Last Updated on 13 Febbraio 2020 by Samuele Corona
Le donne serial killer vengono suddivise generalmente in due categorie: le donne che uccidono individualmente e quelle che agiscono in coppia o in gruppo.
L’unica classificazione ufficiale delle donne serial killer è quella di Michael D. Kelleher del 1998 riportata nel libro Murder Most Rare: The Female Serial Killer . Questa classificazione è basata sull’esame dei casi in cui sono state coinvolte 50 donne serial killer negli Stati Uniti, suddivise in 7 tipologie.
Di seguito verranno brevemente illustrate le 7 Tipologie di donne serial killer che ho estratto, con modifiche e adattamenti al post, dal libro I serial Killer di Vincenzo Mastronardi e Ruben De Luca.
7 Tipologie di donne serial killer
#1. La Vedova Nera
Si definisce Vedova Nera la donna serial killer che uccide sistematicamente mariti e amanti, comunque soggetti di sesso maschile con i quali intrattiene una relazione di natura amorosa e/ o sessuale precedente all’omicidio e di durata variabile.
Questa assassina è estremamente attenta, organizzata e metodica e, spesso, alla base degli omicidi, c’è un movente economico oppure un delirio di erotomania.
La Vedova Nera tipica inizia a uccidere fra i 30 e i 40 anni, è intelligente, manipolativa, paziente e molto organizzata. Gli omicidi sono commessi in un periodo abbastanza lungo e molto diluiti nel tempo, così è difficile che sorgano dei sospetti contro di lei.
È molto abile a conquistare la fiducia delle vittime e l’arma preferita è il veleno, spesso usato a piccole dosi per causare un avvelenamento progressivo. Colpisce la vittima quando questa è totalmente indifesa e non sospetta nulla, e i sintomi sono quasi sempre fraintesi dai medici che ipotizzano delle morti naturali o dovute a malattie poco note.
La classica Vedova Nera americana uccide mediamente 6-8 vittime durante la sua attività omicida, mentre il corrispettivo europeo sembra riuscire a uccidere un numero più elevato di vittime, fra le 13 e le 21, ma l’apparente differenza numerica può essere dovuta alla diversità delle rilevazioni statistiche e ad altre variabili.
La Vedova Nera per antonomasia è Belle Gunness (1859-?), una donna norvegese il cui vero nome era Brynhild Paulsdatter Storset, e che è entrata nella leggenda per almeno due motivi: è stata la prima donna serial killer attiva sul territorio americano nel XX secolo; ha evitato la cattura, concludendo la sua esistenza in maniera tranquilla e riuscendo a farla franca per i suoi crimini.
#2. L’Angelo della Morte
Angelo della Morte
è la donna serial killer che uccide sistematicamente le persone che sono affidate alle sue cure o delle quali si deve occupare fornendo attenzioni mediche e altri tipi di supporto.
La motivazione principale di questi omicidi sembra essere il bisogno di esercitare il controllo assoluto sulla vita di altri esseri umani, in particolare di quelli che sono affidati alle sue cure, anche se, nella maggior parte dei casi, quando l’assassina viene scoperta e catturata, adduce come giustificazione degli omicidi un movente “di facciata”: il desiderio di “alleviare le sofferenze” di altri esseri umani praticando l’eutanasia.
In ogni Angelo della Morte si riscontrano tre caratteristiche comuni: l’assassina ha un bisogno compulsivo di uccidere e trova le sue vittime nell’ambiente di lavoro senza necessità di spostarsi; discute delle condizioni di salute dei pazienti con altre persone, vantandosi di essere in grado di predire la sopravvivenza o meno di alcuni di essi; quando viene scoperta, l’assassina di questo tipo non confessa quasi mai, negando ossessivamente ogni responsabilità, mediante un meccanismo di scissione della personalità.
Se confessa, razionalizza gli omicidi, trasformandoli e giustificandoli come “atti di misericordia commessi nell’interesse delle vittime”.
I terreni di azione preferiti di questa assassina sono gli ospedali e le case di cura, ma possono essere anche case di famiglie normali nelle quali lavorano come babysitter, e le vittime sono sempre individui deboli e indifesi, spesso bambini e anziani, verso i quali l’Angelo si propone in veste curativa e di accudimento.
I decessi sono attribuiti a cause naturali e ci si accorge dell’esistenza di una serie omicidiaria solo dopo moltissimi omicidi, anche perché le amministrazioni ospedaliere non prendono neanche in considerazione l’ipotesi di un killer che si aggira nelle loro strutture e una delle poche possibilità che venga alla luce lo schema omicidiario è che qualche vittima sopravviva e possa aiutare in maniera concreta gli investigatori.
Le stesse metodiche impiegate per uccidere rendono complicato verificare se ci sia stato un omicidio: per togliere la vita ad alcuni pazienti può essere sufficiente solo staccare la spina di una flebo oppure poggiare delicatamente un cuscino sulla faccia per arrestare il respiro.
- Mastronardi, Vincenzo Maria(Autore)
Di solito, un Angelo della Morte viene scoperto abbastanza casualmente, perché i parenti di una vittima s’insospettiscono oppure l’amministrazione sanitaria del luogo di cura nota un aumento notevole dei tassi di mortalità fra i pazienti solo quando è in servizio un determinato soggetto.
Un Angelo della Morte può essere anche di sesso maschile, cioè un infermiere o un medico uomo. Harold Shipman è stato un medico e serial killer britannico, che uccise avvelenandole un numero tra le 218 e oltre le 260 persone con la morfina ne ho parlato nell’articolo: “ I 13 Serial killer più famosi della storia”.
#3. La Predatrice Sessuale
La Predatrice Sessuale agisce da sola e sceglie quasi esclusivamente vittime di sesso maschile
, evidenziando modalità esecutive di tipo sadico. I pochi casi di questa tipologia di donna serial killer si sono verificati quasi tutti in anni recenti.
L’esempio più significativo di Predatrice Sessuale riportato da Michael D. Kelleher nel libro Murder Most Rare: The Female Serial Killer è quello di Aileen Wuornos, una prostituta che si è resa responsabile di 7 omicidi, anche se altri studiosi ritengono che la Wuornos sia da considerare una specie di “Vendicatrice” che, abusata tutta la vita dagli uomini, a un certo punto ha deciso di non fare più la vittima e di passare dalla parte del carnefice.
Tutti i mass media hanno erroneamente definito Aileen Wuornos, la prima donna serial killer americana e la definizione è del tutto errata e testimonia la scarsa preparazione di chi si occupa di omicidio seriale, in particolare di quello femminile.
In realtà, il suo caso è decisamente singolare perché si tratta invece della prima donna che usa modalità esecutive predatorie tipiche del maschio: si sposta da un posto all’altro per cercare le vittime, uccide persone del tutto sconosciute e non familiari e amanti come la maggior parte delle assassine seriali, utilizza la pistola e non il veleno o un’altra arma che permetta di eseguire omicidi “asettici”.
#4. La Vendicatrice
La
donna serial killer Vendicatrice uccide serialmente per motivi di vendetta o gelosia. Di solito, uccide membri della sua stessa famiglia ed è motivata da un incontenibile senso di rifiuto e abbandono.
Questa tipologia è abbastanza rara nell’omicidio seriale, perché la vendetta spesso viene esercitata senza misura e in un unico episodio. Per fare in modo che la vendetta sia il motore propulsore di una serie omicidiaria, l’intensità emozionale della rabbia deve essere preservata e canalizzata in un progetto a lungo termine che preveda i periodi di intervallo emotivo fra un omicidio e l’altro, evitando che il bisogno di rivalsa vada a interferire con la pianificazione degli omicidi.
Spesso, le vittime della vendetta sono i propri stessi figli, utilizzati come mezzo sostitutivo per vendicarsi di un marito che giudicano inadeguato. In altri casi, l’assassina seriale può uccidere persone della sua cerchia di conoscenze che si sono opposte a qualche sua decisione o a una determinata scelta sentimentale.
Generalmente, la Vendicatrice utilizza gli stessi metodi e armi della Vedova Nera, come il soffocamento e l’avvelenamento, anche se non pianifica i delitti con grande attenzione perché si lascia travolgere dal bisogno ossessivo di vendicarsi.
Il soggetto medio di questa categoria riesce a uccidere tre o quattro vittime in un periodo di due anni o anche meno. Quando viene catturata, questa donna serial killer, di solito, ammette i crimini e cerca di dimostrare un sentimento di rimorso.
Nel 1913, nella contea di Bosque in Texas, Ellen Etheridge avvelena quattro degli otto figli che il marito aveva avuto dalla prima moglie, perché era gelosa del rapporto privilegiato che il marito aveva con i bambini e, sentendosi esclusa, voleva vendicarsi. Arrestata e messa alle strette in un interrogatorio, la Etheridge confessa i quattro delitti e viene condannata all’ergastolo.
#5. Assassina per Profitto
Questa donna serial killer uccide sistematicamente le vittime mentre sta commettendo altre attività criminali oppure avendo ben chiaro in mente lo scopo di ottenere un guadagno economico.
Agisce prevalentemente da sola e, pur avendo delle somiglianze, non è assimilabile alla Vedova Nera. Le due caratteristiche che differenziano l’Assassina per Profitto dalla Vedova Nera sono: deve uccidere per un guadagno economico; deve concentrare l’energia distruttiva su vittime estranee alla sua famiglia.
Si tratta di un’assassina molto organizzata, piena di risorse e attenta, quindi molto difficile da scoprire e catturare e, come la Vedova Nera, è molto brava a pianificare tutti i dettagli.
Questo tipo di donna serial killer considera l’omicidio come parte integrante della sua carriera ed è fortemente motivata dal desiderio di ricavare consistenti guadagni economici.
Di solito, è una donna che inizia a uccidere dopo i 25 anni, ma, se è di nazionalità americana, i dati di Michael D. Kelleher indicano che il primo omicidio è commesso dopo i 30 anni.
- Kelleher, Michael D.(Autore)
L’Assassina per Profitto uccide persone che possono essere facilmente manipolate e controllate e che rappresentano un’opportunità di guadagno e, spesso, c’è una polizza d’assicurazione da riscuotere.
Anche quando viene catturata, è molto difficile stabilire il numero esatto delle vittime perché gli omicidi sono camuffati da decessi accidentali o naturali e, se l’autopsia viene effettuata su un cadavere abbastanza vecchio, può non rilevare la presenza di sostanze nocive particolari.
Probabilmente, si tratta del genere di omicidio seriale femminile più freddo e calcolato, in cui non c’è alcun segno di passione o di rimorso nei confronti delle vittime, considerate dei semplici “strumenti” da utilizzare per raggiungere un benessere economico.
Mentre la Vedova Nera e l’Angelo della Morte presentano un marcato disagio psichico che provoca una distorsione delle normali relazioni di amore e cura, l’Assassina per Profitto è una calcolatrice e manipolatrice molto lucida.
Il modo di uccidere preferito comprende l’introduzione di veleno in cibi e bevande delle vittime. Il punto debole di queste assassine, che, spesso, le porta a essere scoperte, è l’avidità eccessiva, per cui, a un certo punto, iniziano a correre rischi sempre più gravi, nella scelta delle vittime e nell’attuazione degli omicidi, perché sono ossessionate dal desiderio di arricchirsi.
Queste assassine sono decisamente sedentarie e, agendo sempre nello stesso luogo, prima o poi destano sospetti a causa dell’elevato tasso di mortalità tra le persone che la frequentano. Quando viene arrestata, l’Assassina per Profitto difficilmente confessa e tende a non cooperare in alcun modo con gli investigatori.
#6. Assassina in Gruppo
Questa donna serial killer uccide insieme ad altre donne o uomini
e, spesso, ha un ruolo accessorio rispetto a un leader maschile che mostra una personalità dominante. La responsabilità condivisa negli omicidi fa sì che la donna possa raggiungere livelli di crudeltà molto più elevati rispetto ad altri tipi di assassine e, spesso, si nota anche una componente sessuale ben marcata.
In alcuni casi, non partecipa all’uccisione effettiva, ma svolge un ruolo di supporto importante (adesca le vittime e le conduce nel luogo in cui verranno uccise, filma gli omicidi e scatta fotografie ai cadaveri ecc.) che non diminuisce la sua responsabilità nell’omicidio.
La detenuta più famosa del Messico è Sarah Aldrete la “sacerdotessa” di una setta attiva a Matamoros alla fine degli anni ’80, che ha compiuto diversi sacrifici umani insieme all’altro leader del gruppo, Adolfo de Jesus Constanzo, e ad alcuni seguaci.
Arrestata nel 1989, la Aldrete è stata condannata a 647 anni di carcere, ma la revisione del processo avvenuta nel 2004 le ha diminuito la pena a 50 anni. Nonostante le prove del suo coinvolgimento fossero abbondanti, la Aldrete ha costantemente dichiarato la sua innocenza..
In un’intervista rilasciata nel febbraio 2005 a un giornalista spagnolo di El Pais, Sarah Aldrete continua a proclamarsi innocente e a sostenere la teoria più gettonata dagli assassini seriali che non ammettono le proprie colpe, la “teoria del complotto”.
I gruppi formati da sole donne sono abbastanza rari e, nella maggior parte dei casi, è frequente la presenza di motivi economici oppure legati alle professioni sanitarie, come il recente caso degli “angeli della morte” austriaci, quattro infermiere di Vienna che hanno eseguito diversi omicidi. Anche nei gruppi composti da sole donne, c’è sempre una personalità più forte delle altre che impone il proprio volere.
Secondo i dati di Michael D. Kelleher, i gruppi americani di donne serial killer presentano tre caratteristiche generali: l’età media delle componenti al momento del primo omicidio è di 20-25 anni; il numero medio delle vittime di ogni gruppo va da 9 a 15; il periodo medio di attività è di uno-due anni. Questi dati sembrano confermati anche per i gruppi attivi fuori dagli Stati Uniti.
#7. Assassina Psicotica
È una donna che soffre di psicosi e uccide in risposta a un delirio interiore accompagnato da allucinazioni
. Di solito, il quadro clinico mostra la presenza di molteplici disturbi psicologici e psichiatrici d’intensità variabile.
Commette gli omicidi in maniera del tutto casuale, senza una motivazione evidente e univoca e con scarsa pianificazione, motivo per cui solitamente viene catturata abbastanza presto.
Un caso classico di Assassina Psicotica è quello che, nella prima metà del XX secolo, ha visto come protagonista in Italia Leonarda Cianciulli, una donna che, seguendo le sue convinzioni psicotiche e i deliri mistici e allucinatori ha ucciso e fatto a pezzi 3 innocenti donne anziane.
Il caso di Leonarda Cianciulli è davvero interessante perché si tratta di uno dei rari esempi di donna serial killer in Italia e per le modalità particolarmente cruenti di effettuare gli omicidi. Dopo aver ucciso a colpi di accetta le vittime, la “Saponificatrice” faceva a pezzi i cadaveri e, durante il processo, racconta nei dettagli le tecniche impiegate per far sparire i corpi.
I giudici non credono che la Cianciulli possa aver eseguito tutto il processo di saponificazione da sola e ritengono che sia stata aiutata dal figlio maggiore, Giuseppe, ma la donna conferma ripetutamente di aver fatto tutto lei e di aver tratto l’ispirazione per la tecnica degli omicidi dalla lettura di un libro poliziesco americano “Il mistero della Quinta Strada” nel quale è descritta la storia di uno scienziato che uccide le persone per poi farle rinascere con dei corpi più belli e più giovani. Il figlio Giuseppe viene assolto per mancanza di prove dopo aver trascorso cinque anni in prigione.
Un perito anatomista del tribunale di Bologna sostiene che, ipotizzando nella Cianciulli una notevole abilità manuale e un’elevata conoscenza dell’anatomia umana, è possibile effettuare la saponificazione di un essere umano in non meno di due ore, ma la donna chiede ai giudici di avere a disposizione un cadavere e le sue lame per dimostrare di essere in grado di farlo in meno tempo.
Il tribunale accetta la singolare richiesta e la Cianciulli conduce l’esperimento in una sala anatomica dell’Istituto di Medicina legale, mentre viene cronometrato il tempo dell’operazione: in un minuto e nove secondi, il corpo era già spogliato e, in dodici minuti, il cadavere era squartato e sezionato in nove parti pronte per essere bollite.
RIF. Tratto (con modifiche e adattamenti al post) dal libro:“I Serial Killer” di Vincenzo Mastronardi e Ruben De Luca
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Bibliografia:
- “Murder Most Rare: The Female Serial Killer” Michael D. Kelleher e C. L. Kelleher
- “Crime Classification Manual” di John E. Douglas
- “Vittime di un amore criminale. La violena in famiglia” di R. Damiani e B.C. Gargiullo
- “I Serial Killer” di Vincenzo Mastronardi e Ruben De Luca
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