Jacques Lacan
(Parigi, 13 aprile 1901 – Parigi, 9 settembre 1981) dopo aver frequentato il liceo presso i gesuiti, consegue la laurea in Medicina, specializzandosi in Psichiatria con G. Clérambault.
Tra i suoi analisti figura R. M. Loewenstein, esponente, insieme a H. Hartmann ed E. Kris, della cosiddetta “Psicologia dell’Io”, indirizzo osteggiato da Lacan che arriva a coniare per i suoi rappresentanti l’appellativo di “Cherubini dell’Io”.
Membro della Société Psychanalytique de Paris, Lacan, oltre a esercitare la professione di psichiatra, si mantiene in contatto con gli esponenti letterari del movimento surrealista e frequenta le lezioni di A.Kojève dedicate al pensiero di Hegel, destinate a incidere un profondo solco nell’evoluzione del suo pensiero.
Nel 1936, in occasione del XIV Congresso Internazionale di Psicoanalisi, tenuto a Marienbad, presenta la seminale relazione intitolata Lo stadio dello specchio, ripresa tredici anni dopo nel corso del XVI Congresso Internazionale di Psicoanalisi svoltosi a Zurigo.
Nel 1953 si distacca dalla Société Psychanalytique de Paris e fonda, insieme a D. Lagache, la Société Française de Psychanalyse (SFP), che non ottiene il riconoscimento della Associazione Internazionale di Psicoanalisi.
Inizia, nello stesso anno, a tenere, all’Ospedale Sainte-Anne, i famosi seminari, frequentati dagli allievi e da intellettuali di diversa estrazione culturale (G. Bataille, C. Lévi-Strauss, M. Merleau-Ponty ecc.).
Nello stesso anno presenta una relazione al Congresso di Roma intitolata Funzioni e campo della parola e del linguaggio, che costituisce una sorta di manifesto della SFP. Della SFP fanno parte, tra gli altri, D. Anzieu, F. Dolto, S. Leclaire, O. Mannoni, M. Safouan.
Nel 1964, capitanando un’ulteriore scissione, fonda l’Ecole Freudienne de Paris, il cui organo teorico è costituito dalla rivista Scilicet, che viene pubblicata, sotto la sua direzione, a partire dal 1968. Sempre nel 1964 Lacan viene escluso dalla Associazione Internazionale di Psicoanalisi.
L’Ecole Freudienne de Paris è sciolta da Lacan nel gennaio del 1980, ma una “scuola lacaniana”, cui appartengono illustri psicoanalisti, continua oltre Lacan a testimoniare la grandezza del suo pensiero. Gli Scritti di Lacan sono pubblicati nel 1966.
I Seminari di Lacan
Negli anni settanta Jacques-Alain Miller propose a Lacan di redigere e dare alle stampe l’intero corpus del suo Seminario, partendo dalle copie stenografate esistenti in circolazione.
Lacan accettò, nominando Jacques-Alain Miller coautore dell’opera. L’impresa, tuttora in corso, ha portato finora alla pubblicazione in francese dei seguenti Seminari (I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII, X, XI, XVI, XVII, XVIII, XIX, XX, XXIII), seguiti dalla relativa traduzione in italiano (Non sono ancora tradotti in italiano i Seminari XVI e XIX).
DA Aldo Carotenuto:
Ne I Seminari nella loro sfuggente eppure corposa ricchezza, nel loro carattere di perpetuo rimando, eppure vicinanza, d’una esperienza di verità, si raccoglie una delle lezioni più vertiginose e ineludibili della psicoanalisi contemporanea.
L’Io non è padrone in casa sua, diceva Freud, ma i freudiani, in special modo gli psicologi dell’Io, hanno tradito il rivolgimento epocale del “cogito” cartesiano operato dal maestro, ristabilendo l’Io nei mistificanti domini d’un tempo, i domini dell’autonomia, della centralità, d’una relativa aconflittualità e dell’adattabilità.
D’altronde una posizione di preminenza dell’Io e, al tempo stesso, una difficoltà di penetrazione in Francia dell’opera di Freud è attestata dalla traduzione francese di quel suo famoso passo che dice “Wo es war, soll Ich werden”, tradotto in italiano “Dove era l’Es, deve subentrare l’Io” e indirizzato, secondo Lacan, esclusivamente all’analista; tale traduzione suona “Le moi doit deloger le ça”, ovvero “L’Io deve sloggiare l’Es”.
Tutto ciò rende necessario un ritorno a Freud, un ritorno ai testi originali di Freud, sostiene Lacan, ma tale ritorno non può non confrontarsi in profondità con l’altro grande rivolgimento che caratterizza la cultura contemporanea: il rivolgimento operato dalla linguistica a partire dal Corso di linguistica generale di F. de Saussure.
Tale presa in cura della linguistica è tanto più necessaria se si pensa che l’inconscio, come sostiene Lacan, è strutturato come un linguaggio e, inoltre, che Freud si comporta in tutto e per tutto da linguista. Il ritorno a Freud significa il ritorno alla messa in questione della verità.
Linguaggio e inconscio
Per Lacan l’inconscio è strutturato come un linguaggio. Quindi non come regno dell’istinto, luogo delle pulsioni irrazionali e primitive su cui dovrebbe intervenire la funzione mediatrice dell’Io, secondo i principi della psicoanalisi classica.
L’inconscio secondo Lacan, obbedisce a leggi rigorose e autonome, ad una logica stringente e non caotica. A partire dall’identificazione di inconscio e linguaggio, si chiarisce l’assunzione del concetto di struttura operata da Lacan.
Se l’inconscio è una sistema linguistico e se il sistema per sua natura ci trascende, poiché vi siamo immersi dalla nascita, Lacan può sostenere che non è il soggetto a produrre il linguaggio, ma questo a produrre il soggetto: l’uomo è propriamente “in preda al linguaggio”, è un “effetto” di esso. E come tale è in preda all’inconscio.
Il soggetto, il desiderio, l’Altro
La prima ipotesi di Lacan sul cammino della soggettivazione compiuto dall’individuo riguarda il cosiddetto “stadio dello specchio”. Con l’espressione “stadio dello specchio” (introdotta nel 1936 al XIV Congresso Internazionale di Psicoanalisi) Lacan descrive l’origine dell’Io.
Un bambino tra i sei e i diciotto mesi posto dinanzi allo specchio: si riconosce. Ma si tratta di processo esclusivamente mente immaginario. È come se il bambino anticipasse attraverso l’immagine dello specchio un’unità di sé che non possiede. È come se potesse percepirsi solo guardando un altro, solo osservando do la propria immagine allo specchio.
Ma il cammino verso la costituzione di una soggettività piena e integrata si rivela strutturalmente impossibile. Lacan distingue a questo proposito tra «bisogno» e «desiderio». Il primo è uno stato fisiologico (fame, sete) che si esprime attraverso la domanda continua rivolta dal bimbo all’Altro materno.
Segnato dalla necessità della domanda e della richiesta, il soggetto si scopre dipendente dall’ordine dell’Altro. Il bisogno è dunque sempre un messaggio/appello all’Altro. Il desiderio va oltre: rappresenta infatti l’eccedenza della domanda, essendone in qualche che modo l’origine stessa. Proprio in quanto nato da un taglio e da una divisione, il soggetto “desidera”.
Irriducibile al semplice bisogno, il desiderio è pertanto per Lacan sempre “desiderio dell’Altro”, a molti livelli: desiderio di essere riconosciuto come unico e insostituibile, desiderio di essere amato, desiderio che l’altro ci desideri. Questa struttura di rimando non trova argini.
La figura paterna ha la funzione di fondare paradossalmente il desiderio nella sua mancanza. Per questo Lacan definisce il “divieto” imposto alle aspettative del bambino come “Significante fondamentale”, come centro dell’inconscio.
L’analisi lacaniana non propone alcuna guarigione nel senso tradizionale del termine; l’individuo può raggiungere solo una verità parziale e squilibrante quale emerge dalle fratture della coscienza e dalle scissioni dell’Io.
La bibliografia di Lacan in lingua italiana può essere organizzata in tre aree: i Seminari, gli scritti e altre opere, i testi e interventi pubblicati in libri e sulle riviste italiane.
I testi maggiori pubblicati fino al 1966 sono negli Scritti, quelli dopo il 1966 su altre raccolte o edizioni singole. La bibliografia è sovrapponibile a quella francese, fatti salvi i Seminari e qualche altro testo non ancora tradotti.
Tuttavia la rivista La Psicoanalisi, fondata nel 1987 dal JacquesAlain Miller e da Antonio Di Ciaccia, membri dell’École de la Cause freudienne di Parigi, ha pubblicato e tuttora continua a pubblicare in italiano interventi, discorsi e conferenze varie, inediti o già apparsi in francese.
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Ultima revisione
Bibliografia:
- “Dizionario Bompiani degli psicologi italiani” di Aldo Carotenuto
- “Jacques Lacan” di Massimo Recalcati
- “Elementi di Psicologia della Personalità” Edizioni Giuridiche Simone
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