L’interpretazione dei sogni è diventato un classico nella storia della psicologia e Freud lo identificò come il suo libro preferito.
Il testo espone la teoria di Freud secondo cui esiste una tecnica psicologica che consente di interpretare i sogni e che, applicando questo metodo, ogni sogno si rivela come una formazione psichica densa di significato, che va inserita in un punto determinabile dell’attività psichica della veglia.
Freud, inoltre, tenta di chiarire i processi da cui derivano la stranezza e l’oscurità del sogno e di dedurre la natura delle forze psichiche dalla cui cooperazione o dal cui contrasto il sogno trae origine.
Nel 1897 Freud iniziò ad applicare a se stesso il metodo psicoanalitico attraverso un’autoanalisi che si protrasse per qualche anno. Analizzò i propri sogni e svolse su essi delle libere associazioni. Parte di questo materiale è riportato nell’opera pubblicata nel 1899, L’interpretazione dei sogni.
Il sogno
I sogni sono per Freud “la via maestra alla conoscenza della vita mentale inconscia”. Il concetto centrale per la teoria del sogno è quello di desiderio: nei sogni i desideri inconsci trovano modo di manifestarsi seppure in forma indiretta.
Il sogno è dunque una forma di pensiero, ma diversa da quello concettuale dello stato di veglia, è un pensiero per immagini, soprattutto visive, ma anche uditive a cui si aggiungono impressioni sensoriali di altro genere.
Nel testo Freud illustra un’ampia tipologia di sogni, ma per l’analisi si attiene all’assunto fondamentale che il sogno è l’appagamento mascherato di un desiderio inammissibile e quindi Rimosso.
Freud distingue nel sogno il contenuto manifesto cioè la trama, lo scenario, i personaggi sognati, dal contenuto latente cioè i desideri e le loro dinamiche inconsce che effettivamente hanno determinato il sogno e che possono essere individuati solo attraverso l’interpretazione che utilizza le libere associazioni del paziente sui vari dettagli del contenuto manifesto.
Il contenuto latente del sogno emerge grazie all’interpretazione che utilizza le libere associazioni del sognatore.
Freud definisce anche il sogno come il guardiano del sonno. Egli ritiene l’organismo tenda a ridurre gli stati di eccitazione ad un livello zero e considera il sogno come un modo per scaricare, pur a livello allucinatorio, stati di eccitazione prodotti nell’individuo o da stimoli interni (ad esempio di tipo pulsionale, o stati di ansia) o da stimoli esterni (difficoltà nella vita reale, conflitti con la realtà, ecc.), in modo tale da preservare il sonno dell’individuo.
Dato che anche il desiderio produce una condizione di eccitazione, il sogno per custodire il sonno deve in qualche modo soddisfare il desiderio.
Ma molti dei desideri inconsci che trovano espressione mascherata nel sogno sono inaccettabili secondo la teoria freudiana perché in conflitto con le nostre convinzioni coscienti, con la morale, con i nostri sentimenti: perciò agisce nel sogno un meccanismo di Censura che vieta al desiderio di esprimersi come tale.
I meccanismi caratteristici del lavoro onirico
Data la censura, il desiderio rimane inconscio ed è costretto ad esprimersi in una forma mascherata, in modo tale che la censura non lo riconosca, ma anche in modo tale che, in questa forma mascherata e allucinatoria, possa comunque ottenere qualche tipo di soddisfazione.
A questa opera di mascheramento provvede il sogno stesso attraverso meccanismi caratteristici del lavoro onirico che sono i seguenti:
#1. Condensazione: un certo elemento del sogno manifesto riassume più elementi del sogno latente. Più temi, più avvenimenti, più persone, nel sogno vengono condensati in un unico tema, un unico avvenimento, un unico personaggio e questi mantengono alcune caratteristiche degli elementi di cui sono formati.
#2. Spostamento: sostituzione di una rappresentazione inaccettabile, ad alta intensità affettiva, con un’altra rappresentazione di minore intensità ed accettabile per la censura, collegabile alla prima attraverso catene associative.
#3. Raffigurazione plastica: il lavoro del sogno costruisce una trama, un racconto accostando vari elementi secondo una logica che non coincide con quella della coscienza, ma mantenendo, camuffati, alcuni nessi logici che possono perciò divenire coscienti. La simultaneità di due scene indica un nesso causale tra loro. Il sogno inoltre non conosce il principio di non contraddizione e la negazione sembra non esistere.
#4. Elaborazione secondaria: opera quando il soggetto si sta risvegliando ed agisce dando una forma relativamente coerente al sogno, attraverso eliminazioni e aggiunte, in modo tale da renderlo abbastanza intelligibile e memorizzabile.
I sogni mantengono spesso un collegamento con la realtà e fanno riferimento ad eventi realmente vissuti che rimangono riconoscibili. Freud chiama questa parte del sogno che fa riferimento all’esperienza diurna: “Residuo diurno”.
L’interpretazione del sogno
L’interpretazione del sogno, a parte certi simboli direttamente riferibili ad un significato noto, deve basarsi sulle libere associazioni del paziente sui vari dettagli del sogno: cioè il paziente deve di dire tutto quello che gli viene in mente in relazione a un dato particolare del sogno segnalatogli dall’analista.
Questo permette all’analista di compiere il lavoro inverso a quello svolto dal lavoro onirico per mascherare il contenuto latente, e di risalire lentamente a quest’ultimo, ricostruendo nessi logici e causali, trovando riferimenti significativi nelle associazioni del paziente che consentono di dare una spiegazione esauriente del sogno fino a scoprirne il significato nascosto ovverosia il contenuto latente.
In un primo momento Freud riteneva che questa spiegazione del contenuto latente, una volta rivelata al paziente, fosse di per sé sufficiente a superare in lui la rimozione e ad esercitare su di lui un effetto di cambiamento. In seguito si rese conto che il meccanismo di difesa chiamato Resistenza era la principale difficoltà da superare.
Cioè non bastava comunicare al paziente il significato dei suoi sintomi perché questi sparissero assieme alla rimozione. Quindi, una volta riscontrata una resistenza all’interpretazione, occorreva concentrare l’attenzione e l’interpretazione sulla resistenza stessa.
Il fatto che il paziente opponesse una resistenza all’interpretazione dimostrava, secondo Freud, la validità di quest’ultima. Occorreva dunque insistere per scoprire quali aspetti più profondi venivano interdetti dalla resistenza.
In questo modo, però, come fa notare Giorgio Concato nel Manuale di psicologia dinamica si crea un problema che per lunghi anni non è stato riconosciuto dalle riflessioni sulla tecnica psicoanalitica:
viene a mancare qualunque possibilità di invalidazione dell’interpretazione del terapeuta e si viene a istituire una asimmetria radicale fra il non sapere del paziente e il sapere dell’analista fino al punto che quest’ultimo può porsi con una totale autoreferenzialità rispetto ai contenuti del paziente sottoposti ad interpretazione.
In altre parole, la non accettazione da parte del paziente di una interpretazione dello psicoanalista non indica a quest’ultimo che la sua interpretazione è errata ma solo una resistenza del paziente. Infine Freud considerò l’interpretazione della resistenza e del transfert come i caratteri tipici del suo modello di tecnica terapeutica.
Il Processo primario e il Processo secondario
Nel capitolo 7 dell’Interpretazione dei sogni, Freud stabilisce un’importante distinzione tra due modi di funzionamento dell’apparato psichico, il processo primario e il processo secondario.
Il processo primario è caratteristico dell’inconscio, quello secondario del preconscio e conscio.
Il processo primario funziona secondo i meccanismi di Condensazione e Spostamento, passa liberamente da una rappresentazione all’altra, senza che queste siano collegate da nessi logici, tende ad investire rappresentazioni collegate ad esperienze di soddisfacimento del desiderio.
Il processo secondario coincide con il pensiero vigile, con il ragionamento, il giudizio, le rappresentazioni sono più stabili e distinte, collegate da nessi logici, e il soddisfacimento del desiderio viene differito.
Successivamente Freud riprenderà la distinzione in altri termini, quelli del conflitto tra Principio di piacere e Principio di realtà.
Vi è una continua interferenza del processo primario (inconscio) su quello secondario (pensiero cosciente), come dimostrano ad esempio dimenticanze, lapsus, sbadataggini che spesso mostrano un’intenzione inconscia rimossa, e i modi di difesa del soggetto rispetto ai propri contenuti inconsci.
La distinzione tra principio di piacere e principio di realtà viene posta da Freud nel 1911 nel saggio intitolato Precisazioni sui due principi dell’accadere psichico. Il principio di piacere caratterizza il processo primario che è mosso verso la realizzazione di un soddisfacimento immediato di un desiderio.
Il principio di realtà governa invece il processo secondario ed è volto al differimento della realizzazione del desiderio in riferimento alle condizioni e alle richieste della realtà esterna.
- Freud, Sigmund (Autore)
Il Modello Topografico
Nell’interpretazione dei sogni appare la prima sistematizzazione dell’apparato psichico, detta modello topografico.
Freud distingue tre funzioni: Conscio, Preconscio, Inconscio.
I contenuti mentali di cui siamo interamente coscienti compongono il primo elemento della triade, il terzo contiene tutti quegli elementi che non hanno accesso alla coscienza a causa della censura che impedisce loro di accedervi, il preconscio, infine, intermedio tra gli altri due, contiene quei pensieri latenti che hanno una struttura verbale, che hanno diretto accesso alla coscienza ma che in un determinato momento non sono presenti nel campo attuale della coscienza.
Ultima revisione
Bibliografia:
- “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud
- “Manuale di psicologia dinamica” di Giorgio Concato
- “Sul sogno” di Sigmund Freud
- “Opere” di Sigmund Freud
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