Last Updated on 22 Novembre 2024 by Samuele Corona
In questo post, verranno descritti 20 Tratti psicopatici, 20 caratteristiche comportamentali ed emozionali tipiche degli psicopatici.
Gli psicopatici sono persone che non provano sensi di colpa, rimorso o empatia. Furbi e manipolatori, conoscono la differenza tra ciò che è giusto e sbagliato ma hanno maturato l’insana convinzione di essere “autorizzati” a non rispettare le regole.
Questa definizione, che più o meno tutti conoscono, ricorre spesso nei media ed è opinione comune che gli psicopatici siano ovunque.
Sfatiamo subito un mito: Non tutti gli psicopatici sono persone violente o assassini. Possono diventarle, ma si tratta di casi eccezionali; la maggior parte degli psicopatici vive nella società con un certo successo, ma causa molti danni alle persone che ha intorno.
Spesso, ma non sempre, sono coinvolti in attività criminali, perché sono privi di coscienza. È interessante notare che ci sono psicopatici in quasi ogni professione; per esempio medici, avvocati, infermieri, insegnanti, ma queste persone imparano a contenere gli istinti e non infrangono leggi.
Le stime sono variabili, ma si può affermare che circa una persona su centocinquanta (1:150) è psicopatica.
Il modello di Steve Peters
Secondo il modello dello psichiatra inglese Steve Peters (vedi Il Paradosso dello Scimpanzé) il cervello di uno psicopatico è privo del “Centro di Umanità” che il resto di noi possiede, ovvero la parte della mente che è di competenza dell’Umano (la parte razionale del cervello).
Il Centro di Umanità contiene aree che evocano sentimenti come il senso di colpa, il rimorso, la compassione, l’empatia e la coscienza.
Gli psicopatici tendono a essere individui freddi e calcolatori, che usano gli altri a proprio vantaggio. Dunque, uno psicopatico è responsabile delle sue azioni? Su questo punto le opinioni divergono.
Tuttavia, dato che sono molto abili nel confondersi tra la gente e sono piuttosto fastidiosi (questo possiamo affermarlo con certezza) è importante riconoscere le caratteristiche distintive di questi individui per evitare di subire loro angherie.
Tratti psicopatici. Clinica della psicopatia (Un po’ di storia)
Innanzitutto dobbiamo a Hervey Cleckley, psichiatra americano, la più influente descrizione clinica della psicopatia del ventesimo secolo. Cleckley fu ricordato soprattutto per lo studio di una paziente “La donna dai tre volti” di cui ho parlato nel post: Il caso Chris Costner Sizemore. La sua relazione sul caso rese nuovamente popolare in America la controversa diagnosi di disturbo di personalità multipla.
Nel 1941 Hervey Cleckley pubblico The Mask of Sanity con lo scopo di diagnosticare lo sfuggente tratto psicopatico senza fini curativi. Il termine “maschera di sanità” deriva dalla convinzione di Cleckley che uno psicopatico può apparire normale e persino coinvolgente, ma che la “maschera” nasconde un disturbo mentale.
L’idea di un maestro di inganno senza restrizioni morali o etiche, che si comportava in pubblico in modo insospettabile, elettrizzò la società americana e portò ad un maggiore interesse sia per l’introspezione psicologica che per l’individuazione degli psicopatici all’interno della comunità. Il testo divenne molto popolare e fu rivisto e aggiornato in nuove edizioni fino agli anni ’80.
Il criminologo canadese Robert Hare, ideatore della Psychopathy Checklist, nel 2010 ha sottoposto 200 manager al test da lui ideato per valutare i livelli di psicopatia, rilevando nel gruppo dei manager la presenza di tratti di psicopatia in misura superiore alla media della popolazione.
Gli psicopatici di successo
Secondo Robert Hare molti manager sarebbero “psicopatici di successo”: non infrangono la legge, ma si servono delle caratteristiche tipicamente associate al “criminale medio” (egocentrismo, mancanza di empatia, tendenza a manipolare gli altri) per ottenere quello che vogliono.
Molti dirigenti sfruttano ogni possibilità “e, ogni volta che si presenta l’occasione, ne approfittano. Agiscono per realizzare i propri obiettivi, senza farsi alcuno scrupolo”.
Nel 2016 lo psicologo inglese Kevin Dutton ha classificato i tratti psicopatici di uomini politici, sia contemporanei che storici, affermando che Donald Trump batterebbe persino Hitler nei livelli di psicopatia.
Bill Clinton e John F. Kennedy hanno raggiunto dei punteggi molto vicini, insieme all’ex presidente Andrew Jackson che avrebbe il profilo psicologico più vicino a quello di Trump. Hillary Clinton si posiziona tra Nerone e Napoleone.
Lo studio di Kevin Dutton confermerebbe la teoria degli psicopatici di successo di Robert Hare: gli psicopatici ottengono spesso posizioni di rilievo nella società, soprattutto negli ambienti della politica.
Foto tratta da Oxford Press http://www.ox.ac.uk
Come smascherare uno psicopatico
Ad una prima impressione, gli psicopatici generalmente appaiono affascinanti, impegnati, premurosi, amichevoli, logici e ragionevoli, con obiettivi ben ponderati.
Una volta considerati onesti e sinceri, faranno un improvviso dietro-front e inizieranno a mentire senza preoccupazioni, anche nelle piccole cose dalle quali apparentemente non traggono alcun vantaggio.
Se sembrano essere umili e padroni dei propri errori, il loro vero obiettivo è quello di essere percepiti come martiri o agnelli sacrificali disposti ad accettare le proprie colpe. Se lo stratagemma fallisce e vengono biasimati, negheranno con forza ogni responsabilità e, senza provare vergogna, si trasformeranno in bugiardi manipolatori vittime di un complotto.
Smascherare fin da subito le vere motivazioni che si nascondono dietro l’ingannevole facciata degli psicopatici è un impresa veramente ardua e spesso, una volta che queste persone sono entrate a far parte nella nostra vita è difficile liberarsene.
Indipendentemente dalla gravità delle violazioni che commettono a danno di accordi, sentimenti e valori altrui, gli psicopatici hanno sempre i loro buoni motivi per agire come agiscono. La logica conseguenza è che non si può coltivare una vera amicizia con individui di questo tipo, quindi è bene imparare a riconoscerli subito per tenerli lontano dalla nostra vita.
Un’ottima guida, in tempi recenti, per imparare a individuare immediatamente tutte le caratteristiche e gli schemi di comportamento con cui questi “torturatori” agiscono è Circondati da Psicopatici dell’autrice Bärbel Mechler da cui ho estratto 20 tratti psicopatici, 20 caratteristiche comportamentali ed emozionali per smascherare gli psicopatici tra le persone che frequenti.
20 Tratti psicopatici. Le Caratteristiche comportamentali ed emozionali tipiche degli psicopatici
Di seguito verranno brevemente illustrati 20 tratti specifici degli psicopatici, che ho estratto, con modifiche e adattamenti al post, dal libro della Mechler. Occorre tener presente che queste caratteristiche variano di intensità in base alla tipologia e alla predisposizione individuale di ciascuna persona.
Questo post non è da intendersi come manuale medico e non deve sostituire i servizi di un professionista esperto, i 20 tratti psicopatici hanno lo scopo di informare potenziali vittime che sono intrappolate in relazioni tossiche.
#1. Irriconoscenti
Gli individui che presentano marcati tratti psicopatici pensano che sia assolutamente legittimo e naturale non soltanto che gli altri facciano del loro meglio per accontentarli, ma anche che diano tutto il possibile, e senza ricevere gratitudine o essere contraccambiati in alcun modo.
Le persone a maggior rischio di diventare vittime di soggetti di questo tipo sono ingenue e fiduciose, si lasciano entusiasmare con facilità e di conseguenza si accorgono troppo tardi di essere state usate soltanto a scopi opportunistici.
#2. Bugiardi patologici
La menzogna è uno strumento irrinunciabile per gli psicopatici. Infatti, chi vuole dipingere un ritratto immacolato di se stesso deve rielaborare, almeno un po’, la realtà, che ben difficilmente è a favore della sua immagine e dei risultati conseguiti.
Alla base del bisogno compulsivo di mentire, c’è la dolorosa esperienza infantile che la mediocrità non potrà mai portare il riconoscimento desiderato perciò a questi individui appare del tutto logico e pertinente che la verità non basti o sia addirittura inutile.
Ai loro occhi solo chi riesce sempre ad adattare i propri racconti alle esigenze del momento è intelligente e accorto, la bugia patologica diventa così uno strumento di sopravvivenza.
Rimuovono le esperienze negative che la vita riserva anche a loro, e preferiscono crearsi una vita impostata sull’inganno. Raccontano fatti accaduti e inventati, e si autoconvincono che gli altri si sentano irresistibilmente attratti dalla loro aura di avventura e padronanza.
#3. Hanno sempre ragione loro
Provare a discutere con persone di questo tipo è senza speranza: hanno sempre ragione loro.
Se si accorgono che gli interlocutori hanno delle riserve nei confronti dei loro argomenti, per affermare la propria opinione tendono a ricorrere a generalizzazioni del tipo: “Ogni persona intelligente sa che… è così”
Quanto affermano non gode necessariamente di validità nel tempo. Ciò che viene sostenuto oggi, potrà essere negato con grande veemenza domani, in modo del tutto arbitrario. È un tratto legato al loro comportamento contraddittorio e alla loro percezione distorta.
Non percepiscono le loro esternazioni antitetiche come tali: tendono piuttosto a ritenere che l’interlocutore non sia in grado di comprendere e può accadere da un momento all’altro che abbiano reazioni colleriche e aggressive, se si nega loro il consenso cui aspirano, poiché per loro un’opinione diversa è un rifiuto della loro persona.
#4. Si sentono pervasi da un grande senso dell’onore
Normalmente chi ferisce gli altri, ne parla male, dice loro falsità e li inganna sa bene che questo comportamento non ha niente di onorevole. Queste persone senza scrupoli, però, ragionano in modo diverso: si considerano integerrime anche quando agiscono contro ogni convenzione sociale.
Da questo punto di vista, gli psicopatici vivono molto meglio di chiunque altro. Chi non riesce a esercitare uno sguardo critico nei confronti di se stesso, non vede difetti e, di conseguenza non si sente chiamato a cambiare in alcun modo: è agli altri che accolla volentieri questo compito.
#5. Presuntuosi sino all’inverosimile
La smaccata sopravvalutazione di sé è un tratto tipico degli psicopatici. Questi individui sviluppano meccanismi efficaci in grado di escludere in modo sicuro e affidabile tutti i tratti indesiderati dal proprio campo visivo.
Si può spesso constatare che queste persone seminano sofferenza ovunque si trovino, e al tempo stesso si considerano esempi di bontà e altruismo: credono in ciò che fanno e dicono, ne sono fortemente coinvolti e si fanno convincere dalle loro stesse parole.
Portano una maschera stabile non solo nei confronti degli altri, ma soprattutto nei confronti di se stessi, anche se la situazione finisce per essere ridicola.
#6. Si vantano di agire in modo razionale
Gli psicopatici si spacciano volentieri per persone aperte e socievoli, ma è soltanto una facciata dietro la quale nascondono la loro incapacità di provare emozioni profonde come l’amore, la tenerezza, la fiducia e così via. Riescono a dissimulare a meraviglia le loro carenze e si attribuiscono l’autorità di dettar legge in termine di emozioni, anche se queste ultime per loro sono una lingua straniera di cui non afferrano una sola parola.
Per mascherare questa pecca, si vantano della loro presunta capacità di agire in modo razionale, che a loro avviso li porrebbe al riparo da ipotetiche decisioni prese sull’onda delle emozioni. L’aspetto grottesco è che in realtà sono individui molto emotivi, perché la collera, l’odio, il disprezzo e la prepotenza sono tutti sentimenti, con l’unica differenza che hanno una natura egocentrica e non sono proiettati a vantaggio degli altri.
#7. Sono convinti di non avere punti deboli
A differenza degli altri esseri umani che perlopiù sono consapevoli delle loro debolezze e sono in grado di riflettere sul proprio comportamento e di considerarlo in modo critico, gli psicopatici non credono di avere punti deboli. Qualora invece ammettano i loro difetti, è consentito un certo scetticismo.
Quasi sempre, quando uno psicopatico espone in pubblico i suoi punti deboli, si tratta di un’altra forma indiretta di esibizionismo. Quando la situazione lo richiede, e per avvicinarsi all’obiettivo che perseguono, gli psicopatici fingono di adeguarsi alle aspettative altrui e cercano di segnare punti a proprio favore con discorsi inventati.
#8. Non sbagliano mai
Negare i propri errori è una peculiarità fondamentale degli psicopatici. Per loro gli errori sono segni di imperfezione, perciò vanno confutati a ogni costo.
L’aspetto contraddittorio però è che questi individui non si impegnano in alcun modo per non commetterne; si impegnano nel negare di averne commessi. Come sempre, anche qui ciò che conta è la facciata di perfezione.
#9. Smascherano senza pietà gli errori altrui
Quando sono gli altri a sbagliare, le cose vanno in modo diametralmente opposto: in questo caso diventa necessario essere estremamente diretti ed espliciti. Le persone incapaci di empatia provano piacere a mettere in evidenza i difetti altrui, perché si illudono di apparire più grandi quando sminuiscono gli altri.
#10. Non sono mai colpevoli
È ovvio: chi non fa errori non può mai avere alcuna colpa. La conseguenza è che gli psicopatici trovano sempre un responsabile che deve fungere da capro espiatorio.
Per loro, il senso di colpa e gli scrupoli di coscienza, per non parlare del rimorso, sono sentimenti del tutto sconosciuti, così come l’empatia per la sofferenza delle persone che subiscono i loro attacchi.
Al contrario: passo dopo passo questi individui sviluppano strategie che offrono legittimazione al proprio comportamento scorretto.
La loro mancanza di senso della responsabilità si può ben riassumere con il cosiddetto principio di san Floriano, cui si chiede: “Fa’ che il fulmine risparmi il mio giardino, semmai brucia quello del vicino”.
#11. Sono estremamente inaffidabili
Nella loro inaffidabilità, questi soggetti sono estremamente affidabili: attenersi agli accordi e ai contratti, e farsi carico delle scommesse perse, sono tutte cose che suscitano in loro una profonda avversione. Se al momento di onorarli non vedono più vantaggi negli accordi presi, li considerano acqua passata.
#12. Traggono profitto dalla miseria altrui
Gli esponenti di questa categoria, caratterizzata da elevate componenti psicopatiche anche aggressive, non esitano a utilizzare ai propri fini la miseria altrui, un gioco che riesce loro al meglio nei confronti di chi dipende da loro a livello finanziario.
Di solito le persone sane sanno apprezzare e onorare le prestazioni dei loro collaboratori, invece gli psicopatici le sminuiscono e dimenticano chi ha permesso loro di procurarsi la ricchezza o di farsi una posizione.
#13. Inviano messaggi contraddittori
Vivono in un caos interiore che necessariamente genera contraddizioni. Loro però non le percepiscono, mentre sono le persone che li circondano a subirne violentemente gli effetti. Un giorno si sostiene una cosa e quello seguente il suo esatto contrario, a seconda della situazione e dell’umore.
A volte anche gli accordi del mattino, giunta la sera, non sono più validi: non c’è niente di vincolante e nessun punto di riferimento per una sana capacità di giudizio.
#14. Si sentono superiori
Questo arrogante senso di superiorità è profondamente connaturato in questi individui ed è difficile da sradicare. Se però qualcun altro rivendica la stessa importanza che loro si attribuiscono, gli psicopatici lo recepiscono come una minaccia e combattono con tutte le loro forze.
Nell’emergenza ricorrono anche a uno stratagemma e cercano di allearsi con il “nemico” utilizzando abili tecniche manipolative. Tutto è legittimo, pur di evitare di provare un bruciante senso di sconfitta.
#15. Offendono, sminuiscono, mortificano e deridono
Purtroppo il sentimento dell’empatia non rientra fra i loro punti di forza. Non hanno la capacità naturale di immedesimarsi negli altri e di capire quanto possano essere dolorose le offese e le mortificazioni che infliggono loro.
Partono dal presupposto che l’altro le abbia meritate e che il loro intervento contribuisca al suo miglioramento: sono dunque convinti di prestare un servizio alla società.
#16. Amano i segreti
Gli psicopatici amano contornarsi da un’aura di mistero e non scoprono volentieri le loro carte. Fanno il possibile per mascherare e occultare le bugie e tutto ciò che non giova alla propria immagine.
Ma anche il fascino dell’ignoto è inteso ad accrescere la loro attrazione su chi li circonda. E sicuramente in questo modo riescono anche a dissimulare gli aspetti mediocri e poco interessanti della loro personalità.
#17. Usano i complimenti per legare gli altri a sé
Nelle situazioni in cui non riescono automaticamente a dominare, si mostrano volentieri dal proprio lato migliore. Spesso in questi casi usano il loro fascino a fini manipolativi.
Nessuna esternazione è troppo imbarazzante, se li aiuta a perseguire i loro scopi. Sembrano quasi possedere un sesto senso per i più profondi desideri irrealizzati degli altri e non esitano ad approfittarne in modo spietato.
#18. Non riescono a mantenere le proprie amicizie
Le amicizie funzionano solo se la relazione è scambievole e se si sa che l’altro ci sarà anche nelle situazioni difficili. Se invece c’è soltanto una persona che dà, mentre l’altra non fa che prendere, l’equilibrio su cui si basano la fiducia e la confidenza ne risulta disturbato.
Per quanto facciano grandi promesse, gli psicopatici di solito si fermano alle parole, cui non vengono mai fatti seguire i fatti. Se viceversa i fatti si verificano, quasi sempre è perché le loro grosse carenze affettive li inducono a perseguire intenzioni completamente diverse.
#19. Riconoscono solo i propri interessi
I soggetti che rientrano in questa categoria conoscono soltanto le proprie esigenze e perseguono soltanto i propri obiettivi, mentre ignorano tutte le sfumature intermedie della comunicazione interumana.
Se le azioni altrui corrispondono alle loro aspettative, sono soddisfatti, ma se qualcuno esprime un parere diverso, invece di considerarla una legittima opinione personale, lo interpretano come un attacco alla propria persona.
Quando uno psicopatico dà avvio a una campagna di mobbing contro un collega, tutti coloro che non vi si allineano in modo incondizionato devono mettere in conto di diventarne a loro volta un bersaglio. Le regole sono simili a quelle delle bande di criminali di strada: chi si ribella al capo rischia in prima persona.
#20. Parassiti assetati di potere
Ogni persona che contravviene alle esigenze e alle regole della nostra comunità sociale disattendendo le norme e i valori condivisi senza mai assumersi la responsabilità delle proprie azioni, vive a spese degli altri e merita che si definisca parassitario il suo stile di vita.
Individui di questo tipo si incontrano in moltissimi ambienti: evadono le tasse, ottengono con l’inganno sovvenzioni pubbliche e aiuti dai servizi sociali, simulano sinistri per avere indennizzi dalle assicurazioni o, peggio ancora, riescono ad accaparrarsi cariche o posizioni importanti per soddisfare la propria smania di potere.
Il fatto però che proprio questi incarichi richiedano notevoli competenze sociali e un elevato senso della responsabilità non li preoccupa affatto. Al contrario, capita addirittura che le opportunità offerte dal loro posto di lavoro vengano utilizzate per compiere abusi e attuare giochetti di potere a scopi personali.
- Chiale, Graciela(Autore)
Convertire uno psicopatico è un’impresa impossibile: ogni tentativo in questa direzione sarebbe destinato a fallire e comporterebbe soltanto altre ingiustizie e inutili sofferenze. Anche chi riesce a sopportare tutti i loro giochetti non ottiene per questo la loro stima, perché per loro chi non si sa difendere è solo un debole che ha bisogno del pugno di ferro.
Lo psicopatico considera la cosa più ovvia del mondo poter essere come è, perché il suo modo di agire è giusto per natura. Indipendentemente dalla gravità delle violazioni che commette a danno di accordi, sentimenti e valori altrui, ha sempre i suoi buoni motivi per agire come agisce.
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Bibliografia
- “Circondati da psicopatici” di Barbel Mechler
- “Il paradosso dello scipanzé” di Steve Peters
- “La psicopatia” di Robert Hare
- “focus.it”
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