Molti di noi hanno familiarità con il concetto di empatia. A parte i sociopatici, che sono in gran parte incapaci di valutare ciò che un altro individuo può provare in una determinata situazione, gli esseri umani sono generalmente in grado di capire che cosa gli altri stanno provando nella maggior parte delle situazioni.
Ad esempio, supponi che un tuo amico ti dica che il suo amato padre è morto. Attingendo dalle tue esperienze di perdita, sarai immediatamente in grado di capire che il tuo amico si sente molto triste. È un processo automatico che ci ha aiutato a diventare una specie dominante.
L’empatia ci fornisce un legame che cementa le nostre relazioni. Non è molto soddisfacente passare del tempo con qualcuno che non ha mai avuto la minima idea di quello che provi, vero?
Ecco perché tendiamo ad essere attratti da coloro che accettano le nostre emozioni e che mostrano di capire veramente cosa ci sta accadendo.
Essere empatico Non significa semplicemente comprendere ciò che qualcuno sente a livello intellettuale, significa sperimentarlo all’interno della propria mente e del proprio corpo.
Parlando con qualcuno che si sente depresso, un empatico può provare stanchezza, tristezza o “pesantezza” senza una causa apparente. Gli empatici che devono ancora imparare a gestire le proprie capacità sono spesso confusi dai propri sbalzi d’umore. Può essere un sollievo per loro, rendersi conto che non sono folli, sono oltremodo influenzabili dagli stati d’animo delle altre persone.
Potresti aver sentito il termine “Persone altamente sensibili” usato in riferimento agli empatici. I due concetti sono strettamente correlati, ma è importante distinguerli.
Non tutte le “Persone altamente sensibili” sono empatiche, mentre tutti gli empatici sono “Persone altamente sensibili”.
Persone Altamente Sensibili – Elaine Aron
La dottoressa Elaine Aron, leader nel campo della ricerca HSP (Highly Sensitive Person) descrive questo tipo di sensibilità intensa usando l’acronimo D.O.E.S.
Questo è un utile punto di partenza per comprendere le caratteristiche delle persone empatiche, poiché tutti gli empatici si adattano a questi criteri.
La “D” sta per “Depth of processing” (Profondità di elaborazione) e si riferisce alla tendenza di un individuo a pensare in modo misurato ma creativo. Ad esempio, una persona sensibile o empatica si prenderà tutto il tempo necessario per riflettere sulle varie opzioni a sua disposizione prima di prendere una decisione, poi presenterà un caso ben ragionato per qualunque percorso abbia deciso di intraprendere. Gli empatici sono spesso bravi a pianificare nel lungo termine, in quanto possono vedere come le loro azioni di oggi influenzeranno i risultati futuri.
“O” sta per “Overstimulated” (Sovrastimolato). Le persone altamente sensibili e gli empatici possiedono la capacità di notare dettagli e cambiamenti anche minimi in ogni ambiente. Notare ed elaborare continuamente un ampio numero informazioni è davvero stancante e non c’è modo di disattivare questa abilità. Per questo motivo le persone altamente sensibili e gli empatici di solito hanno bisogno di un po’ di tempo per stare da soli, in particolare dopo un evento sociale ricco di stimoli.
La “E” sta per “Empatia” e si riferisce alla capacità, superiore rispetto alla media, di una persona sensibile nel rilevare ciò che qualcun altro sta “provando” in un dato momento. Tuttavia, una persona sensibile è ancora nel livello “normale” quando si tratta di “provare” le emozioni degli altri. Ricorda che le abilità di empatia in quest’area sono molto più sviluppate.
Infine, la “S” sta per “Sensing the subtle”. Talvolta si parla di “sensibilità dell’elaborazione sensoriale”. Le persone altamente sensibili e gli empatici sono eccellenti nel captare informazioni sensoriali dell’ambiente come nuovi profumi, piccole variazioni di temperatura, e rumori di sottofondo come dell’acqua che gocciola da un tetto. Spesso dicono “Riesci a sentirlo? Senti quel fastidioso rumore?” Alcune persone altamente sensibili ed empatiche hanno uno o più sensi particolarmente sviluppati.
- Editore: Feltrinelli
- Autore: Rolf Sellin , C. Malimpensa
- Collana: Universale economica. Saggi
- Formato: Libro in brossura
- Anno: 2013
Non sappiamo ancora in che misura percentuale le persone empatiche si distribuiscono nella popolazione generale. Tuttavia, sulla base della stima della dottoressa Elaine Aron dove il 15-20% della popolazione è composta da persone altamente sensibili, e tenendo presente che solo una minoranza di persone altamente sensibili è costituita da empatici, il 5% potrebbe essere un’ipotesi ragionevole.
In sintesi, gli empatici non sono comuni, ma nemmeno incredibilmente rari.
Due categorie “chiave” di abilità empatiche – Judith Orloff
La dottoressa Judith Orloff, considerata un’ esperta nel campo degli studi sull’empatia, osserva che esistono due categorie chiave di abilità empatiche.
La prima categoria riguarda le risposte empatiche alle sensazioni fisiche. Ad esempio, se sei seduto accanto a un collega di lavoro con eczema visibile sul braccio, la tua pelle inizierà a prudere. Se il tuo bambino è malato, inizierai a sentire nausea.
La seconda categoria di abilità empatiche riguarda il potere di “assorbire” le emozioni degli altri. Più forte è l’emozione provata dall’altra persona, maggiore è l’effetto che avrà sull’empatia. Questo è sconveniente quando l’altra persona è di cattivo umore, o ha una personalità generalmente tossica come i “Soul-sucker” o “vampiri energetici”. Le persone empatiche sono particolarmente sensibili a queste tipologie di persone.
- Orloff, Judith (Autore)
Come ci si potrebbe aspettare da coloro che sono inclini al sovraccarico sensoriale, le persone altamente sensibili e gli empatici sono solitamente introversi anche se il 30% di essi sono estroversi. Alcuni sono più abili di altri nel far fronte alle situazioni sociali e sono in grado di ricostituire le loro energie trascorrendo del tempo in compagnia di altre persone.
Un gruppo sociale pieno di individui positivi e ottimisti può essere una grande fonte di nutrimento emotivo per un empatico ma con le giuste dosi perché anche emozioni positive come la felicità, e l’eccitazione che ne consegue, può essere un carico troppo gravoso per un empatico o una persona altamente sensibile.
Bibliografia:
- “Libertà Emotiva” di Judith Orloff
- “Le persone sensibili hanno una marcia in più” di Rolf Sellin
- “The Highly Sensitive Person” di Elaine Aron
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