Se passi per il 39° parallelo nella seconda isola più estesa del mediterraneo, in un periodo compreso tra il 20 agosto e i primi di settembre, dovrai fare delle scelte musicali importanti. Se sei un appassionato di musica incontrerai grosse difficoltà, tanti concerti in contemporanea che vorresti vedere, poi il nulla sino all’estate successiva, quando si parla di organizzazione…
Questo weekend la mia scelta è ricaduta sull’ European Jazz Expò (EJE) . Devi sapere che al 39° parallelo, almeno qui funziona così, quando organizzano un festival jazz ci infilano dentro un po’ di tutto, dal finto-reggae alle balenottere che cantano le filastrocche sulle orecchiette in limba, dalla dancehall a strani tizi coi pantaloni color pistacchio che rivendicano diritti ancestrali dei pescatori; di tutto tranne l’indie rock. Per l’indie rock infatti c’è un festival apposito che si tiene gli stessi giorni dell ‘EJE, ma da un’altra parte, a pochi km di distanza. Perché il jazz e l’indie rock si fanno la guerra al 39° parallelo? È un problema tra hipster. Col termine hipster attualmente si descrivono i giovani che si interessano di cultura alternativa “ non mainstream” che frequentano i festival indie-rock. Ma in origine il termine hipster indicava gli appassionati di jazz bebop ( quello non commerciale). Ecco da dove nasce la rivalità. Anche se in realtà Gli hipster autoctoni , indie e jazzy, sono abbastanza simili tra loro, perfettamente costruiti nel look di baffetti e di ray ban wayfarer che vogliono far passare l’idea che non lo siano. Come fare per distinguerli? Gli hipster indie autoctoni tendenzialmente sono di bassa statura. Se un hipster jazzarolo va in un festival indie si nota subito perché più alto della media, mentre se un hipster indie va ad un festival jazz si confonde tra la folla. Quindi per evitare di perdere adepti gli indie ti piazzano il loro festival in contemporanea a quello jazz 🙂Dopo questa “importante” divagazione sugli hipster, vorrei tornare all’ EJE e in particolare su Paul Millns. Ovviamente come da buon festival jazz che si rispetti, questo artista non suona jazz…direi piuttosto british blues.
Un concerto brillante, una delle voci più intense ed espressive che mi sia mai capitato di sentire dal vivo, a tratti ricordava Tom Waits. Uno stile elegante ed originale che spazia dal blues al soul e forse anche un po’ di jazzy ( ma sii dai). Classe da vendere , un pizzico di black humor ed un feeling pazzesco.
Osservare Millns mentre suona il piano ti da l’impressione che esso si trovi in uno stato di coinvolgimento totale nella sua attività creativa che nient’altro pare avere importanza. Un piacere intrinseco così forte, un’ esperienza così intensa per la quale le ricompense esterne hanno poca o alcuna importanza. Hai come l’impressione che Millns suoni per il puro piacere di farlo, spinto da una gratificazione nello svolgimento del compito, come se il prodotto finito fosse meno importante del processo per realizzarlo.
Questa esperienza ricorda lo stato di Flusso (flow) descritto dallo piscologo americano Mihaly Csikszentmihalyi (per me impronunciabile). Il Flusso è l’incontro perfetto tra concentrazione, perizia, motivazione e ambiente. Nel Flusso non si pensa mai. Tutto riesce senza fatica, azione e pensiero si fondono, sono momenti di gioia pura.
Secondo Csikszentmihalyi la felicità non dipende da eventi esterni, ma dalla nostra percezione di essi. I momenti più belli non sono quelli di piacere passivo, ma quelli in cui ci sentiamo inebriati dal successo, cioè quando siamo in uno stato di flusso.
Quello che la gente fa e perché lo fa varia immensamente, ma la qualità del godimento che si ottiene investendo attenzione, azione e consapevolezza in un’attività è notevolmente simile.
Csikszentmihalyi descrive diversi fattori per raggiungere il controllo della coscienza e trasformare anche i momenti più banali della vita quotidiana in eventi che aiutano a crescere il sé.
Il Flusso comporta:
- Un’attività impegnativa che richiede competenze : questo richiede un delicato equilibrio tra sfida e capacità , se un’attività è troppo difficile produrrà ansia, se è troppo facile produrrà noia.
- Obiettivi chiari : le aspettative e le modalità di raggiungimento sono chiare. Un buon feedback dell’effetto sull’azione deve essere percepibile dal soggetto immediatamente.
- Concentrazione sul compito : quando si è completamente assorbiti in un’attività piacevole non c’è spazio per i pensieri preoccupanti.
- Un senso di controllo: la percezione di avere tutto sotto controllo e di poter dominare la situazione.
- La perdita della coscienza di sé: l’individuo si fonde con l’attività.
- Trasformazione del tempo: secondi possono sembrare ore. Le ore potrebbe sembrare secondi.
- Piacere intrinseco: l’azione dà un piacere intrinseco, fine a se stesso.
- Integrazione tra azione e consapevolezza: la concentrazione e l’impegno sono massimi. La persona è talmente assorta nell’azione da fare apparire l’azione naturale.
CIT. Csikszentmihalyi, M (2002), Flow: The Classic Work on How to Achieve Happiness, Rider, London