Alla domanda: Che cosa pensi che sia l’ipnosi? Di solito vengono date le risposte più disparate. Tuttavia, vi sono molti i temi ricorrenti circa la percezione comune di questa tecnica.
Sonno, trance, stato di rilassamento, controllo della mente, un pendolo, Giucas Casella, entrare in contatto con il subconscio, una voce profonda che ti dice cosa fare.
Tutte queste sono idee comuni che sorgono quando le persone cercano di riferirti ciò che pensano dell’ipnosi. Potranno anche venire in mente immagini di persone che dormono, persone che fanno cose ridicole o che vivono un’amnesia di quanto fatto in precedenza, sono altre idee comuni.
Sebbene dei metodi di induzione della trance potrebbero essere stati utilizzati per migliaia di anni dagli sciamani, la maggior parte degli studi storici sull’ipnosi fa risalire la “trance”, che è sinonimo di ipnosi, all’opera del medico Austriaco Franz Anton Mesmer.
I resoconti sulle presunte origini dell’ipnotismo iniziano con alcuni documenti del diciottesimo secolo redatti da Franz Anton Mesmer. Tuttavia, la pratica dell’ipnosi nel senso più ampio che intendiamo oggi non è emersa fino al diciannovesimo secolo, grazie al lavoro di James Braid.
Nel diciannovesimo secolo l’ipnosi cominciò ad essere descritta mediante termini fisiologici e psicologici, come una sorta di stato unico o speciale. Molte definizioni influenti descrivono l’ipnosi come uno ‘stato’ di qualche tipo.
Che tipo di stato, tuttavia, non è così chiaro. Uno “stato simile al sonno”, “uno stato di trance”, “uno stato di focalizzazione”, “un profondo stato di rilassamento”.
Noi siamo sempre in una qualche sorta di stato e non siamo mai nello stesso stato due volte. Molti studi hanno trovato piccole differenze fra una persona in ipnosi e una persona in uno stato normale. Pertanto, i critici della teoria basata sullo stato suggeriscono che l’ipnosi non può essere definita in termini di stato.
Una scansione del cervello può identificare dei markers fisiologici che rendono chiara la distinzione fra qualcuno che sta rispondendo ad una specifica suggestione e qualcuno che sta semplicemente fingendo. Tuttavia non esiste alcuna prova coerente e affidabile dell’esistenza di uno stato indipendente di ipnosi o trance.
Un altro modo di definire l’ipnosi è di considerarla un’arte. Secondo Anthony Jacquin è possibile essere un eccellente ipnotista senza avere nozioni di psicologia, funzionamento del cervello o di teoria dello stato.
In tal modo, si accetta che l’ipnosi è in realtà solo l’applicazione ad arte di una suggestione a qualcuno che si è focalizzato sulle idee che l’ipnotista sta presentando.
- Jacquin, Anthony (Autore)
Il dibattito sulla precisa natura dell’ipnosi è andato avanti per decenni e probabilmente continuerà a lungo, per questo facciamo riferimento alle definizioni dei più influenti ipnotisti esistiti: James Braid, Milton Erickson e Dave Elman.
James Braid
James Braid era un medico e ritenne di aver capito il perché le persone andassero in questo stato particolare.
“La vera origine ed essenza della condizione ipnotica è l’induzione di uno stato di astrazione o concentrazione mentale in cui, come durante un sogno ad occhi aperti o in uno stato di astrazione spontaneo, le facoltà della mente sono talmente assorbite da una singola idea o sequenza di pensieri da… rendere l’individuo inconsapevole, o indifferentemente consapevole di tutte le altre idee, impressioni, o sequenze di pensiero.”
Braid sostiene che l’ipnosi rende l’individuo inconsapevole o indifferentemente consapevole di tutte le altre idee. Questo è importante. Quando sei ipnotizzato sei ancora in grado di riflettere sull’esperienza che stai vivendo, mentre la stai sperimentando, e per quanto tu sia assorbito da essa è comunque un’esperienza pienamente cosciente.
Per esempio, se sotto ipnosi ti viene fatto credere che non puoi spostare la tua mano dalla tua faccia, perché è stata incollata lì, sei comunque in grado di riflettere sul fatto che sia incollata e potresti persino chiederti per quale motivo lo sia. Ma ciò nonostante la sola realtà che hai è che la tua mano è incollata.
L’ipnotista dirige la percezione della realtà del soggetto, bloccando la sua mente intorno a determinate idee. Braid si spinse ancora più avanti nei suoi lavori successivi e ipotizzò che le suggestioni non fossero la spiegazione dei fenomeni ipnotici, ma l’artificio usato per stimolarli.
Dall’epoca di Braid fino alla metà del ventesimo secolo, l’ipnosi fu tipicamente indotta usando un approccio diretto e autoritario, incoraggiando la concentrazione dell’attenzione.
Milton H. Erickson
Nel ventesimo secolo Milton H. Erickson apportò un cambiamento nel modo di indurre l’ipnosi, sviluppando un approccio indiretto. Verso la fine della sua carriera, apparentemente sembrava semplicemente che avesse delle conversazioni con i suoi pazienti, i quali andavano in ipnosi senza che la parola ipnosi venisse neppure menzionata.
Di sicuro Erickson sapeva esattamente quello che stava dicendo, quello che stava facendo e perché questo causasse l’ipnosi. Le sue intuizioni in materia di cambiamento personale hanno avuto un profondo impatto sulla terapia moderna. Puoi leggere i suoi lavori per scoprire tanti incredibili modi in cui puoi impiegare l’ipnosi.
- Erickson, Milton H. (Autore)
Erickson fece esperimenti con l’ipnosi per sessant’anni, coprendo un ambito molto vasto. Si dice che egli usasse l’induzione tramite stretta di mano così spesso che, verso la fine della sua carriera, nessuno osasse più stringergli la mano per davvero.
Molte delle sue dichiarazioni vengono spesso citate come la sua definizione di ipnosi. Una tra le più famose è questa: “Uno stato di speciale consapevolezza caratterizzata da ricettività verso le idee.”
Egli sottolinea che la mente diventa ricettiva verso le idee che l’ipnotista presenta. Questo può essere interpretato come se le persone diventassero più suggestionabili o più aperte alle idee che vengono loro presentate quando sono ipnotizzate.
Erickson pone l’enfasi sulla consapevolezza, anziché sull’essere non coscienti, disattenti o inconsapevoli. È in linea con il suo pensiero che l’ipnosi ti permetta di confrontarti con la mente inconscia. Quando è ipnotizzata, la mente inconscia sembra assumere più responsabilità, o passare in primo piano.
L’inconscio regola tutti i processi fisici del nostro corpo, immagazzina e organizza i ricordi, ogni insegnamento appreso da ogni esperienza, come anche i percorsi mentali e gli schemi che ci permettono di funzionare.
Questa parte della mente è intuitiva, può richiamare il tuo potenziale e istantaneamente cambiare il modo in cui pensi, senti e rispondi. Al contrario la mente conscia è limitata. Essa è logica e lineare nel suo approccio alla soluzione dei problemi.
È il “qui ed ora”. Questo è essenzialmente un modello dissociativo, dove la mente conscia è dissociata dall’inconscio, evitandole di interferire nel funzionamento delle suggestioni. Erickson non era interessato a parlare con la mente consapevole.
Leggi anche: Ipnosi. L’approccio terapeutico di Milton Erickson
Dave Elman
Secondo Dave Elman: “L’ipnosi è uno stato mentale in cui la facoltà critica dell’essere umano è aggirata e viene instaurato il pensiero selettivo”.
Elman fa riferimento a uno stato in cui “… la facoltà critica dell’essere umano è aggirata…”. Quindi che cos’è la facoltà critica? Non sembra essere correlata con alcuna parte fisica del cervello o processo neurologico.
- Del Castello, Emanuele (Autore)
La facoltà critica può essere definita come il tuo senso di giudizio o, forse più accuratamente, come il tuo senso di controllo. La parte di te che pensa di sapere cosa sia la realtà. Pensa di saper distinguere il caldo dal freddo.
Pensa di sapere che una scopa non è la persona di cui sei innamorata. Pensa che sentirai male se ti trafiggi il braccio con uno spillo. Pensa che puoi sollevare il tuo piede, se lo vuoi. Pensa di sapere qual è il tuo nome.
Aggirare la facoltà critica non stabilisce l’ipnosi, ma ne rappresenta, per come la vede Elman, la “chiave d’accesso”. Quando la facoltà critica è aggirata, il tuo senso di giudizio, i ragionamenti induttivi e le facoltà logiche vengono sospesi o distratti.
Quanto sono distratti e per quanto tempo rimangono sospesi dipende dall’attitudine del soggetto e dall’abilità dell’ipnotista.
Quando attitudine e abilità sono entrambe ottimali vettori per l’ipnosi, l’inconscio del tuo soggetto diventa dominante, assume responsabilità e, con ulteriori istruzioni da parte dell’ipnotista, il pensiero selettivo può essere rapidamente installato.
Secondo Elman il pensiero selettivo è quello in cui si crede incondizionatamente.
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Aggiornamento
RIF. Tratto dal libro: “L’arte dell’ipnosi improvvisata” di Anthony Jacquin
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