L’apprendimento subliminale è uno tra i falsi miti della psicologia popolare con le sue promesse di facile memorizzazione e di potenziamento dell’autostima, grazie all’ausilio di registrazioni audio durante il sonno.
Tuttavia il fenomeno dell’apprendimento subliminale continua a catturare l’attenzione di migliaia di persone che giustificano un numero sempre crescente di audio-corsi e applicazioni per smartphone, con lo scopo di condizionare il comportamento di un individuo.
Lo Psycho-Phone
Già verso la fine degli anni ’20 alcune importanti riviste di psicologia reclamizzavano i notevoli vantaggi dello Psycho-Phone un dispositivo inventato da Alois Benjamin Saliger (1880-1969) un uomo d’affari di New York che ha brevettato la sua macchina nel 1932 come “Automatic Time – Controlled Suggest Machine”.
Il dispositivo era essenzialmente un fonografo in stile Edison connesso ad un timer che si avviava quando il proprietario si addormentava. Una volta che questa “macchina per suggestioni” era in funzione, riproduceva la registrazione fatta da Saliger su un cilindro di cera.
L’inventore parlava in prima persona, con un tono di voce rassicurante: esordiva dicendo che l’utente stava dormendo e che il suo subconscio da quel momento avrebbe seguito le indicazioni che gli avrebbe fornito.
Il dispositivo è stato pubblicizzato per la prima volta nel numero di giugno 1927 della popolare rivista di psicologia “Psychology: Health, Happiness, Success”.
La macchina, molto costosa, veniva venduta con tre cilindri di cera, ciascuno con messaggi relativi a un tema specifico: “Prosperità”, “Allungamento della vita” e “Accoppiamento”.
Alla fine Saliger ha prodotto una dozzina di titoli, uno anche in spagnolo.
Desidero un compagno. Irradio amore
Secondo quanto riportato da The New Yorker nel 1933, il messaggio sulla registrazione degli accoppiamenti includeva le seguenti affermazioni: “Desidero un compagno. Irradio amore. Ho una personalità affascinante e attraente. La mia conversazione è interessante. La mia compagnia è deliziosa. Ho un forte sex appeal”.
Saliger era convinto dell’efficacia dello Psycho-Phone dato che 50 dei suoi clienti riferivano di aver trovato un partner. Però non ha mai specificato il numero esatto delle registrazioni “Accoppiamento” vendute.
Poi iniziava la terapia del sonno, ripetendo frasi come: «Il denaro mi vuole e viene da me. Gli affari mi vogliono e vengono da me… Sono ricco. Ho successo…» Secondo Saliger il dispositivo funzionava perché «è stato dimostrato che il sonno naturale è identico al sonno ipnotico e che durante il sonno naturale la mente inconscia è più ricettiva alle suggestioni».
- Eric Edwards (Autore) - Simone Bedetti(Narratore)
Nel 1933, Saliger dichiarò di aver venduto oltre 2.500 Psycho-Phone.
File Audio Subliminali
Se fai una ricerca su google troverai che file audio che aspirano ad aiutare l’acquirente a realizzare i propri sogni, sono ampiamente disponibili sul mercato e si basano sul metodo dell’ apprendimento subliminale durante il sonno.
Fanno promesse di ogni sorta, da “accrescere la motivazione”, a “superare l’ansia sociale”, “dimagrire col pensiero” fino a “incrementare la memoria del 75 per cento”.
Secondo una revisione scientifica realizzata dalla psicologa della salute Madalina Sucala della Icahn School of Medicine di New York nel 2013 esistevano almeno 1455 applicazioni per smartphone dedicate all’ipnosi: in sostanza, una versione hi-tech dello psycho-phone.
Questo genere di prodotti millantano di poter avere importanti applicazioni. Se fossero davvero efficaci, è facile capire che le loro potenzialità susciterebbero l’immediato interesse di organizzazioni militari o professionali e aziende specializzate nella vendita di materiali didattici, come infatti è accaduto nel secolo scorso.
Gli studi di Charles Simon e William Emmons
Nel 1956 gli psicologi Charles Simon e William Emmons della RAND Corporation, una società che svolge attività di ricerca per le forze armate statunitensi, hanno condotto una serie di studi per verificare in modo più scientifico l’effettiva validità del metodo di apprendimento subliminale.
Probabilmente volevano capire se avrebbe potuto essere impiegato nell’addestramento militare, o magari addirittura come arma.
Hanno esaminato le risposte agli stimoli presentati durante vari livelli di veglia, usando l’elettroencefalogramma (EEG) per assicurarsi che i partecipanti fossero davvero addormentati. Infatti, benché questo sembri un prerequisito fondamentale per questo tipo di ricerca, sono stati tra i primi scienziati ad accertarsi che i partecipanti di uno studio del sonno stessero davvero dormendo.
- Editore: Nessun dogma
- Autore: Stephen Law , Oscar Cavagnini
- Collana:
- Formato: Libro in brossura
- Anno: 2015
Simons ed Emmons hanno constatato che somministrare ai soggetti dormienti del materiale da apprendere non produceva alcun risultato visibile, e hanno concluso che «l’apprendimento durante il sonno è probabilmente impossibile».
Così la tecnica dell’ipnopedia (apprendimento durante il sonno) ha perso credibilità scientifica: la maggior parte dei ricercatori ha considerato chiuso il caso e ha reputato inutile condurre ulteriori studi.
Il sonno paradosso
Nel 1995, in una serie di esperimenti di neuroimaging e comportamentali che esaminavano le risposte alla paura nei ratti, Elizabeth Hennevin e la sua équipe dell’Università di Parigi hanno constatato che gli animali sarebbero in grado di formare nuove associazioni durante il sonno, e che le informazioni a cui un animale viene esposto mentre dorme possono avere implicazioni sul comportamento nello stato di veglia.
Secondo i ricercatori tali effetti si produrrebbero durante la fase nota come sonno paradosso, che coesiste con il sonno profondo a onde lente. Il sonno paradosso è caratterizzato da rapidi movimenti oculari (fase REM) e da onde cerebrali simili a quelle visibili in fase di veglia; il paradosso consiste quindi nel fatto che il cervello si comporta come se la persona fosse sveglia, anche se non lo è.
Hennevin e i suoi colleghi hanno quindi ipotizzato, più in generale, che gli stessi processi di sonno-apprendimento potessero verificarsi anche negli esseri umani, essendo il nostro encefalo simile a quello dei ratti in vari modi importanti.
Se il cervello è in uno stato simile alla veglia, è plausibile che l’individuo elabori gli stimoli, almeno in certa misura? Se così fosse, il sonno paradosso potrebbe effettivamente essere la chiave per imparare dormendo.
Questo tipo di asserzioni su come potenziare l’apprendimento durante il sonno sono state verificate quasi vent’anni più tardi utilizzando le nuove conoscenze acquisite grazie alle neuroscienze e alla ricerca sul sonno.
Nel 2014, in uno studio guidato da Maren Cordi presso l’Università di Zurigo, in Svizzera, sedici volontari adulti sono stati cablati con elettrodi collegati a dispositivi che misuravano diverse risposte fisiologiche: l’EEG per registrare l’attività cerebrale, l’elettromiografia (EMG) per l’attività muscolare e l’elettrooculografia (EOG) per i movimenti degli occhi.
Gli studi di Mare Cordi e il suo team
L’insieme dei risultati avrebbe indicato con chiarezza se i partecipanti stessero davvero dormendo, e se si trovassero nella fase di sonno profondo o di sonno paradosso.
Le sessioni iniziavano alle nove di sera; dopo essere stati collegati ai dispositivi, i partecipanti dormivano dalle 22:30 fino a circa le 2 del mattino, quando venivano svegliati e sottoposti a un compito di apprendimento in cui dovevano ricordare la posizione di quindici coppie di carte con raffigurati animali e oggetti di uso quotidiano (come quelle del Memory).
Il task era associato all’esposizione a un particolare odore. Poi i partecipanti si rimettevano a dormire, e quando le misure fisiologiche indicavano che erano entrati nella fase di sonno paradosso, erano esposti allo stesso odore che avevano sentito durante il task oppure a nessun odore. Infine, al risveglio, in una stanza senza odori veniva testata la loro capacità di ricordare le coppie di parole.
L’idea era che l’esposizione all’odore avrebbe riattivato il ricordo del compito, rinforzandolo. Che cos’hanno dunque scoperto Cordi e il suo team?
Niente che avallasse l’ipotesi che sia possibile imparare, o addirittura rafforzare, nuove informazioni complesse mentre si dorme: non hanno riscontrato nessun miglioramento nella memoria se i partecipanti venivano nuovamente esposti agli odori durante il sonno paradosso.
Possiamo imparare durante il sonno?
Possiamo davvero imparare nuove informazioni complesse, o rafforzare in modo rilevante i ricordi, mentre dormiamo, come suggeriscono i sostenitori dell’apprendimento subliminale?
La risposta è definitivamente NO, secondo Julia Shaw psicologa e ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze sociali della London South Bank University.
“Non ci sono prove che possiamo imparare parole o fatti, né beneficiare di qualsiasi tipo di prodotto che proclami di rafforzare la nostra personalità, mentre dormiamo; nemmeno quando le informazioni vengono fornite nella comoda forma di un’applicazione per iPhone”.
Come hanno spiegato nel 2013 Madalina Sucula e il suo gruppo di ricerca, “la tecnologia ha fatto progressi più rapidi della scienza di supporto”.
Gli unici che si arricchiscono grazie agli audio di apprendimento subliminale per trovare “la via del successo dormendo” sono solo le aziende che li vendono.
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