quanto sia importante per noi toccare e afferrare le cose per farci un’idea generale di esse. E quando qualcosa è evidente e può essere compreso anche in senso figurato, diciamo: “Puoi toccarlo con mano!”.
8. Atteggiamento aperto: mostrare le palme
Il nostro interlocutore ci mostra ciò che ha in mano, non ha niente da nascondere. È un segnale di sincerità che crea fiducia. Finché le mani dell’altro restano visibili, si sa che cosa vi è contenuto e quali sono le sue intenzioni.
9. Atteggiamento chiuso: mostrare il dorso delle mani
Se il nostro interlocutore mostra solo il dorso delle mani, si crea rapidamente la sensazione che voglia nascondere o camuffare qualcosa.
10. La mano esercita una pressione dall’alto verso il basso: un pugno sul tavolo, il dito indice in basso, qualche colpo sulla scrivania…
Il movimento della mano dall’alto verso il basso è un gesto di sottomissione e dunque dominante. Il nostro interlocutore insiste su qualcosa e dà particolare enfasi a quanto dice.
11. La mano davanti alla bocca
Il nostro interlocutore si schermisce. Vuole evitare di lasciarsi sfuggire una parola incauta dalle labbra. Portarsi la mano alla bocca è un gesto che ha un’analoga funzione, ma spesso viene fatto quando è troppo tardi e si vorrebbe “rimangiarsi” quanto è stato detto.
12. Un dito puntato verso l’interlocutore
Il dito puntato contro è come un’arma, quindi è un attacco e un’accusa. È un gesto dominante e di rimprovero e produce quasi sempre una sensazione negativa e un atteggiamento di difesa. La versione esasperata è il segno della pistola con il pollice alzato.
13. Le palme delle mani verso l’interlocutore
Le palme delle mani rivolte verso l’interlocutore sono un segnale di avvertimento. Alt, non oltrepassare!
14. Un colpo di taglio con la mano sul tavolo
Il nostro interlocutore taglia metaforicamente il filo che ci lega e manifesta il chiaro desiderio di concludere la discussione o la conversazione.
15. Afferrare con le mani il bordo della sedia o la spalliera
È un gesto che trasmette nervosismo e incertezza. L’interlocutore cerca un appiglio.
16. Mani in tasca
Se non vediamo le mani del nostro interlocutore, diventiamo diffidenti, perché è proprio con le mani che sottolineiamo e rendiamo più comprensibili i concetti astratti. Le mani in tasca inoltre impediscono di agire. Può essere un gesto di pace: “Non ti faccio niente”, ma spesso è interpretato come mancanza di rispetto e pigrizia.
17. La mano stretta a pugno
L’altro è in collera e stringe la mano come arma. È un segnale di furiosa impotenza.
18. Strofinarsi le mani
Se l’altro si strofina lentamente le mani l’una contro l’altra è un segnale di soddisfazione. Addirittura di un certo autocompiacimento. Lo stesso movimento accelerato indica trepidazione e aria di partenza.
19. Mani irrequiete
Se il nostro interlocutore gioca con la matita, tamburella sul tavolo o muove a caso gli oggetti, tutto questo indica un’inquietudine interiore e un certo nervosismo. Il soggetto si sente insicuro ed è teso.
Le spalle
Le spalle sono uno specchio per la responsabilità, ovvero una parte del corpo con la quale comunichiamo in maniera non verbale molto chiaramente, che lo vogliamo o meno.
20. Spalle rilassate e dritte
Il nostro interlocutore è robusto, può portare sulle spalle le incombenze quotidiane e il loro peso e si assume le sue responsabilità.
21. Spalle sollevate
La testa incassata tra le spalle è un modo per proteggere la nuca e il collo. L’altro vuole diventare più piccolo. Sollevare le spalle in genere è segnale di incertezza e paura.
22. Spalle cascanti
Il soggetto vuole farsi più piccolo, la schiena è curva. Il peso che porta è troppo gravoso. Spesso questa impressione è accentuata dalla testa china. È un atteggiamento di stanchezza, sfinimento, scoraggiamento e debolezza.
23. L’alzata di spalle
È un gesto chiaro che comunica: “Non ne ho idea”. Di solito è un’espressione di impotenza. Ma, in base al contesto, può manifestare anche disinteresse.
24. Una spalla in avanti
Se l’altro ci rivolge una spalla e non il busto, può indicare rifiuto e distanza. In pratica da questa posizione può voltarci le spalle quando vuole.
25. Entrambe le spalle rivolte all’indietro
Con questo atteggiamento l’interlocutore ci mostra il petto. È un gesto fiero, imponente, di superiorità.
26. Una pacca sulle spalle
Quando una persona in piedi dà una pacca sulle spalle a qualcuno seduto, è un gesto che serve per tenere l’altro in basso. Se la pacca viene data di fianco, è invece un gesto d’incoraggiamento. L’altro vuole esortarci dicendo: “Sei stato bravo”. In questo caso è un segno di riconoscimento e apprezzamento.
Il busto
Nel busto si trovano tutti gli organi principali, il cuore e i polmoni. Per chi legge il corpo basta osservare la respirazione, ovvero il sollevamento e l’abbassamento della cassa toracica, per capire se l’interlocutore è dinamico e intraprendente oppure apatico.
27. Cassa toracica sollevata, la respirazione è attiva e profonda
Una respirazione profonda produce un buon apporto di ossigeno, il soggetto è concentrato e pieno di voglia di fare. Se durante un dialogo inspira in modo evidente, è assai probabile che abbia formulato un pensiero e voglia dire qualcosa.
28. Cassa toracica abbassata, la respirazione è piatta
Una cassa toracica ristretta rende quasi impossibile una respirazione profonda e regolare fino all’addome. Una respirazione superficiale porta un minore scambio di ossigeno e spesso causa stanchezza. Il nostro interlocutore è apatico e spento. La voce non può dispiegarsi e di solito è flebile e pigolante.
29. Una espirazione lunga
Quando qualcuno è scontento di qualcosa, in genere prende fiato e poi lo rilascia lentamente. È come se con il respiro buttasse via da sé l’evento o l’argomento fastidioso. Gonfiando le guance o facendo un sospiro, questo segnale risulta ancora più forte e di sicuro non inconscio.
30. Una respirazione veloce
Con una respirazione veloce il nostro interlocutore assorbe più ossigeno in breve tempo. È una tipica reazione del corpo che si prepara alla fuga o all’attacco. Una respirazione rapida è indizio di stress, agitazione o persino paura.
Nella respirazione non solo si riflettono i nostri pensieri e le nostre emozioni, ma essa può essere usata per influenzare la nostra mente con il corpo. La respirazione superficiale ci stanca, i muscoli si contraggono e il corpo è teso. Per questo è meglio respirare in profondità con l’addome. Una respirazione attiva e profonda ci rende più attivi ed energici. La cassa toracica si solleva, le nostre braccia sono più mobili, la nostra voce più forte, la nostra posa più rilassata.
- Messinger, Joseph(Autore)
In una situazione di stress e tensione spesso è utile chiudere gli occhi e concentrarsi sulla respirazione. L’effetto calmante ed energizzante è immediato.
Osserviamo altri aspetti del busto, il centro del nostro corpo.
31. Il busto è protetto (braccia conserte, libri, giacche o documenti tenuti davanti al petto)
Se l’interlocutore si protegge il busto con le braccia o con oggetti, è un indizio di insicurezza. Il soggetto non si fida di noi, si sente innervosito, vorrebbe difendersi. Ci segnala un bisogno di distanza.
32. Il busto è esposto, l’atteggiamento è aperto
Qualcuno che espone apertamente la sua zona più vulnerabile è sicuro di sé, si fida e trasmette queste emozioni anche al prossimo.
33. Petto in fuori
Se il nostro interlocutore dà enfasi al busto, protendendolo verso di noi, vuole indicare superiorità e impavidità. Di solito è considerato un gesto arrogante e superbo.
34. Busto inclinato in avanti
Più il nostro interlocutore si avvicina, più dimostra fiducia. Tuttavia è facile che questo comportamento diventi esagerato e che si sviluppi in noi una sensazione di disagio. L’altro ci risulta dominante, poco rispettoso e aggressivo.
35. Busto inclinato di lato
Se il nostro interlocutore gira il busto di lato, vuole tenerci a distanza. La rotazione del busto precede il voltare del tutto le spalle. Per questo è un gesto affidabile. In molti casi è segno di rifiuto. Una improvvisa rotazione laterale del busto può essere interpretata anche come una volontà di agire.
36. Busto inclinato all’indietro
Chi si allontana con il busto dall’interlocutore, vuole aumentare la distanza durante il dialogo. Spesso è un chiaro segno di rifiuto. Tuttavia anche in questo caso bisogna considerare il contesto. In una situazione affiatata, il nostro interlocutore può appoggiarsi all’indietro per stare più comodo e segnalare il proprio benessere.
Le gambe… in piedi
Stare in piedi in una stanza spesso può sembrarci strano. Proviamo il bisogno di appoggiarci o sorreggerci da qualche parte. Per questo molti meeting e congressi prevedono la presenza di tavolini alti nella sala pausa. Se non ci aggrappiamo a un tavolo o non appoggiamo le spalle al muro, diamo l’impressione di essere più sicuri di noi. Non è poi così difficile! Basta esercitarsi!
Tuttavia bisogna tenere conto di qualche particolare, perché anche in piedi possiamo comunicare molto da un punto di vista non verbale e perciò potremmo essere fraintesi.
37. Entrambe le gambe ben piantate a terra
Il nostro interlocutore è sicuro di sé e aperto. Questa posa assicura una distribuzione bilanciata dei pesi e il massimo equilibrio.
38. Dondolarsi da una gamba all’altra
L’altro è inquieto e impaurito, ha «le ginocchia molli» ed è attaccabile emotivamente in questa posizione.
39. A gambe larghe con il bacino leggermente in avanti
È una posa che riempie molto spazio e rivendica l’occupazione di un certo territorio. Ha un effetto dominante e dimostra un’autoconsapevolezza aggressiva.
40. Entrambi i piedi sono per terra, le gambe sono accavallate
È una posa contraddittoria: le gambe accavallate indicano un atteggiamento di difesa, ma anche una certa rilassatezza e senso dell’umorismo. I clown assumono spesso questa posa prima di inciampare. Inoltre, negli ultimi tempi è una postura di moda soprattutto tra le signore: molte stelle del cinema sul tappeto rosso incrociano le gambe quando stanno in piedi. In un corteggiamento è un segnale che l’interessato gradisce il flirt e non ha intenzione di scappare via: con le gambe incrociate sarebbe difficile farlo.
In genere possiamo riconoscere il livello di dominanza di una persona da quanto tiene le gambe larghe mentre è in piedi. Nel corso di una conversazione, è ovvio, le cose possono cambiare.
Le gambe… da seduti
Quando l’interlocutore è seduto davanti a me, posso osservarlo con agio. Come occupa la seduta? Che cosa fa con le gambe? Creano una barriera o lasciano spazio?
41. Stare seduti sullo spigolo della sedia, le ginocchia unite, le gambe parallele
Stare seduti sul bordo della sedia è scomodo. Il nostro interlocutore vuole segnalare di essere «in prestito», di non avere tempo o di non fidarsi. In qualche caso, quando una conversazione subisce una svolta inaspettata, spostarsi sul ciglio della sedia è indizio di un’accresciuta attenzione.
42. Stare seduti bene appoggiati allo schienale, rilassati ed eretti, le gambe accostate
Questa postura segnala benessere, concentrazione e volontà di ascolto. L’interlocutore è valutato come persona concreta e sicura di sé. Una posizione ideale per colloqui di presentazione o incontri con il capo.
43. A gambe accavallate
È una posizione che può trasmettere insicurezza ma anche desiderio di chiudersi in se stessi. Molti la assumono per abitudine; la valutazione di questa posa è possibile solo nel contesto insieme a gestualità e mimica.
44. Gambe allungate davanti a sé
Una posizione di momentaneo rilassamento, di solito una reazione a un qualcosa precedente. L’interlocutore cerca distanza e calma. Di solito è accompagnata da un’inclinazione del busto all’indietro.
45. Una gamba per terra, l’altra appoggiata sul ginocchio della prima
È una posa che ha un effetto negativo, sia che ci venga mostrato il ginocchio sia la pianta del piede. Il soggetto crea un blocco, spesso inoltre tira la gamba verso di sé con entrambe le mani.
46. Stare seduti sulle gambe
È una posa utilizzata soprattutto dai bambini. Significa che il soggetto si è isolato e per un po’ di tempo vuole stare nel suo mondo.
47. Stare seduti con i piedi sulla sedia e le ginocchia vicine al corpo
L’interlocutore assume una posizione fetale, simboleggiando così vulnerabilità e bisogno di protezione. È una posa che nasce da un bisogno emotivo. Molti bambini si siedono così quando sono tristi e hanno bisogno di aiuto.
- Havener, Thorsten(Autore)
I piedi
Un’occhiata ai piedi può rivelarci molto sullo stato emotivo del nostro interlocutore. Questo dipende tra l’altro dal fatto che siamo abituati a controllare molto le mani e la mimica, ma non prendiamo troppo in considerazione ciò che fanno i piedi. I piedi sono un ottimo indicatore per capire in che direzione pensa una persona.
48. Entrambi i piedi sono ben piantati per terra
La persona occupa un posto solido nella vita, sta “con i piedi per terra”. Non ha paura, si sente sicura di sé e tiene il proprio peso ancorato in un punto fermo. Ha un punto di vista ben saldo.
49. I piedi sfiorano il terreno; il peso si sposta di continuo
Questa scomoda posizione è il punto di partenza per una reazione di fuga. I piedi non sono ancorati, il soggetto non ha un punto di vista saldo e può cambiare atteggiamento velocemente e in qualsiasi momento. Da seduto spesso è solo la punta di un piede a toccare per terra. Questa posa indica una certa resistenza a mettere radici e a prendere una posizione univoca su qualcosa.
50. Piedi uniti e paralleli, ginocchia che si toccano
È la posa dei soldati o dei bambini che devono passare in rivista. I piedi chiusi trasmettono un’impressione di ubbidienza e a volte devozione.
51. Baricentro sui talloni
Il soggetto ha un asse leggermente inclinato all’indietro. Si allontana dall’interlocutore per aumentare la distanza. È un segnale di prudenza e diffidenza.
52. Baricentro sulla parte anteriore del piede
Questa posa assicura movimenti rapidi, dà un’idea di flessibilità ma anche di irrequietezza. Le persone che camminano in punta di piedi lo fanno in silenzio ma con determinazione. Da seduti dobbiamo tenere almeno un piede per terra, se non vogliamo apparire insicuri e nervosi. È del tutto inopportuno intrecciare i piedi alle gambe della sedia dall’interno. È un chiaro indicatore di stress e ci rende passivi. Non siamo in grado di prendere il largo.
La punta dei piedi
53. Entrambi i piedi sono paralleli e rivolti verso di me
Il mio interlocutore si “sintonizza” su di me, mi dà la sua attenzione, segnala interesse e non vuole andarsene.
54. La punta dei piedi rivolta all’esterno
La concentrazione del soggetto non è tutta rivolta a me. Nei casi estremi entrambe le punte indicano la porta, ovvero il luogo dove il soggetto preferirebbe essere.
55. Punta dei piedi rivolta all’interno
Con la punta dei piedi all’indentro è difficile abbandonare la propria posizione, perché ci si blocca da soli. Spesso è la posa delle persone prudenti, che non sanno decidersi.
Altre caratteristiche della punta dei piedi.
56. I piedi sono sotto la sedia e accavallati
L’altro vuole aumentare la distanza da me. Si ritira e mi lascia campo libero. Accavallando i piedi si impedisce la fuga.
57. Un piede rivolto verso l’interlocutore, l’altro all’indietro e posato per terra solo con le dita
Il nostro interlocutore ci ascolta con attenzione, ma aspetta solo l’occasione di prendere la parola.
58. Dondolarsi stando in piedi
È un chiaro segnale di inquietudine e noia. L’interlocutore vorrebbe abbandonare la situazione o cambiare argomento.
59. Dondolare i piedi da seduti
Un ritmico movimento ondulatorio è segno di grande fiducia in se stessi, il soggetto è rilassato. Se i piedi però dondolano troppo velocemente, la persona non è a proprio agio. È come se volesse scaldare i piedi prima di scappare via.
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Bibliografia:
- Leggere il pensiero non è una magia di Henrik Fexeus
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