L’esistenza del Libro Rosso di Jung era nota sin dalla pubblicazione di Ricordi, sogni, riflessioni (1962), ma solo nel 2009, quasi cinquant’anni dopo la morte di Jung, viene reso accessibile al pubblico.
Esso si è rivelato fin da subito, su scala mondiale, uno degli eventi editoriali più importanti del nuovo secolo.
Il Libro rosso è il libro segreto di Jung a cui lavorò per oltre sedici anni, dal 1913 al 1930, e ancora in tardissima età lo definì una sorta di presagio numinoso, l’opera di fondazione in cui aveva deposto il nucleo vitale e di pensiero della sua futura attività scientifica.
Secondo alcuni esperti junghiani, solo grazie al Libro rosso è possibile ricostruire l’origine e la coerenza del contenuto essenziale delle opere junghiane successive.
Libro Rosso – Liber Novus
Il Libro rosso di Jung è universalmente noto con questo nome perché il volume calligrafico di riferimento, lasciato incompiuto, è un grosso in folio di più di 600 pagine rilegato in pelle rossa. Il vero titolo è Liber novus, recato sul dorso del volume.
Una buona metà del materiale del Liber proviene dai Libri neri, i taccuini su cui Jung aveva trascritto tra l’altro visioni, fantasie e sogni “profetici” da cui era stato scosso a partire dall’ottobre 1913; il resto deriva da varie minute e trascrizioni.
Dal Jung intraprese quella sperimentazione su se stesso che, in seguito, chiamò il suo “confronto con l’inconscio”.
Nel corso di questo esperimento, proseguito fino al 1930, sviluppò uno specifico metodo di esplorazione psicologica, detto più tardi “immaginazione attiva”, finalizzato a consentirgli di “andare alla base dei (propri) processi interiori”, “tradurre le emozioni in immagini” e “cogliere le fantasie che (lo) sollecitavano dal sottosuolo”.
Club psicologico di Zurigo
All’epoca Jung condivise le sue esperienze interiori solo con la moglie e poche altre persone fidate. Poi, nel 1925, in occasione di una serie di seminari tenuti presso il Club psicologico di Zurigo, diede notizia del processo di trasformazione personale e professionale seguito alla rottura con Freud e descrisse il metodo dell’immaginazione attiva.
Il Libro rosso può definirsi come il racconto del viaggio di Io-Jung nello sprofondamento entro sé, nell’attraversamento del mondo infero, e nel riaffioramento alla nuova luce/ombra in vista della congiunzione e convivenza con il proprio Sé.
Alla progressione di questo percorso lo psichiatra svizzero, nello scritto Tipi psicologici dà il nome di “processo di individuazione”.
Dal resoconto di questo viaggio personale, emerge che Jung era ben consapevole dello straordinario valore paradigmatico del suo confronto con l’inconscio ma è lo stesso Jung a lasciar trasparire i motivi che lo dissuasero dal pubblicare il Libro rosso.
In sostanza, si trattava di un’opera rimasta incompiuta, dalla cui realizzazione era stato “distratto”, come spiegò nei Ricordi, dal suo crescente interesse per l’alchimia.
Un ruolo centrale nella produzione scientifica di Jung
A posteriori, egli descrisse il meticoloso lavoro di configurazione delle proprie fantasie nel Libro rosso come un tentativo necessario, ma fastidioso, di “elaborazione estetizzante”.
E ancora nel 1957 ebbe a definire i Libri neri e il Libro rosso scritture autobiografiche che non dovevano essere incluse nel piano delle sue Opere in quanto di carattere personale e non scientifico.
Secondo Ulrich Hoerni, Jung di fatto non escluse la possibilità di una pubblicazione, ma semplicemente lasciò aperta la questione. Va inoltre detto che attraverso il suo “confronto con l’inconscio” egli attinse, secondo le sue stesse parole, la materia prima da cui scaturì tutta l’opera successiva.
Quale testimonianza di tale confronto il Libro rosso assume quindi, scrive Hoerni, oltre l’ambito privato, un ruolo centrale nella produzione scientifica di Jung.
Tali acquisizioni hanno permesso alla generazione dei nipoti di Jung di considerare la situazione sotto una nuova luce, così la Erbengemeinschaft C. G. Jung acconsentì democraticamente alla pubblicazione del Libro rosso e il risultato è meritevole d’attenzione.
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