Il modello del coaching con la C maiuscola di Robert Dilts ha un approccio sistemico che integra e sviluppa potenti tecniche di cambiamento, collaudate da Dilts in oltre trent’anni di ricerche sul campo.
In questo modello di coaching vi è una visione olistica dell’uomo e la convinzione che un cambiamento non sempre riguarda comportamenti disfunzionali da “aggiustare”. Dietro una performance inadeguata spesso, sostiene Dilts, c’è una inabilità comportamentale.
Ci sono molteplici livelli, su cui il problema si stratifica e di cui il coach dovrà tenere conto nel suo intervento per produrre un risultato soddisfacente.
I livelli di cui parla Dilts, sono 6 livelli logici:
- l’ambiente (i vincoli psicologici e strutturali insiti nel contesto in cui la persona opera);
- i comportamenti attesi; le capacità (o competenze necessarie ad attuarli),
- i valori e le convinzioni (ciò in cui si crede e che guida i nostri comportamenti);
- l’identità e la mission (la finalità a un livello più alto).
Fare coaching con la C maiuscola significa esplorare tutti i livelli neurologici e verificare se sono allineati.
Le 6 competenze del coaching con la C maiuscola
#1. Guida caretaking
È il supporto fornito relativamente all’ambiente (o contesto) in cui si verifica il cambiamento. A questo livello, il coach guida la persona o il gruppo a passare da uno stato presente problematico a uno desiderato. Il caretaker ha il compito di creare un ambiente rassicurante, riducendo le interferenze e governando i vincoli.
#2. Coaching
È il coaching tradizionale, quello con la “C minuscola”. Aiuta la persona a migliorare una performance sul piano comportamentale. S’ispira all’allenamento sportivo e porta le persone a divenire consapevoli delle proprie risorse e abilità per conseguire il risultato atteso.
#3. Teaching
L’insegnamento consiste nell’aiutare la persona a sviluppare le sue abilità e capacità cognitive. È un apprendimento centrato su abilità cognitive generali, piuttosto che su specifiche performance. Il coach-“insegnante” aiuta la persona a sviluppare nuove strategie di pensiero e azione, ponendo maggiore enfasi sui nuovi apprendimenti, piuttosto che sul miglioramento di specifiche performance.
#4. Mentoring
Guida la persona a scoprire le proprie competenze inconsapevoli, a superare le resistenze. Il mentore, attraverso il suo esempio, contribuisce a influenzare le convinzioni e i valori della persona, dando risonanza alla sua saggezza interiore e aiutandola a disgelarla.
#5. Sponsoring
È un livello d’intervento più profondo dei precedenti, dove il coach-“sponsor” riconosce l’identità dell’altra persona o del gruppo valorizzandola. Coglie ciò che rende le persone uniche e speciali, sa che ogni giocatore è “vincente”, almeno a livello di identità, e l’accoglie in virtù dell’importante contributo che può dare. È questo riconoscimento a ispirare ogni giocatore a dare il meglio di sé.
#6. RisvegIiare
Va oltre il mentoring e lo sponsorhip. Include il livello della vision e della mission dell’individuo. Consiste nel supportare la persona per portare alla luce la parte migliore del suo modo di entrare in sintonia con una dimensione più ampia del sé che lo trascende.
Il coach che “risveglia” gli altri lo fa attraverso la propria integrità e congruenza, mettendo le persone in contatto con la propria mission. Implica l’accettazione incondizionata dell’identità del cliente e, al tempo stesso, suggerisce possibilità e scelte per la sua espansione ed evoluzione.
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Ultima revisione
RIF. Tratto dal libro: “Il manuale del coach” di Robert Dilts
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