Last Updated on 5 Giugno 2020 by Samuele Corona
David McClelland psicologo statunitense (1917- 1998), noto per La Teoria dei 3 Bisogni, sostiene che i motivi che allontanano o spingono la persona verso il successo, il potere e l’affiliazione, costituiscono una sorta di punto di arrivo di un percorso che è rappresentato da un insieme di mete che rispecchiano le abilità possedute e i valori assimilati della persona.
Alla base di questo percorso ipotizzato da McClelland vi è il sistema di motivi improntato sulle forme della condotta personale. Vi è poi un sistema di giudizio che verifica la compatibilità tra mete, abilità e valori e favorisce la soddisfazione dei bisogni attraverso la scelta di particolari condotte.
Il modello motivazionale ipotizzato da David McClelland tenta di spiegare in che modo l’orientamento al successo, al potere e all’affiliazione influenzano le azioni delle persone. Questa teoria viene spesso insegnata in un contesto manageriale, in classi riguardanti il comportamento gestionale o organizzativo.
Questo modello è stato sviluppato negli anni ’60; due decenni dopo la gerarchia dei bisogni di Maslow che fu proposto per la prima volta nei primi anni ’40.
Ho parlato della teoria di Maslow nell’articolo: La psicologia dei 6 Bisogni Umani
McClelland ha dichiarato che tutti noi abbiamo questi tre tipi di motivazione indipendentemente dall’età, dal sesso, dalla razza o dalla cultura. Il tipo di motivazione predominante, per ciascun individuo, deriva dalle esperienze di vita e dalle opinioni condivise della cultura di appartenenza.
La tendenza all’azione
La tendenza
(o motivazione) all’azione secondo McClelland è interpretabile come risultato di vari sistemi di motivi che interagiscono con vari sistemi di abilità e di valori di ciascun soggetto.
Le precoci esperienze affettive, legate ai bisogni naturali di novità, di armonia, di protezione e di intimità pongono le basi dei bisogni che in seguito diventano stabili sistemi motivazionali e disposizionali, grazie ai processi di socializzazione e allo sviluppo delle funzioni cognitive.
L’attivazione di un motivo si traduce in un impulso ad agire in un determinato modo in combinazione alla probabilità di successo che dipende dalla presenza di determinate terminate abilità e dal valore che viene attribuito al raggiungimento di determinate mete.
La forza dei motivi mostra una notevole variabilità interindividuale oltre che un’ ampia plasticità intraindividuale.
Successo, potere e affiliazione
Il successo (o “riuscita”), il potere e l’affiliazione definiscono i principali sistemi motivazionali che conferiscono alla personalità un carattere distintivo in relazione al prevalere di alcuni motivi che orientano tutto il rapporto dell’individuo con la realtà.
Persona orientata al successo
La persona orientata al successo trae soddisfazione nella pura attività o azione, indipendentemente da altre forme di gratificazione o di riconoscimento.
Si tratta in genere di individui che non si sottopongono a performance eccessivamente difficoltose; cercano piuttosto di raggiungere il massimo risultato, sono sensibili alle operazioni di feedback sull’efficacia e la correttezza delle proprie prestazioni, si mostrano relativamente disponibili ad accogliere le innovazioni.
La motivazione al successo, secondo la teoria di McClelland, è coerente con tipologie e sistemi di valori centrati sulla responsabilità individuale, sull’impegno, sulla libera iniziativa. Questo tipo di personalità è motivato dalla realizzazione sul posto di lavoro e da una gerarchia occupazionale con posizioni scalabili.
Persona orientata all’affiliazione
La persona caratterizzata da una motivazione affiliativa trae soddisfazione dal sentirsi amato e accolto. Necessita di incentivi affiliativi come l’approvazione continua e l’accettazione altrui.
Considera importanti i legami interpersonali; collabora e ascolta gli altri; può tendere al conformismo per evitare criticità e dimensioni conflittuali; teme il rifiuto.
Questa personalità favorisce la collaborazione rispetto alla concorrenza e non ama le situazioni ad alto rischio o alta incertezza. Le persone orientate da un bisogno di affiliazione lavorano bene in aree basate su interazioni sociali come il servizio clienti.
Persona orientata al potere
La persona orientata al potere tende all’autoaffermazione. Per raggiungerla si impegna al limite delle proprie forze, sacrifica i legami, si sottopone a compiti ardui e a performance complesse assumendo rischi elevati.
Una persona orientata al potere gode del riconoscimento dello status, della conquista, della competizione e dell’influenza altrui. In un contesto organizzativo questa personalità può essere sfruttata positivamente per aiutare il gruppo a raggiungere gli obiettivi del Team e nel contempo per aiutare gli altri membri nel gruppo a sentirsi competenti sul proprio lavoro.
Articolo consigliato: La psicologia dei 6 Bisogni Umani
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Bibliografia:
- “Human motivation” di David McClelland
- “Elementi di Psicologia della Personalità” Giuridiche Simone
- “Need theory”
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