Chris Costner Sizemore
(1927 – 2016) negli anni ’50 fu diagnosticata con il Disturbo da Personalità Multipla e il suo caso, dietro lo pseudonimo di Eve, fu raccontato dai suoi psichiatri, anche se non fedelmente, nel libro The Three Faces of Eve.
I due psichiatri americani Corbett Thigpen e Hervey Cleckley descrissero il caso della paziente Eve che presentava 3 distinte personalità, con i nomi Eve White, Eve Black e Jane.
Chris Costner Sizemore (Eve) esibiva “involontariamente” ben 3 personalità, ciascuna separata dalle altre, e ogni personalità presentava delle caratteristiche psichiche con delle modalità comportamentali proprie.
Chris Costner Sizemore. La donna dai tre volti
La donna dai tre volti (The Three Faces of Eve)
un film del 1957 che valse il premio Oscar all’attrice protagonista Joanne Woodward, si basava su questo caso e portò il disturbo psichiatrico all’attenzione del grande pubblico.
La vera identità della paziente diventò pubblica negli anni ’70 quando scrisse alcuni libri I’m Eve (1977) e A Mind of My Own (1989) che completavano nei dettagli il caso riportato dagli psichiatri in The three Faces of Eve.
- Woodward,Wayne (Attore)
La Sizemore riferì di sentirsi oppressa a causa del clamore mediatico sollevato dal libro e dal film. Nel 1988, dopo aver scoperto, che i diritti legali della sua storia di vita erano stati venduti dai suoi psichiatri alla 20th Century Fox, si recò al Tribunale di Manhattan per contestare il contratto. La stessa accettò poi un accordo tra le parti e non sono stati fatti altri film.
Il Disturbo da Personalità Multipla
Il Disturbo da Personalità Multipla
(DPM) o Disturbo Dissociativo dell’Identità (DDI), a seconda del sistema di classificazione di riferimento ICD o DSM, era praticamente sconosciuto fino a quando i due psichiatri americani pubblicarono il loro studio.
Secondo Geoff Rolls, autore del libro “Casi Classici della psicologia”, il caso di Chris Costner Sizemore portò il Disturbo di Personalità Multipla dall’essere un disturbo sconosciuto e una condizione rara all’essere ampiamente riconosciuto e comunemente diagnosticato.
La diagnosi di Disturbo Dissociativo dell’Identità, secondo il DSM, implica la presenza di due o più identità o stati di personalità separate che a loro volta prendono il controllo del comportamento del soggetto, accompagnato da un’incapacità di evocare i ricordi personali.
Nel Disturbo da Personalità Multipla il sintomo più evidente è dato dal fatto che la persona ha almeno una personalità alternativa, o “alter ego”, che controlla il comportamento. L’alter ego subentra spontaneamente e involontariamente e funziona in modo completamente indipendente dall’altro sé.
Vi è di solito una personalità “centrale” che affronta la vita quotidiana e ordinaria, spesso è inconsapevole della presenza delle altre personalità o, se ne è consapevole lo è in modo indiretto.
Le altre personalità possono sapere dell’esistenza di varie personalità e talvolta possono nascere delle amicizie o delle alleanze tra di loro a discapito di altre personalità ancora!
Molte di queste personalità non sono pienamente sviluppate e rimangono frammentarie. Possono avere età, sesso e persino nazionalità differenti. Ogni personalità ha una identità separata (che può implicare una diversa gestualità, scrittura, linguaggio e immagine corporea) dalle altre.
Negli Stati Uniti, il Disturbo di Personalità Multipla divenne una moda
Sebbene certamente non fosse ben noto prima dello studio del caso di Eve, da parte di Thigpen e Cleckley, il Disturbo da Personalità Multipla ha una storia relativamente lunga, che risale addirittura al 1874.
Vi sono dei resoconti che riportano il caso di Victor Race, un bracciante agricolo vissuto a Soissons, Francia, che presentava i sintomi del DPM.
Se pensiamo alla letteratura Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde di Robert Louis Stevenson, il più celebre racconto riguardante la “doppia personalità” è del 1886.
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Secondo quanto riportato da Geoff Rolls, dopo il caso Caso Chris Costner Sizemore, il Disturbo di Personalità Multipla negli Stati uniti divenne una moda e pazienti e terapeuti facevano a gara contro altri pazienti e terapeuti a chi aveva più personalità.
Un caso simile a quello delle Sizemore, che catturò l’attenzione del pubblico, fu il caso di Shirley Ardell Mason descritto nel libro Sybil del 1973 di Flora Rheta Schreiber.
Il libro racconta la storia della paziente a cui fu diagnosticato un Disturbo Dissociativo dell’identità con ben 16 personalità da cui poi è stato tratto il film omonimo Sybil.
Esiste un’ampia divergenza di opinioni sull’autenticità e la diagnosi del Disturbo da Personalità Multipla, la stessa Sybil (pseudonimo utilizzato per identificare la Mason) secondo il parere di alcuni autorevoli psichiatri, sarebbe stata semplicemente una paziente isterica vittima di suggestioni indotte da parte della sua psicoterapeuta che insinuava in lei falsi ricordi e ben 16 personalità diverse.
Il caso Billy Milligan
Un caso di Disturbo da Personalità Multipla che sollevò molte polemiche negli Stati Uniti fu quello di Billy Milligan. Milligan fu accusato nel 1977 di aver rapito, violentato e rapinato tre studentesse universitarie. Accusa da cui fu assolto, nonostante la sua provata colpevolezza, per via della diagnosi di DPM.
Milligan fu il primo caso in cui un criminale, riconosciuto colpevole dei reati commessi, è stato assolto per via di una infermità mentale a seguito della diagnosi psichiatrica di DPM, che non lo rendeva responsabile delle azioni compiute.
La biografia di Billy Milligan raccontata nel libro “Una stanza piena di gente” scritto da Daniel Keyes in collaborazione con lo stesso Milligan e le sue 24 personalità, valse all’autore una nomination al premio Edgar Award. Milligan è anche il soggetto di un film dal titolo The Crowded Room, la cui uscita è prevista per il 2020 e che si avvale di Leonardo Di Caprio nel ruolo di Billy.
Ancora oggi, la diagnosi di Disturbo da Personalità Multipla resta quanto meno difficile. Alcuni dei sintomi, quali le allucinazioni acustiche, la creazione di mondi immaginari e le auto-mutilazioni sono presenti anche in altri disturbi.
Viene pressoché universalmente riconosciuto che questo tipo di dissociazione è legato a forti traumi e principalmente ad abusi subiti nell’infanzia, per cui il soggetto, incapace di mantenere l’integrità del sé a causa dell’evento traumatizzante che non sarebbe in grado di sopportare, si dissocia.
In anni recenti gli accademici hanno iniziato a domandarsi se il DPM esista “realmente” o se si tratti di un disturbo iatrogeno, cioè una creazione dei terapeuti “impiantata” nelle menti dei loro suggestionabili e vulnerabili pazienti.
Disturbo da Personalità Multipla: una specificità dell’Occidente
Il Disturbo da Personalità Multipla resta principalmente una specificità dell’Occidente
ed è raramente riportato in altre culture. Quindi ci si chiede se è un disturbo vero che la scienza occidentale è riuscita ad isolare o se invece non lo abbia indotto con le sue aspettative attraverso terapie manipolatorie.
Il Disturbo da Personalità Multipla è una delle patologie più utilizzate nella narrativa e nella cinematografia la cui fama acquisita come “doppia personalità” nella cultura popolare è probabilmente di gran lunga superiore all’importanza attribuita da psichiatri e psicologi di tutto il mondo.
In letteratura, oltre alle opere già citate, spiccano per popolarità e importanza il romanzo Fight Club di Chuck Palahniuk e Il visconte dimezzato di Italo Calvino.
Nel cinema non possiamo non citare il classico Psycho di Alfred Alfred Hitchcock, Fight Club, Shutter Island di Martin Scorsese e Split diretto da M. Night Shyamalan.
Nella musica due album fondamentali della storia del rock: Quadrophenia, l’opera rock dei The Who (1973) da cui è stato tratto il film omonimo e The Lamb Lies Down on Broadway, album dei Genesis (1974) l’ultimo con Peter Gabriel.
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