Troppo spesso le persone si bloccano in una situazione senza via d’uscita per mancanza di flessibilità emotiva.
Byron Katie ricorre ad una semplice ma incredibilmente efficace serie di domande che aiutano le persone a superare la rabbia, il risentimento e la paura molto rapidamente.
Un metodo d’indagine semplice ma potente, un modo di identificare e di indagare i pensieri che causano la sofferenza. È un metodo accessibile a persone di ogni età e ambiente sociale, non richiede nient’altro che carta e penna, e una disponibilità ad aprire la mente. Chiunque abbia una mente aperta può fare questo “Lavoro” (The Work).
Individuare i pensieri e i giudizi che causano stress
Il primo passo del Lavoro di Katie consiste nell’individuare i pensieri e i giudizi che stanno causando le tue emozioni stressanti e scriverli. Un pensiero è innocuo finché non ci crediamo.
Non sono i nostri pensieri, ma l’attaccamento ai nostri pensieri che causa sofferenza. Attaccarsi a un pensiero significa credere che sia vero, senza indagarlo. Una credenza è un pensiero al quale siamo attaccati, spesso da anni.
T’invito a scrivere i tuoi giudizi su qualcuno che non hai ancora perdonato del tutto, qualcuno che ancora non sopporti. Questo è il punto di partenza più potente del metodo. Anche se l’hai perdonato al 99 per cento, finché non lo perdonerai completamente non sarai libero.
L’1 per cento che non hai ancora perdonato è il punto che ti fa rimanere bloccato in tutte le altre relazioni (inclusa la relazione con te stesso)
Metodo Byron Katie: Come procedere
Pensa un momento, una situazione, in cui sei stato arrabbiato, ferito, triste o deluso da qualcuno. Individua una persona verso la quale hai dei risentimenti, qualcuno a cui non hai perdonato una certa cosa.
Sii critico, infantile e meschino. Non cercare di essere saggio, spirituale o gentile.
Esempio: In quella situazione sono arrabbiato con … perchè …
Fatti delle domande specifiche, tipo:
- In cosa vuoi che cambi quella persona?
- Che cosa dovrebbe o non dovrebbe fare?
- Che cosa ti serve da lei per essere contento?
Bene, ora che hai individuato la prospettiva che è origine del risentimento:
Rispondi alle 4 domande
1. È vero?
Mentre riconsideri la situazione chiediti: è vero? Aspetta in silenzio. Lascia che sia la mente a porre la domanda e aspetta che la risposta emerga. La risposta è semplicemente una sillaba; sì o no. Non esistono “ma”, “perché”.
2. Puoi sapere con assoluta certezza che è vero?
Potrebbe essere una bella sorpresa scoprire che non puoi saperlo con assoluta certezza? Ciò che ti disturba è per forza vero? È come dici tu? Sei davvero sicuro che lo sia? Se ti poni dei dubbi, è possibile che si verifichi un cambiamento.
3. Come reagisci, cosa avviene quando credi a quel pensiero?
La domanda fa toccare con mano le conseguenze negative, lo stress, il turbamento causato da quell’atteggiamento. Ben presto appare chiaro che continuare a vedere le cose in quest’ottica è, nel migliore dei casi, poco produttivo e, nel peggiore, dannoso.
4. Chi saresti senza quel pensiero?
Per rispondere onestamente alla domanda, devi spostarti al di fuori dei limiti della prospettiva negativa espressa all’inizio. Facendo questo, subito comincerai a stare meglio. Chi (o come) saresti nella stessa situazione se non credessi a quel pensiero?
Prenditi tutto il tempo che ti serve. Osserva tutto ciò che ti si rivela. Che cosa vedi adesso? Nota la differenza.
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A questo punto la maggior parte delle persone è pronta ad abbandonare il peso della prospettiva negativa e ad abbracciare la nuova ottica libera dallo stress.
Puoi lavorare con queste domande ogni volta che vuoi e andare oltre una prospettiva che ti limita.
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Bibliografia:
- Amare ciò che è. 4 domande che possono cambiare la tua vita di Byron Katie
- Il Lavoro. The Work di Byron Katie
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