In qualunque discussione sul successo i termini consuetudine e disciplina si intersecano.
Sebbene con un significato diverso, sono strettamente legati nel creare la base del successo: lavorare regolarmente a qualcosa affinché questa cosa lavori regolarmente per voi.
Quando vi date disciplina, vi allenate sostanzialmente ad agire in maniera specifica. Continuando a farlo abbastanza a lungo, diventa una routine, in altre parole, una consuetudine.
Così, quando vedete persone che sembrano disciplinate in realtà vedete persone che hanno introdotto una serie di consuetudini nella loro vita. Questo le fa sembrare disciplinate laddove non lo sono affatto. Nessuno lo è.
Questo concetto, che va a scontrarsi con il mito di dover forgiare e mantenere ogni comportamento sulla base della disciplina, viene riportato nel bestseller, tradotto in 24 lingue, “Una Cosa Sola”.
- Keller, Gary (Autore)
Gli autori Gary Keller e Jay Papasan sostengono:
Non è necessario essere una persona disciplinata per avere successo. Anzi, è possibile avere successo con meno disciplina di quanto pensiate, per una ragione molto semplice: il successo è fare la cosa giusta, non fare ogni cosa nel modo giusto.
Il trucco del successo: scegliere la consuetudine giusta
Il trucco del successo è di scegliere la consuetudine giusta e di impiegare la disciplina necessaria a consolidarla. Tutto qui, secondo gli autori americani. Questa è tutta la disciplina che occorre.
Quando tale consuetudine diventa parte della vostra vita, comincerete a sembrare una persona disciplinata, anche se non lo sarete.
Sarete invece qualcuno che dispone di qualcosa che lavora regolarmente per voi perché ci avete lavorato regolarmente. Sarete una persona che ha usato una disciplina selettiva per costruire una consuetudine forte.
Michael Phelps. La consuetudine che gli ha cambiato la vita
Il nuotatore olimpico Michael Phelps è un caso esemplare di disciplina selettiva. Da bambino gli fu diagnosticata la sindrome da deficit da attenzione (ADHD) e la maestra dell’asilo disse a sua madre: “Michael non sa stare fermo. Michael non sa stare tranquillo… Non è dotato. Suo figlio non sarà mai capace di concentrarsi su niente”.
Bob Bowman, il suo allenatore a partire dagli undici anni, riferisce che Michael passava un sacco di tempo a bordo piscina perché aveva un comportamento indisciplinato. Lo stesso cattivo comportamento ha continuato a emergere di tanto in tanto anche da adulto.
Tuttavia ha stabilito dozzine di record mondiali. Del 2004 ha vinto sei medaglie d’oro e due di bronzo ad Atene e poi, nel 2008, altre otto a Pechino, superando il leggendario Mark Spitz. Le sue diciotto medaglie d’oro rappresentano un record per gli atleti olimpici di qualunque disciplina.
Prima di appendere gli occhialini al chiodo, le sue vittorie ai giochi olimpici di Londra del 2012 hanno portato il totale dei suoi ori a ventidue, facendogli guadagnare lo status di atleta olimpico più decorato di tutti i tempi.
Sua madre oggi dice di lui: “La capacità di concentrazione di Michael stupisce”. Bowman la definisce: “Il suo attributo più forte”.
- Phelps, Michael (Autore)
Come è successo? Com’è stato possibile che il bambino che non sarebbe stato “mai capace di concentrarsi su niente” sia arrivato a tanto?
La disciplina si è trasformata in consuetudine
Phelps si è trasformato in una persona dalla disciplina selettiva.
A partire dai quattordici anni e fino alle Olimpiadi di Pechino, Phelps si è allenato sette giorni a settimana, 365 giorni l’anno. Ha calcolato che allenandosi anche di domenica avrebbe ottenuto un vantaggio di cinquantadue giorni di allenamento su tutti gli altri atleti.
Ogni giorno stava in acqua anche sei ore. “Canalizzare l’energia è uno dei suoi maggiori punti di forza”, ha spiegato Bowman. Non vorrei semplificare, ma si potrebbe dire che Phelps ha canalizzato tutte le sue energie in una disciplina che si è trasformata in consuetudine; nuotare ogni giorno.
La vita diventa più chiara e meno complicata perché si sa che cosa bisogna fare bene e che cosa non è necessario fare. In sostanza, indirizzare la disciplina sulla consuetudine giusta, offre la possibilità di essere meno disciplinati in altre aree.
Quando fate la cosa giusta, siete liberi dal dover monitorare ogni cosa. Michael Phelps ha trovato il suo obiettivo in piscina. Con il tempo, trovare la disciplina per continuare ha creato la consuetudine che ha cambiato la sua vita.
La giusta disciplina dura a lungo e le consuetudini sono dure solo al principio
Ecco la buona notizia. La giusta disciplina dura a lungo e le consuetudini sono dure solo al principio. Con il passare del tempo la consuetudine che si va cercando diventa sempre più facile da continuare.
Le abitudini richiedono molta meno energia e meno impegno per essere mantenute che per essere iniziate. Se si porta avanti la disciplina quel tanto che basta per trasformarla in consuetudine, il viaggio proseguirà in maniera diversa.
Bisogna consolidare un’abitudine affinché diventi parte della vostra vita e allora la routine sarà più lieve e meno stressante. Ciò che era difficile diventa abitudine e l’abitudine rende facile ciò che era difficile.
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Bibliografia:
Tratto (con modifiche e adattamenti al post) dal libro “Una cosa sola” di Gary Keller e Jay Papasan
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