Last Updated on 18 Agosto 2020 by Samuele Corona
Nel 2002 viene formulata la Teoria della felicità autentica (Martin Seligman) secondo cui la felicità può essere analizzata scomponendola in tre diversi elementi che gli individui scelgono per il loro valore intrinseco.
Ciascuno di questi elementi è definibile e quantificabile:
P – Positive Emotion (Emozione Positiva): si fa riferimento a ciò che di positivo le persone provano, alla gioia, al piacere, al calore, alle gratificazioni derivanti dai sensi.
E – Engagement (Coinvolgimento): si riferisce a ciò che le persone scelgono in quanto capace di portare a delle esperienze ottimali.
Riguarda le attività che permettono di vivere uno stato di massima concentrazione e assorbimento all’interno del flusso (Flow), all’essere un tutt’uno con ciò che si sta facendo, al fermarsi del tempo, al fondersi con l’oggetto e al sentirsi al pieno dell’energia.
M – Meaning (Significato): si fa riferimento a tutto ciò che riguarda la ricerca di un senso, di uno scopo nella vita, al sentire di far parte di qualcosa di più grande della sola individualità, allo sfruttare le proprie caratteristiche migliori ed i propri talenti a servizio degli altri, contribuendo così al benessere del mondo in generale.
Dopo 10 anni dalla pubblicazione de La costruzione della felicità , testo all’interno del quale Martin Seligman aveva presentato la Teoria della Felicità Autentica, il padre della Psicologia Positiva afferma di essersi reso conto dell’incompletezza della teoria.
DA Manuale di psicologia positiva:
“I numerosi spunti forniti da anni e anni di ricerca sul tema e il contributo apportato dai tanti studiosi con cui, nel tempo, si è trovato a confrontare e collaborare, lo portano a muovere delle critiche alla prima formulazione e a provare a integrarla e modificarla.
La prima obiezione riguardava l’idea che questa formulazione non teneva conto di alcune variabili, come il successo e il senso di controllo.
I tre elementi del modello non contemplavano alcuni aspetti, come ad esempio l’importanza che per alcune persone potesse avere ottenere un certo risultato per il piacere in grado di dare la vittoria.
In altre parole gli elementi descritti non erano esaustivi di tutte le variabili in grado di descrivere ciò che le persone scelgono per il proprio valore intrinseco”.
- Laudadio, Andrea(Autore)
L’uso inadeguato del termine felicità
Secondo Martin Seligman ciò che appariva riduttiva era l’idea diffusa legata al significato del termine felicità, per lo più associato con “l’essere di buon umore”, il “sentirsi allegri”, ossia allo stato d’animo.
In quest’ottica l’emozione positiva connotava il significato fondamentale della felicità autentica, ma, per questo motivo, era forzato comprendere al suo interno anche gli elementi del coinvolgimento e del significato.
Era necessario identificare un costrutto che potesse racchiudere al suo interno tutti gli elementi identificati, non soltanto la componente emotiva. Inoltre una considerazione riguardava il principale indicatore utilizzato nella misurazione della felicità.
Nonostante la Teoria della felicità Autentica facesse riferimento ai tre elementi appena descritti, all’interno degli interventi e delle ricerche scientifiche la soddisfazione di vita era utilizzata come variabile oggetto della misurazione.
“La felicità era operazionalizzata come soddisfazione di vita e misurata attraverso misure di autovalutazione.
Ciò portava a una duplice mancanza: da un lato la soddisfazione di vita non poteva tenere in considerazione quanto significato le persone attribuivano alla propria esistenza o quanto coinvolgimento sperimentavano; l’altra problematica, di natura più metodologica, riguardava l’uso delle autovalutazioni come strumento d’indagine.
L’uso esclusivo di autovalutazioni comporta il pericolo di distorsioni, dovute alle inferenze e alle interpretazioni che gli individui fanno di ciò che sentono o provano.
Le risposte tendono a essere polarizzate verso il positivo, per questioni riguardanti la desiderabilità sociale, si è portati a dire ciò che si ritiene ci si aspetti o, in ogni caso, lo stato d’animo del momento attuale rischia di avere un peso eccessivo”.
- Editore: Anteprima Edizioni
- Autore: Martin E. P. Seligman , Federica Giardini
- Collana:
- Formato: Libro in brossura
- Anno: 2017
Dalla Teoria della Felicità Autentica alla Teoria del Benessere
Tutte le argomentazioni esposte portarono Martin Seligman a formulare, nel 2011, una nuova teoria: La Teoria del Benessere.
Nel 2011 Seligman si rende conto che la soddisfazione di vita non può essere un buon indicatore e che al centro della Psicologia Positiva non può più esserci la felicità, ma introduce il costrutto più ampio di Benessere.
Si tratta di un costrutto non direttamente misurabile, operazionalizzato attraverso più elementi, comprensivi di tutto ciò che le persone scelgono per il proprio valore intrinseco.
L’oggetto della Psicologia Positiva diviene pertanto un costrutto, il benessere, che a sua volta contiene degli elementi misurabili. Ognuno di questi elementi è una cosa reale e contribuisce al benessere, ma nessuno di essi lo definisce.
Gli elementi del benessere non sono semplici autovalutazioni di pensieri e sensazioni. Ogni elemento del benessere, per essere tale, deve possedere tre proprietà:
- Contribuire al benessere
- Essere ricercato per il suo piacere intrinseco e non per ottenere uno degli altri elementi, deve contenere una motivazione intrinseca
- Essere definito e misurato indipendentemente dagli altri elementi – esclusività
Martin Seligman spiega la differenziazione costrutto-elemento e come l’operazionalizzazione di questi ultimi contribuisce alla misurazione del benessere, con un esempio sul costrutto del tempo.
“In meteorologia, il tempo è uno di questi costrutti. Il tempo non è in sé una cosa reale. Alcuni elementi, ciascuno operazionalizzabile e dunque identificabile con una cosa reale, contribuisce al tempo: temperatura, umidità, velocità del vento, pressione barometrica e via dicendo.
Immaginiamo che il nostro argomento non sia lo studio della psicologia positiva, ma lo studio della libertà. Come procederemmo per studiare scientificamente la libertà?
La libertà è un costrutto, non una cosa reale, ed elementi diversi vi contribuiscono: per esempio quanto si sentono liberi i cittadini, quanto la stampa è censurata, la frequenza delle elezioni, la proporzione tra rappresentanti e popolazione, quanti funzionari sono corrotti.
Ciascuno di questi elementi, a differenza del costrutto libertà, è qualcosa di misurabile e misurando questi elementi otteniamo una misurazione complessiva di quanta libertà vi sia.
Il benessere è identico al tempo e alla libertà, dal punto di vista della sua struttura: nessuna singola misura lo definisce in modo esaustivo, ma diverse cose vi contribuiscono […]”.
Il Modello PERMA
La nuova formulazione della Teoria del Benessere si articola intorno a cinque elementi, sintetizzati dall’acronimo PERMA,
derivante dalle iniziali dei cinque corrispettivi termini in inglese.
Tre elementi sono già stati presi in prestito dalla Teoria della Felicità Autentica, altri due sono stati aggiunti in questa seconda fase:
P – Positive Emotion (Emozione Positiva): si fa riferimento a ciò che di positivo le persone provano, alla gioia, al piacere, al calore, alle gratificazioni derivanti dai sensi.
E – Engagement (Coinvolgimento): si riferisce a ciò che le persone scelgono in quanto capace di portare a delle esperienze ottimali. Riguarda le attività che permettono di vivere uno stato di massima concentrazione e assorbimento all’interno del flusso (flow), all’essere un tutt’uno con ciò che si sta facendo, al fermarsi del tempo, al fondersi con l’oggetto e al sentirsi al pieno dell’energia.
R – Relationship (Relazioni Positive): gli “altri” rappresentano una delle principali risorse contro i momenti negativi della vita, l’emozione umana positiva è prevalentemente sociale, orientata alla relazione. L’importanza delle relazioni positive è stata messa in luce da ampia letteratura scientifica, la solitudine invece rappresenta una condizione invalidante.
La ricerca di relazioni è fondamentale per il benessere, in quanto la solitudine aumenta i livelli di stress percepito, provoca comportamenti autolesionistici, alti livelli di ansia, rabbia e umore negativo. La socialità è la forma di adattamento superiore più riuscita che si conosca.
M – Meaning (Significato): si fa riferimento a tutto ciò che riguarda la ricerca di un senso, di uno scopo nella vita, al sentire di far parte di qualcosa di più grande della sola individualità, allo sfruttare le proprie caratteristiche migliori ed i propri talenti a servizio degli altri, contribuendo così al benessere del mondo in generale.
A – Accomplishment (Realizzazione): la riuscita, la realizzazione, è uno scopo ricercato dagli individui, anche se non apporta nulla in termini di emozioni positive o relazioni. Si può trarre benessere dal vincere per il gusto esclusivo di vincere, per il piacere della realizzazione in sé.
- Seligman, Martin E. P.(Autore)
Con l’inclusione di questi due elementi (Relationship e Accomplishment) Martin Seligman afferma essere possibile descrivere pienamente ciò che la gente realmente fa per ottenere il benessere.
Tutti i 5 elementi contribuiscono al benessere, alcuni si misurano attraverso autovalutazioni soggettive, altri sono misurati oggettivamente. La felicità (intesa come emozione positiva) da obiettivo dell’intera teoria diviene soltanto uno tra i fattori.
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