Joseph Goebbels
(1897 – 1945) il “nano zoppo e diabolico” come lo definì Herman Goering, durante la sua infanzia sviluppò un “enorme complesso di inferiorità” dovuto alla sua bassa statura e a una grave malattia che lo condannò per sempre a un’andatura zoppicante.
Le scarse risorse economiche della sua famiglia lo hanno costretto a dipendere dalla carità di insegnanti, associazioni cattoliche, sostenitori e da fidanzate benestanti che in parte hanno pagato i suoi studi.
Terminati gli studi in lettere trovò un insignificante lavoro alla Dresdner Bank, e la frustrazione lo portò ad odiare tutti indistintamente, donne, patrioti, comunisti, ebrei e borghesi.
Il nano mistico e zoppo, con un grande complesso di inferiorità, aveva soltanto bisogno dell’occasione giusta per affermarsi come un diabolico vendicatore, e la trovò al Congresso del partito nazista del 12 luglio 1925, dove incontrò Adolf Hitler, un tale con il pallino del culto della personalità attorno al suo ruolo di capo.
Quando la Germania invase la Polonia nel 1939, Adolf Hitler era una figura messianica, un mito che governava il paese avvolto da un alone di divinità. E se Hitler era il Messia, Goebbels era il suo profeta.
Joseph Goebbels fu a capo del Ministero del Reich per l’istruzione pubblica e la propaganda, noto anche Propagandaministerium, ministero creato da Adolf Hitler al potere, nel 1933.
Una volta al governo, Goebbels monopolizzò l’apparato mediatico statale e bandì tutte le pubblicazioni e i media fuori dal suo controllo. Egli orchestrò un sistema di slogan propagandistici da trasmettere attraverso un potere centralizzato di cinema, radio, teatro, letteratura e stampa.
Ai tempi del “ministro”, i social, principali strumenti propagandistici di politici e marketers contemporanei, non erano ancora stati inventati. La tv esisteva, ma non era abbastanza diffusa tra il popolo.
Gli 11 principi della Propaganda nazista di Joseph Goebbels
Gli 11 principi della Propaganda nazista di Joseph Goebbels, così come li conosciamo oggi, sono stati descritti dallo psicologo Leonard William Doob (1909 -2000) professore presso l’Università di Yale che pubblicò Goebbel’s Principles of Propaganda nel 1950. Successivamente, furono inclusi nel testo Propaganda, di Robert Jackall (2000).
Leonard Doob non era un sostenitore della propaganda, come lo era il suo contemporaneo Edward Bernays, il nipotastro di Sigmund Freud.
- Editore: ShaKe
- Autore: Edward L. Bernays , Raf Valvola Scelsi , Giancarlo Carlotti
- Collana: Universale
- Formato: Libro in brossura
- Anno: 2020
Bernays, nel suo libro più autorevole Propaganda, afferma che la manipolazione delle masse è necessaria affinché una democrazia e la sua economia funzionino. Ne ho parlato nel post: Propaganda. L’ingegneria del consenso per controllare le masse .
Leonard Doob, invece, vedeva nella propaganda una forma di controllo sociale e la sua analisi era intesa ad aumentare questa consapevolezza nelle persone comuni, al fine di minimizzare la sua manipolazione della società, della politica e della cultura.
Di seguito, gli 11 principi della Propaganda nazista di Joseph Goebbels. Verifica se trovi delle corrispondenze con i tweet e gli slogan semplicistici, ad alto impatto emotivo e bassissimo conflitto critico, presenza costante sui social, ad opera di politici, giornalisti e marketers contemporanei 🙂 .
#1. Principio di semplificazione e del nemico unico
Adotta un’unica idea, un unico Simbolo. Individua l’avversario e identificalo come tuo unico nemico, nell’unico responsabile di tutti i mali.
Ad esempio: “Gli immigrati”, “l’Euro “, l’Europa”, “la casta”.
#2. Principio del metodo di contagio
Riunisci gli avversari in una singola categoria. Gli avversari devono costituire una categoria che non prende in considerazione le differenze e le distinzioni tra i vari tipi di “avversari” che pretende di riunire in un’unica famiglia.
Ad esempio: “tutti i politici sono corrotti”, “i meridionali ci rubano il lavoro”, “i musulmani sono tutti integralisti”.
#3. Principio di trasposizione
Carica sull’avversario i propri errori o difetti, rispondendo all’attacco con l’attacco. Se non puoi negare le cattive notizie, inventa nuove notizie per distrarre.
Il “ladro di democrazia” chiama “ladro di democrazia” il suo nemico, per confondere le idee. I tiranni accusano i loro avversari di essere “antidemocratici”.
#4. Principio dell’esagerazione e della distorsione
Trasformare qualunque aneddoto, per piccolo che sia, in una minaccia grave per la società. Qualsiasi atto compiuto dall’avversario dev’essere etichettato come minaccioso.
#5. Principio della divulgazione
Tutta la propaganda deve essere popolare, adattando il suo livello al meno intelligente degli individui a cui è diretta. Maggiore è la massa da convincere, minore sarà lo sforzo mentale richiesto.
La capacità ricettiva delle masse è limitata, e la loro comprensione è scarsa; inoltre, le masse dimenticano facilmente.
#6. Principio di orchestrazione
La propaganda deve essere limitata a un piccolo numero di idee e ripetuta instancabilmente, presentata più e più volte da prospettive diverse ma sempre convergenti sullo stesso concetto. Senza ambiguità o dubbi.
Da qui deriva anche la famosa frase: “Se una bugia viene ripetuta abbastanza, alla fine diventa vero. ”
#7. Principio del rinnovamento continuo
Nuove informazioni e argomenti che denigrano l’avversario devono essere costantemente trasmessi a una velocità tale che quando l’avversario risponde, il pubblico si è già interessato a un nuovo argomento.
Le risposte dell’avversario non devono mai essere in grado di contrastare il numero crescente di accuse.
#8. Principio di attendibilità
Costruisci argomenti artefatti e presenta le informazioni come confermate da fonti autoritarie ma mostrale in modo frammentario, con l’obiettivo di creare confusione.
#9. Principio di silenzio
Tacere su temi su cui non si hanno motivazioni abbastanza convincenti e celare le notizie che favoriscono l’avversario, producendo notizie che distraggono da esse, anche con l’utilizzo dei media.
#10. Principio di trasfusione
La propaganda opera sempre da un substrato preesistente, sia esso una mitologia nazionale o un complesso di odi e pregiudizi tradizionali. Si tratta di diffondere argomenti che possono risvegliare una componente viscerale che pone le radici in atteggiamenti primordiali.
#11. Principio di unanimità
Convincere la popolazione che è necessario pensarla “come tutti gli altri”, creando una falsa unanimità. Il mito della Saggezza della folla completerà l’opera.
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