Che tu creda o no nel Controllo Mentale, è probabile che abbia già un chiaro concetto personale di cosa sia e di come funzioni di solito. Questa idea può essere basata su qualcosa che hai letto, visto in un film o documentario tv, oppure puoi affidarti al sentito dire e alle leggende metropolitane.
Esistono decine di definizioni sul controllo mentale. Quale che sia la definizione più in voga al momento, ad esempio Brainwashing, Menticide, Coercive Persuasion, Ipnosi di Massa etc, ciò non sembra influenzare molto l’effettiva applicazione pratica del controllo mentale o dei fenomeni generati.
Le definizioni di solito descrivono il controllo mentale come un processo dove un individuo o un gruppo di persone usa dei metodi manipolativi per persuadere un interlocutore o un gruppo a conformarsi ai desideri dei manipolatori.
In generale, quando si ottiene da noi un comportamento che in origine non volevamo agire, tecnicamente siamo vittime di controllo mentale.
Esistono delle strategie per ottenere questi risultati. Famosi sono i metodi messi a punto dalla CIA e dal KGB, dalla TV e la Pubblicità occulta, dagli addestramenti militari agli addestramenti religiosi, ai nuovi Guru della New Age.
Ne ho parlato nel post: 5 Esperimenti psicologici per il controllo della mente umana
Spesso la mancanza di consapevolezza su questi meccanismi, fanno credere a tante persone di essere immuni da tali processi perché percepiti come troppo distanti dal proprio quotidiano. In realtà, dovunque la nostra mente è potenziale vittima di controllo mentale. Al bar con gli amici, in famiglia, a scuola, a lavoro; c’è sempre qualcuno che sta tentando di manipolare la tua mente.
Ogni comunicazione umana, ogni messaggio, veicola sempre una richiesta di comportamento, come ampiamente descritto nel testo fondamentale “Pragmatica della Comunicazione umana”
- Watzlawick, Paul (Autore)
Credo sia importante imparare a riconoscere i tentativi di controllo mentale per NON diventare delle vittime e rimanere tali. A questo punto solitamente si sollevano delle osservazioni sull’etica. Il problema etico si pone nel momento in cui un individuo, una volta appresi questi strumenti, mette in opera consapevolmente tali meccanismi per ottenere un vantaggio personale.
Quello che posso dire a tal riguardo è che di solito la mancanza di consapevolezza di questi meccanismi imprigiona tante persone in relazioni dolorose. La consapevolezza e la capacità di riconoscere tali processi intanto permettono di liberarsi da tali relazioni e dalle loro conseguenze disastrose, poi il passaggio successivo alla responsabilità sull’impiego di tali strumenti sta su un altro livello.
5 Tecniche di Manipolazione del Controllo Mentale
, una ricercatrice di fisiologia presso l’Università di Oxford ha pubblicato un libro dal titolo Brainwashing dove sostiene che l’utilizzo continuo e sistematico di 5 tecniche di manipolazione equivalgono a quello che molti chiamerebbero controllo mentale o Brainwashing.
In un articolo collegato al libro, apparso su un quotidiano The Guardian, la Taylor scrive come fatto sorprendente, la costanza con cui si presentano le 5 caratteristiche.
- Taylor, Kathleen (Autore)
Il contesto può riguardare un campo di prigionia, la sede centrale di una setta o una moschea fondamentalista ma saltano sempre fuori le 5 tecniche di base: Isolamento, Controllo, Incertezza, Ripetizione, Manipolazione emotiva.
#1. Isolamento
Una persona isolata è più vulnerabile a varie forme di manipolazione psicologica. Se vuoi che qualcuno creda a qualcosa che è in contrasto con le credenze di amici e famiglia, è una buona idea fargli passare un po’ di tempo in un luogo appartato o in un campo d’addestramento lontano, dove sia più agevole allentare i suoi legami con altre idee.
#2. Controllo
Se vuoi che le persone accettino il tuo sistema di credenze non è saggio lasciarle a contatto con sistemi alternativi. Mettiti in condizione di controllare il tipo di idee a cui hanno accesso e con le quali sono a contatto.
Censura le credenze e le idee che minacciano di scalzare le tue. Spesso si giustifica questo genere di controllo dicendo che diversamente le persone si corromperebbero o rimarrebbero confuse.
I regimi totalitari tolgono sovente dalle biblioteche i libri “malsani” se si oppongono al sistema politico vigente e tutti i tipi di media sono soggetti a limitazioni con la motivazione che altrimenti “porterebbero sulla cattiva strada”.
#3. Incertezza
L’incertezza è una grande fonte di tensione per cui più associ le credenze alternative all’incertezza meglio è. L’ideale sarebbe offrire un insieme semplice di certezze geometriche, formulate e ricordate con facilità, destinate a comprendere ogni aspetto della vita e a dargli significato.
#4. Ripetizione
Incoraggia la ripetizione. Fai in modo che la gente reciti continuamente quello che vuoi che creda, come se fosse un mantra, che le credenze vengano pronunciate senza neanche pensarci.
Non ha importanza che i soggetti ritengano giusto quello che stanno dicendo o, prima ancora, che lo capiscano completamente: resta una concreta possibilità che alla fine la credenza attecchisca.
#5. Manipolazione Emotiva
Particolarmente utile a questo scopo è l’emozione della paura. Nel romanzo 1984 di George Orwell il regime cerca di controllare non solo il comportamento delle persone ma, cosa ancora più importante, ciò che esse pensano e sentono.
Ho descritto queste tecniche nel post: Lavaggio del cervello. Le 5 Tecniche del Brainwashing
Controllo mentale. Le 3 componenti descritte da Leon Festinger
Ora analizzeremo come Il Controllo mentale può essere compreso analizzando le tre componenti descritte da Leon Festinger.
Leon Festinger è uno psicologo che ha studiato gruppi che prevedevano la fine del mondo. Ha scoperto che la maggior parte dei membri diventano più forti che mai dopo che la profezia non si è avverata.
Le sue inchieste hanno rivelato che i membri dovevano trovare un modo per fronteggiare psicologicamente il fallimento. Avevano bisogno di mantenere ordine e significato nella vita. Avevano bisogno di pensare che si stavano comportando secondo l’immagine auto-creata e i loro valori.
Festinger ha descritto questa contraddizione che i membri dovevano affrontare con quella che è diventata famosa come la “Teoria della Dissonanza Cognitiva“
- Festinger, Leon (Autore)
Il Controllo mentale può essere compreso analizzando 3 componenti descritte da Leon Festinger: Controllo del comportamento, Controllo dei pensieri, Controllo delle emozioni.
Ogni componente ha un effetto potente sulle altre due: modificandone una anche le altre tenderanno a cambiare. Quando cambiano tutte e tre l’individuo è sottoposto a un cambiamento completo. Festinger ha riassunto il principio di base:
“Se cambiate il comportamento di una persona, i suoi pensieri e sentimenti cambieranno per minimizzare la dissonanza cognitiva”.
Quando c’è un conflitto tra pensieri, sentimenti o comportamento, quelli in conflitto cambieranno per minimizzare la contraddizione. Questo accade perché una persona può tollerare solamente un certo numero di discrepanze tra questi componenti che formano la sua identità. Nei culti questa dissonanza è creata per sfruttarli e controllarli.
#1. Controllo del Comportamento
Il controllo del comportamento è ciò che regola la realtà fisica di un individuo. Include il controllo del contesto in cui si trova, vale a dire dove abita, quali vestiti indossa, che cibo mangia, quanto dorme, il controllo del suo lavoro, le abitudini e le altre attività. Questo è il motivo per cui molti gruppi hanno, per i membri, orari e programmi molto rigorosi.In alcuni dei gruppi i membri devono chiedere il permesso per qualsiasi cosa. A volte l’individuo viene reso dipendente dal punto di vista finanziario cosicché la sua facoltà di scelta comportamentale si restringe. Un adepto deve chiedere i soldi per il biglietto dell’autobus o per comprarsi i vestiti, o il permesso per recarsi dal medico. Il seguace deve essere autorizzato a telefonare a un amico o a un parente fuori dal gruppo e deve rendere conto di ogni ora della sua giornata. In questo modo il gruppo può tenere saldamente le redini del suo comportamento e controllarne anche pensieri ed emozioni. Il comportamento individuale è spesso assoggettato alla richiesta di eseguire in gruppo ciascuna azione. In molte sette le persone mangiano assieme, lavorano assieme, partecipano a riunioni di gruppo e talvolta dormono nella stessa casa. L’individualismo è disincentivato. Ognuno vede assegnarsi degli “amici” fissi. La struttura del comando è autoritaria: il processo decisionale parte dal capo e, passando per i luogotenenti, arriva ai diretti inferiori fino ai ranghi più bassi. In un ambiente così strutturato, tutti i comportamenti possono essere premiati o puniti.
#2. Controllo del Pensiero
Il controllo del pensiero, prevede l’indottrinamento dei membri in maniera così pervasiva da far loro interiorizzare la dottrina del gruppo. L’ideologia è interiorizzata come “La Verità”. Le informazioni in entrata vengono filtrate attraverso lo stesso credo che regola anche ciò che si pensa dell’informazione. Per diventare un buon seguace, quindi una persona deve prima imparare a manipolare i propri processi mentali. Tutto ciò che è buono si incarna nel leader e nel suo gruppo. Tutto ciò che è cattivo è nel mondo esterno. I gruppi più totalitari dichiarano che la loro dottrina è stata scientificamente dimostrata. La dottrina sostiene di poter esaudire tutte le domande, di rispondere a tutti i problemi e a tutte le situazioni. Un altro aspetto chiave del controllo del pensiero prevede l’addestramento specifico dei soggetti a bloccare e respingere qualsivoglia informazione critica nei confronti del gruppo.
I basilari meccanismi di difesa di una persona vengono confusi a tal punto da farla arrivare a difendere l’identità acquisita nel culto a scapito dell’identità originaria, che soccomberà nello scontro. Se un’informazione trasmessa al membro di un culto viene percepita come attacco al capo, alla dottrina o al gruppo stesso, per tutta risposta viene immediatamente eretto un muro di ostilità.
#3. Controllo delle Emozioni
Il controllo delle emozioni mira a manipolare e limitare la sfera dei sentimenti. Sensi di colpa e paura sono gli strumenti impiegati per tenere le persone sotto controllo. Il senso di colpa è la più importante leva emozionale capace di indurre conformismo e accondiscendenza. La maggior parte degli affiliati non è affatto consapevole che i sensi di colpa e le paure vengono usati al fine di controllarli: sono stati condizionati a colpevolizzare sempre e soltanto se stessi, quindi rispondono con gratitudine ogni qual volta si fa loro notare una “mancanza”. La paura mira a tenere unito il gruppo: un modo è la creazione di un nemico esterno che ti perseguita. Molti gruppi esercitano un controllo completo sulle relazioni interpersonali. I capi dicono ai membri chi devono frequentare e chi evitare. Alcuni leader di setta arrivano a indicare ai propri affiliati chi possono sposare e chi no. La confessione di peccati commessi nel passato o di comportamenti errati è anch’esso un potente mezzo per il controllo delle emozioni. Ma la tecnica più potente per il controllo emozionale è l’induzione di fobie. Si tratta, in sostanza, di indurre una reazione di paura alla sola idea di abbandonare il gruppo. È impossibile per un seguace ben indottrinato sentirsi al sicuro fuori dal gruppo. Se un gruppo riesce ad avere pieno controllo sulle emozioni di una persona, riuscirà a controllarne anche pensieri e azioni.
Il Controllo dell’informazione
Steven Hassan ha aggiunto alle 3 componenti di Festinger una quarta componente del controllo mentale: “Il Controllo dell’Informazione”. Se a una persona viene negata l’informazione necessaria a formulare giudizi fondati, non sarà più in grado di formarsi opinioni proprie.Le persone rimangono intrappolate nelle sette (religiose, filosofiche o politiche) non solo perché viene loro negato l’accesso a informazioni di carattere critico, ma anche perché vengono a mancare quegli appropriati meccanismi interni che servono a elaborarle. Tale controllo dell’informazione ha un impatto drammatico e devastante. In molte sette le persone hanno un accesso limitato ai mezzi d’informazione (giornali, riviste, televisione o radio) che non siano di pertinenza del gruppo. Ciò si ottiene anche impegnando i membri al punto da non avere tempo da dedicare ad altro.
- Oliverio Ferraris, Anna (Autore)
Il controllo dell’informazione avviene a tutti i livelli relazionali. Non sono permesse conversazioni critiche nei confronti dei capi e dell’organizzazione. I seguaci devono spiarsi a vicenda e riportare immediatamente ai leader attività improprie e critiche.
Ai nuovi adepti non è consentito comunicare tra loro, se non alla presenza di un membro anziano. E, cosa più importante, viene proibito loro di avere contatti con chi è critico nei confronti della setta.
Comportamento e pensiero, emozioni e informazioni, ogni forma di controllo ha grande potere sulla mente umana. Insieme formano una rete totalizzante che può manipolare anche le persone più forti. Di fatto, sono proprio gli individui più forti a trasformarsi in membri più devoti e coinvolti.
Nessun gruppo mette in atto tutte queste tecniche insieme, ma senz’altro sono le pratiche più diffuse nell’ambito di ciascuna componente del controllo mentale, poiché esistono anche altri metodi in uso in certe sette.
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Libro consigliato:
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Bibliografia:
- “Quando la profezia non si avvera” di Leon Festinger
- “Programmazione mentale” di Eldon Taylor
- “Le armi della persuasione” di Robert Cialdini
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