Dorian Gray, che ha dato il nome alla famosa sindrome qui descritta, trovò un modo per sottrarsi al decadimento fisico, facendo invecchiare il proprio ritratto invece che se stesso.
Chi soffre della sindrome di Dorian Gray ha le seguenti caratteristiche:
- Si difende dai segni dell’età e persegue l’ideale del Forever-Young.
- Si occupa in maniera eccessiva del proprio aspetto esteriore.
- Si vergogna di difetti fisici irrilevanti o immaginari.
- Va dal chirurgo estetico e dai medici che offrono ricette per uno stile di vita sano.
DA Egoisti, egocentrici, narcisisti & Co:
Queste persone accettano il proprio corpo solo se corrisponde all’ideale di bellezza. In caso contrario, arrivano persino a ritenerlo la causa del fallimento professionale: “Non ho ottenuto il lavoro perché non sono abbastanza attraente”.
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Il desiderio di bellezza e perfezione fisica è un mezzo elementare per rafforzare l’immagine di sé e, al contempo, un bisogno legittimo. Se ci piacciamo, infatti, se ci sentiamo belli e attraenti, la nostra autostima e la sicurezza aumentano. Questo migliora l’effetto sugli altri.
Il problema, perciò, non è tanto il desiderio di bellezza in sé, bensì l’assolutezza con cui si seguono i codici di bellezza per compensare una carenza di autostima.
Le persone con la sindrome di Dorian Gray
Le persone con la sindrome di Dorian Gray non si chiedono “Chi sono io?”, ma “Che aspetto ho? Che cosa rappresento?”. Cosa c’è allora di più ovvio che desiderare la perfezione estetica, l’apparente assenza dei segni del tempo e una vita sempre in salute?
Tra i motivi per cui la gente si sottopone a interventi chirurgici per apparire più bella e più giovane c’è l’illusione di acquistare maggiore valore come persona attraverso la perfezione esteriore. Dicono: Più bellezza, più successo, più amabilità e più valore.
Solo quando hanno un bell’aspetto (hanno ridotto il nasone, hanno eliminato le rughe e sono ricorsi alla liposuzione) sono accettabili. Come se un corpo manipolato potesse guarire un’anima insicura.
Per queste persone avere un bell’aspetto è meglio che essere, così come succede nel caso del narcisismo.
Lo vediamo anche nelle donne con disturbi alimentari: si accettano in base alla variazione del peso.
Una società narcisistica
A quanto pare nell’essere esili o magri alberga la soluzione ai dubbi sulla propria persona. In una società narcisistica, che guarda moltissimo all’esteriorità, magrezza, bellezza e bell’aspetto diventano un valore in sé.
DA Egoisti, egocentrici, narcisisti & Co:
Per soddisfare il bisogno di appartenenza e aumentare l’autostima, dobbiamo soddisfare i codici della bellezza e della prestazione. Lo vediamo, tra l’altro, anche nell’omogeneità del codice d’abbigliamento nel campo del business: completo scuro, camicia bianca e, nel caso delle donne, tacchi alti.
L’effetto è massimo se il marchio è esclusivo. Questo look fa apparire seri e attraenti, ed è segno di competenza e sicurezza. Se contravveniamo la regola, rischiamo di essere esclusi e di perdere riconoscimento e ammirazione.
Tuttavia: “Puntare unilateralmente sul miglioramento del proprio aspetto può condurre all’ossessione per la bellezza”.
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È in questo scenario che è esplosa l’industria estetica, un mercato lucrativo per i bisogni narcisistici. Ma un intervento estetico non può compensare la scarsa autostima, né aumentare le competenze. Rimane il surrogato di un amor proprio che non vuole trascurarsi né accettarsi per come si è.
Il legame tra la bellezza fisica e il successo, ovvero tra la mancanza di attrattiva fisica e il fallimento, non è solo frutto di una mente nevrotica.
Anche i mezzi di comunicazione ribadiscono continuamente questo nesso: i film e le pubblicità suggeriscono che, se sei fisicamente attraente, puoi ottenere quasi tutto nella vita. In questo senso, è un problema della società in generale, fonte di sofferenza per molti soggetti narcisisti.
Narcisismo e ipocondria
Nel sistema narcisistico, oltre alla svalutazione o alla idealizzazione del corpo e della sua importanza per il valore di una persona, esiste anche la preoccupazione ipocondriaca, ovvero la preoccupazione continua per la salute fisica.
Si proietta ciò che non si vuole essere sul proprio corpo, che diventa un nemico. In questo modo, la paura delle fragilità psicologiche viene incatenata e rivolta contro il corpo o parti di esso.
È più sopportabile il terrore di ammalarsi o di farsi male fisicamente che la paura di essere deboli e di fallire. In questo modo si tiene lontana la sensazione di essere imperfetti.
DA Egoisti, egocentrici, narcisisti & Co:
I disturbi fisici e la malattia possono fungere da scusa per non aver soddisfatto l’esigenza di perfezionismo e diventare l’espressione di un dolore interiore inconfessato. Il dolore fisico è la valvola di sfogo per manifestare e vivere la sofferenza interiore.
La malattia offre un secondo vantaggio: la possibilità di attirare l’attenzione, ma anche di assecondare impunemente gli impulsi aggressivi e di evitare le seccature.
“I disturbi psicosomatici e l’ipocondria danno al malato la scusa per lasciarsi andare e apparire bisognoso.”
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