Last Updated on 19 Dicembre 2024 by Samuele Corona
Carl Gustav Jung (1875-1961), medico e psicologo svizzero, è stato uno dei maggiori pensatori del ventesimo secolo. Egli aderì dapprima alle teorie di Sigmund Freud, allontanandosene nel 1913 per fondare la scuola della “Psicologia Analitica”, o “psicologia del profondo”.
Il suo obiettivo è sempre stato quello di aiutare uomini e donne a conoscere se stessi, in modo che attraverso questa conoscenza potessero condurre una vita piena, ricca e felice.
Il pensiero di Jung ha arricchito la moderna psicologia più di quanto possiamo immaginare. Ad esempio, termini ora familiari come “estroverso”, “introverso” e “archetipo” sono tutti concetti junghiani, presi a prestito e spesso deformati nell’uso di altri.
Il suo massimo contributo alla comprensione psicologica è dato dal concetto di inconscio: esso non è “una specie di ripostiglio di desideri repressi”, ma un mondo vero e proprio che è altrettanto vitale e reale nella vita dell’individuo quanto lo è il mondo conscio, e infinitamente più esteso e più ricco di esso.
Il seguente elenco rappresenta una selezione di alcuni dei libri più importanti di Jung. Se sei interessato a saperne di più su Jung e la sua teoria, prendi in considerazione la lettura dell’edizione completa Bollati Boringhieri in formato Kindle.
Se invece vuoi approcciarti a Jung ma non sai da dove iniziare con la lettura, ti consiglio il libro L’uomo e i suoi simboli.
10 Migliori libri di Carl Gustav Jung
#1. L’uomo e i suoi simboli
Pur essendo l’ultima opera di Jung, “L’uomo e i suoi simboli” rappresenta anche la più valida introduzione al suo pensiero poiché si tratta dell’unico testo a carattere dichiaratamente divulgativo pubblicato dal grande psicologo svizzero.
Oltre al saggio di Jung, “Introduzione all’inconscio”, il volume raccoglie quattro contributi dei suoi più stretti collaboratori. Ne deriva una trattazione a più voci, chiara ed essenziale, della “psicologia analitica”, una limpida esposizione di cosa è “l’inconscio collettivo” e di come si manifesta.
Un testo fondamentale, alla portata di tutti, per capire l’uomo moderno, le sue angosce, i suoi traumi, i suoi impulsi. Questo libro è connesso direttamente con lo studio degli esseri umani e dei loro problemi spirituali, possiamo considerarlo come l’eredità di Jung al grande pubblico dei lettori.
#2. Gli archetipi dell’inconscio collettivo
L’importanza dei concetti di “archetipo” e di “inconscio collettivo” nell’opera di Jung è nota a tutti, o quasi. Di fatto si può dire che, elaborando essi nel contesto delle scoperte della psicologia dinamica l’ipotesi di un fondamento psichico da considerarsi comune all’intera umanità, costituiscono propriamente il nucleo centrale della concezione junghiana della realtà psichica.
È quindi comprensibile che relativamente ad essi si sia esercitato da parte di Jung un continuo sforzo di approfondimento; com’è del resto del tutto comprensibile che relativamente ad essi si siano anche concentrate da parte dei critici non solo le obiezioni, ma anche le incomprensioni e le distorsioni più gravi, quali l’accusa corrente di “misticismo” e la frequente confusione tra “archetipi”, condizioni a priori strutturanti l’esperienza, e “contenuti archetipici”, storicamente definiti; confusione che è all’origine della vieta e paradossale accusa d’antistoricismo rivolta a Jung, il quale fu invece innovatore di solido metodo nel campo delle ricerche storiche di tempo lungo, come del resto comprovano molti saggi.
#3. Tipi Psicologici
- Jung Carl Gustav(Autore)
Questo è il testo più venduto di Jung. L’oggetto dell’opera è una classificazione degli individui secondo “tipologie psicologiche”. La teoria di Jung si basa sulla distinzione tra introversione ed estroversione. In secondo luogo, lo psicologo distingue quattro funzioni psichiche: il pensiero, il sentimento, la sensazione e l’intuizione.
Nel libro Jung abbandona la pretesa, che era ancora di Freud, di concepire la psicologia come una scienza esatta, e riconosce invece come ineliminabile la presenza di un fattore irriducibilmente soggettivo.
Nell’elaborazione delle sue osservazioni cliniche, sulle quali si fonda la definizione e la descrizione degli otto tipi psicologici principali, egli integra la scoperta della realtà dell’inconscio, costituendo così la sua tipologia come psicodinamica, nel senso che la psiche individuale è vista nel rapporto dialettico di conscio e inconscio, e teorizza la presa di coscienza come progressivo superamento delle opposizioni.
#4. La Sincronicità
Il fenomeno della sincronicità, secondo la definizione di Jung è la risultante di due fattori:
- un’immagine inconscia che si presenta direttamente (letteralmente) o indirettamente (simboleggiata o accennata alla coscienza come sogno, idea improvvisa, presentimento);
- un dato di fatto obiettivo che coincide con questo contenuto. L’evento esterno può svolgersi fuori della percezione dell’osservatore, ed essere quindi distante nello spazio, o può essere distante nel tempo, può cioè verificarsi in un tempo futuro rispetto al momento dell’evento psichico manifestatosi al soggetto.
La sincronicità è una sorta di “coincidenza temporale di due o più eventi non legati da un rapporto causale, che hanno uno stesso contenuto significativo”. Le incredibili conseguenze che tale assunto implica sono per certi versi sconcertanti – per lo meno per il modello meccanicista di interpretazione del reale, che era quello vigente in toto a metà Novecento.
Ho parlato di Sincronicità nel post Sincronicità. Le Coincidenze significative di Jung
#5. L’Io e l’inconscio
L’Io e l’inconscio è il primo tentativo compiuto da Jung di esporre in modo sistematico l’insieme di ipotesi sulla natura, struttura e dinamica della vita cui aveva dato il nome di “Psicologia Analitica”.
Tappa fondamentale nel suo percorso di avanzamento teorico, è qui che Jung articola definitivamente i concetti di inconscio “personale” e “collettivo”, in queste pagine sono introdotti i concetti chiave di Animus e Anima, prendono forma le definizioni di archetipo e Ombra.
La chiave di volta di questo lavoro di integrazione è l’attività simbolica che caratterizza la vita psichica dell’uomo, la produzione di immagini sintetizzatrici che continuamente lo psichismo inconscio propone alla coscienza, e il conseguente lavoro di accoglimento, vaglio critico, penetrazione e assimilazione (più che interpretazione e risoluzione) con cui la coscienza risponde all’incessante attività produttrice di simboli.
Ne risulta una visione dinamica della vita psichica oltremodo complessa e svolgentesi secondo una linea di progressivo e continuo arricchimento: la personalità totale si va costituendo come un insieme di rapporti tra l’Io e le forme strutturanti dell’inconscio, come anche, benché tale aspetto possa sembrare ignorato da Jung in questo libro tra l’Io e i valori della realtà storica.
#6. Lo sviluppo della personalità
- Jung, Carl Gustav(Autore)
Questi scritti, dedicati al problema dell’educazione e maturati lungo l’arco di un trentacinquennio, offrono ampia testimonianza del graduale distacco di Jung dalla teoria freudiana della sessualità infantile e seguono passo passo l’elaborazione dei capisaldi teorici della psicologia analitica.
Dall’analisi rigorosamente freudiana delle conversazioni e dei sogni Jung passerà poi ad orizzonti più ampi e a un pensiero più autonomo e originale nei confronti del maestro. Egli scoprirà anche nelle fantasie infantili la forza ammaliante degli archetipi, nonché la presenza della tendenza inconscia a elaborare in maniera archetipica i dati della realtà.
Senza indulgere alla retorica dei grandi princìpi, Jung afferma che la migliore educazione nasce dall’esempio “contagioso” di chi riesce, sia pure con sofferenza, a far luce nella propria psiche, accogliendone anche i lati più oscuri, senza essere costretto, come fanno i più, a proiettare i propri complessi inconsci su quello schermo vergine che è ogni bambino.
#7. Psicologia e Alchimia
Psicologia e alchimia, frutto della piena maturità di Jung, è un’opera di comprensione tutt’altro che facile.
Sotto la struttura scientifica dell’opera che propone una tesi originale, si formula l’esperienza della creazione nell’individuo di un modo più cosciente di sapere. E quello che a Jung sembra importare maggiormente, qui come sempre, è dimostrare che le sue “scoperte” psicologiche sono in realtà il ritrovamento di antichissime e universali esperienze, che per questo appunto egli definisce archetipiche.
Psicologia e alchimia è, oltre che un’opera di scienza, uno strumento di cui Jung si serve per dimostrare la realtà di un istinto umano di saggezza, di una pulsione, oggettivamente attiva nella psiche, a uscire dalle oscurità dell’ignoranza del senso delle cose per accedere alla conoscenza del loro significato latente.
In questo va ricercata la ragione fondamentale del fascino durevole che l’opera esercita, stimolando, anche nel lettore di non particolare competenza psicologica, l’innato bisogno di esistere nella coscienza sveglia, e di partecipare così a proprio modo all’opera di liberazione, al parto della Pietra dei filosofi, come direbbero gli alchimisti, ancora per tanta parte nascosta nell’ombra dell’incoscienza.
#8. Introduzione alla psicologia analitica. Cinque conferenze
- Jung, Carl Gustav(Autore)
È la voce stessa di Jung qui a parlare. Sono le famose 5 conferenze che Jung tenne alla Tavistock Clinic di Londra tra il 30 ottobre e il 4 novembre 1935.
Sono un’esposizione semplice e colloquiale dei suoi insegnamenti derivanti dalla pratica clinica e di ricerca. Nell’esporre i capisaldi della propria ricerca fino ad allora effettuata, la teoria delle funzioni, i concetti di archetipo, simbolo, sincronicità, la concezione del sogno e della sua interpretazione, il metodo dell’immaginazione attiva, Jung ribadisce sempre, in modo esplicito o implicito, il proprio distacco anche generazionale dall’insegnamento di Freud.
Il distacco era inteso in accezione soprattutto epistemologico. Mentre la psicoanalisi che allora si andava a declinare e sviluppare veniva intesa sempre di più come un orientamento e un movimento “settario”, la psicologia inaugurata da Jung era invece una psicologia “complessa” e aperta alle altre discipline. Erano queste le basi della psicologia complessa e moderna.
#9. Ricordi, sogni, riflessioni
Jung ricerca se stesso nella propria infanzia; nelle impressionanti e decisive immagini dei sogni iniziali, nella rievocazione dei viaggi, dei primi interessi per il mondo dell’antropologia e, infine, nel grande ‘nodo’ della sua vita, che rispecchia quasi simbolicamente una delle bipolarità della psiche e della cultura moderna: l’incontro e lo scontro con Freud.
L’esigenze di postulare un inconscio collettivo oltre quello individuale, l’aprirsi all’orizzonte mistico e religioso sembrano scaturire dalla convinzione junghiana che Freud non spinge fino in fondo la propria analisi, bloccato com’è dalla ‘rimozione’ di alcuni problemi fondamentali.
Così, paradossalmente, Jung si presenta come l’analista di Freud, mentre a sua volta è tenuto a bada da un proprio dramma, che testimonia la tenace presenza di Freud nel suo pensiero.
#10. Il Libro Rosso
Il Libro rosso è “il libro segreto di Jung”.
Segreto soprattutto in quanto riproduzione simbolica di un universo altro, popolato di immagini interiori che provengono da un aldilà mitico, in cui si caricano di una potenza numinosa che le rende a un tempo guaritrici e pericolose: operatori magici di forze psichiche autonome che solo attraverso un corpo a corpo con l’inconscio è possibile neutralizzare e incanalare in un percorso terapeutico.
Quella che Jung chiamerà più tardi “immaginazione attiva”, è lo strumento inedito di cui egli si servì per suscitare i contenuti archetipici della psiche.
Con il suo tesoro di esperienze iniziatiche e meditazioni sapienziali il Libro rosso si situa dunque al centro di una straordinaria sperimentazione che ne fa un unicum nel panorama novecentesco.
La sua pubblicazione, a distanza di quasi cinquant’anni dalla morte di Jung, ha segnato un punto di svolta negli studi sulla psicologia analitica.
Ho parlato di questo libro nel post Il libro Rosso di Carl Gustav Jung
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