Il pensiero laterale è un approccio alla risoluzione dei problemi che si distingue per la sua capacità di guardare oltre le soluzioni convenzionali e di esplorare strade non tradizionali. Questo termine è stato coniato dallo psicologo maltese Edward de Bono negli anni ’60, e rappresenta un metodo per affrontare situazioni complicate attraverso percorsi di pensiero non lineari, creativi e originali.
Cos’è il Pensiero Laterale?
Mentre il pensiero logico e lineare, noto anche come pensiero verticale, si concentra su un approccio sistematico e sequenziale per arrivare a una soluzione, il pensiero laterale incoraggia a pensare fuori dagli schemi. Si tratta di sfidare le assunzioni, rompere gli schemi abituali e considerare prospettive alternative che potrebbero non essere immediatamente evidenti.
Un classico esempio di pensiero laterale è il problema del “nodo gordiano”: invece di cercare di scioglierlo, Alessandro Magno lo tagliò con la spada, dimostrando che esisteva un’alternativa al processo laborioso di districare il nodo.
Tecniche di Pensiero Laterale
De Bono ha sviluppato diverse tecniche per stimolare il pensiero laterale. Alcune delle più note includono:
- Lo spostamento delle assunzioni: Questo metodo invita a mettere in discussione le ipotesi di base di un problema e a esplorare cosa succede se queste vengono cambiate o rimosse.
- Il metodo delle sei cappelli: Una tecnica che coinvolge l’uso di 6 cappelli colorati per rappresentare diversi modi di pensare (fatti, emozioni, criticità, benefici, creatività e gestione). Ogni cappello aiuta a guardare un problema da una prospettiva specifica.
- La provocazione: Usare dichiarazioni volutamente provocatorie o assurde per uscire dai binari del pensiero convenzionale e generare nuove idee.
- La ristrutturazione del problema: Cambiare la formulazione del problema per aprire nuove strade di risoluzione.
Applicazioni del Pensiero Laterale
Il pensiero laterale trova applicazione in molti ambiti, dalla risoluzione dei problemi aziendali all’innovazione tecnologica, dal miglioramento personale alla creatività artistica. In campo aziendale, può aiutare a sviluppare nuovi prodotti, a migliorare i processi e a trovare soluzioni innovative per i problemi di mercato. Nella vita quotidiana, il pensiero laterale può essere utile per risolvere problemi complessi o per trovare modi nuovi di affrontare situazioni comuni.
Ad esempio, un’azienda che vuole ridurre i costi senza sacrificare la qualità dei propri prodotti potrebbe utilizzare il pensiero laterale per esplorare alternative non convenzionali, come il riutilizzo creativo di materiali di scarto o la collaborazione con altre aziende per condividere risorse.
Come Sviluppare il Pensiero Laterale?
Sviluppare il pensiero laterale richiede pratica e una predisposizione a mettere in discussione le abitudini di pensiero consolidate. Ecco alcuni suggerimenti per iniziare:
- Sfida le tue supposizioni: Chiediti sempre se ciò che ritieni essere un dato di fatto è veramente necessario.
- Accogli il pensiero divergente: Non avere paura di esplorare idee che potrebbero sembrare stravaganti o poco pratiche. Spesso, le soluzioni migliori nascono da idee insolite.
- Esponiti a nuove esperienze: Ampliare le tue conoscenze e le tue esperienze può aiutarti a vedere i problemi da diverse angolazioni.
- Usa le tecniche di De Bono: Integrare tecniche come il metodo delle sei cappelli nel tuo processo decisionale può migliorare la tua capacità di pensare lateralmente.
A lezione di Pensiero Laterale. Un aneddoto su Niels Bohr
Su Niels Bohr viene raccontata una storia che si attribuisce principalmente ad Ernest Rutherford.
Alla facoltà di fisica dell’Università di Copenaghen venne proposto il seguente compito d’esame: ” Spiegate come sia possibile misurare l’altezza di un grattacielo con l’ausilio di un barometro“.
Uno dei candidati rispose ” Si lega il barometro ad una lunga corda, si fa scendere il barometro dalla cima del grattacielo fino a terra. La lunghezza della corda più quella del barometro corrisponde esattamente all’altezza del grattacielo“.
Questa risposta, altamente originale, suscitò lo sdegno degli esaminatori che bocciarono immediatamente il candidato. Egli però si appellò ai suoi diritti fondamentali perché la sua risposta era indubbiamente giusta. Così l’Università di Copenaghen chiese consiglio ad Ernest Rutherford, il quale sentenziò che la risposta era giusta ma non permetteva di giudicare le competenze di fisica dello studente Niels Bohr.
Per risolvere il problema si decise di esaminare il candidato un’altra volta e di concedergli sei minuti affinché desse una risposta soddisfacente e dimostrasse la conoscenza dei principi fondamentali della fisica.
Il candidato rimase cinque minuti in silenzio assorto nei suoi pensieri. L’esaminatore gli ricordava che il tempo stava passando, così il candidato disse di aver alcune risposte rilevanti, ma non riusciva a decidere quale presentare. Quando fu sollecitato ad affrettarsi, rispose come segue:
- Si potrebbe portare il barometro sul tetto del grattacielo, farlo cadere sulla strada e calcolare il tempo della caduta con un cronometro. L’altezza dell’edificio si può poi calcolare usando l’equazione H=2gt2 . Il barometro andrà però rotto.
- Se dovesse splendere il sole, di potrebbe misurare l’altezza del barometro, metterlo in verticale e misurare la lunghezza della sua ombra. Poi si potrebbe misurare la lunghezza dell’ombra del grattacielo e il calcolo della sua altezza diventa un semplice problema dell’aritmetica proporzionale.
- Si potrebbe legare il barometro ad una corda e farlo oscillare come un pendolo. Se calcoliamo che quando il barometro si trova all’altezza della terrazza ha una gravitá pari a zero, e se teniamo conto della misura dell’accelerazione di gravitá al discendere del barometro in traiettoria circolare al passare per la perpendicolare dell’edificio, applicando una semplice formula trigonometrica si può calcolare l’altezza dell’edificio.
- Se il grattacielo possiede una scala antincendio esterna, si potrebbe salirla portandosi dietro il barometro. Man mano che si salgono le scale, si marca l’altezza del barometro e si conta il numero delle tacche marcate fino ad arrivare in cima. Moltiplicando l’altezza del barometro per il numero delle tacche si ottiene l’ altezza del grattacielo .
- Si lega il barometro ad una corda e lo si lascia penzolare dalla terrazza fino alla strada. Usandolo come un pendolo si può calcolare l’altezza misurando il suo periodo di precessione.
- Poiché siamo sempre esortati a pensare liberamente e a procedere in maniera scientifica, la cosa più semplice da fare sarebbe quella di prendere il barometro e con esso colpire la porta del portinaio. Quando questi aprirà, dirgli :
“Se lei desidera avere un nuovo barometro, ne ho qui uno, ma glielo regalo solamente se mi dice che altezza ha il grattacielo”.
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