Gustave Le Bon
(1841-1931), etnologo e psicologo nato in Francia, fu il primo psicologo a studiare scientificamente il comportamento delle folle.
Se pensiamo alla situazione politica attuale non possiamo non considerare l’idea che “La psiche delle folle” funzioni sempre allo stesso modo, perché certi meccanismi che si ripetono, sono gli stessi di cui parlava lo psicologo francese Gustave Le Bon oltre un secolo fa.
Psicologia delle folle di Gustave Le Bon rappresenta probabilmente il libro più influente sulla psicologia collettiva mai scritto. Pubblicato nel 1895 ricevette l’attenzione di grandi psicologi come Freud e Jung. Ebbe molti estimatori anche tra politici e dittatori, tra in quali Roosevelt, Lenin, Stalin e Hitler. Mussolini dichiarò di aver letto numerose volte l’opera di Le Bon e di aver cercato di metterne in pratica tutti i suoi insegnamenti.
Probabilmente Gustave Le Bon non poteva minimamente immaginare che il suo testo sarebbe stato così attuale anche oggi.
È facile immaginare quanto l’attuale bombardamento mediatico di tv, internet e social media, nelle mani di pochissimi potenti, possa influenzare la volontà di milioni di persone, riducendo il pensiero critico, la capacità di analisi e di ragionamento logico.
- Editore: TEA
- Autore: Gustave Le Bon , Piero Melograni , Lisa Morpurgo
- Collana: Saggistica TEA
- Formato: Libro in brossura
- Anno: 2004
Il moderno “trascinatore di folle” deve saper cogliere i desideri e le aspirazioni segrete delle persone, proporsi come l’incarnazione di tali desideri e come colui che è capace di realizzare tali aspirazioni.
3 Strategie comunicative abusate dai trascinatori di folle
Le 3 strategie le ho estratte, con modifiche e adattamenti al post, dal libro Psicologia delle folle di Gustave Le Bon. Tieni presente che queste caratteristiche non sono esclusiva dei politici che fanno i numeri, io ad esempio segnalerei alcuni guru e imbonitori del web, ma non faccio i nomi perché sono permalosi e poi mi querelano 🙂
#1. I trascinatori di folle non influenzano coi ragionamenti, ma con immagini e grossolane associazioni di idee
Le folle non sono influenzabili dai ragionamenti, ma solo da immagini e da grossolane associazioni di idee. Il potere delle parole é legato alle immagini che evocano, e sono completamente indipendenti dal loro reale significato. Gli oratori che sanno impressionarle fanno appello ai sentimenti e mai al raziocinio.
Essi pensano per immagini, e queste immagini si succedono senza alcun legame. L ‘immaginazione popolare é sempre stata la base della potenza dei trascinatori di folle.
Le parole hanno significati mutevoli e passeggeri, che cambiano da un’epoca all’altra, e da un popolo all’altro. Quando vogliamo operare con esse sulla folla, bisogna conoscere il senso che hanno per essa in un dato momento.
Una delle funzioni più essenziali dei trascinatori di folle consiste nel battezzare con parole popolari le cose detestate dalle folle. La potenza delle parole é così grande che bastano termini bene scelti per far accettare anche le cose più odiose.
Le leggi della logica razionale non hanno nessun potere sulle folle. Per convincere le folle, bisogna prima rendersi ben conto dei sentimenti da cui sono animate, fingere di condividerli, poi tentare di modificarli, provocando, per mezzo di facili associazioni, certe immagini suggestive, saper tornare – al bisogno – sui propri passi, e soprattutto indovinare in ogni momento, i sentimenti che si suscitano.
Abbiamo appreso che le folle non sono influenzabili coi ragionamenti, e non comprendono che grossolane associazioni di idee. Il potere delle parole é legato alle immagini che evocano, gli oratori che sanno impressionarle non fanno mai appello alla ragione, ma ai sentimenti.
#2. I grandi persuasori che accendono l’animo delle folle non offrono verità ma illusioni
I trascinatori di folle
, il più delle volte, non sono intellettuali, ma uomini d’azione. Per quanto assurda sia l’idea che difendono o lo scopo che vogliono raggiungere, tutti i ragionamenti si smussano contro la loro convinzione. Il disprezzo e le persecuzioni non fanno che eccitarli maggiormente.
L’intensità della fede nelle proprie convinzioni conferisce grande forza di suggestione alle loro parole. Il loro compito è quello di riprodurre negli animi delle masse il formidabile potere della fede, che rende gli uomini schiavi di un sogno e decuplica le loro energie.
Gli individui riuniti in folla perdono la loro volontà e quindi si rivolgono per istinto verso chi ne possiede una. È sempre un bisogno di servire, non un bisogno di libertà, che domina l’anima delle folle, le quali non cercano verità ma illusioni.
L’illusione risulta essere più importante della realtà, perché ciò che conta non è portare a compimento tali improbabili sogni quanto far credere alla folla di esserne capace. Le folle non si lasciano influenzare dai ragionamenti. Le folle sono colpite soprattutto da ciò che vi é di meraviglioso nelle cose.
Essendo le illusioni indispensabili ai popoli, questi si volgono per istinto come l’insetto che va verso la luce, verso i retori che gliele offrono. Il grande fattore dell’evoluzione dei popoli non é mai stato la verità, bensì l’errore. Le dimostrazioni scientifiche non intralciano affatto il suo cammino progressivo. La sua principale forza é quella d’essere difeso da spiriti che ignorano abbastanza la realtà delle cose per promettere arditamente all’uomo la felicità.
L’illusione sociale regna attualmente su tutte le rovine del passato, e l’avvenire é suo. Le folle non hanno mai avuto sete di verità. Dinanzi alle evidenze che a loro dispiacciono, si voltano da un’altra parte, preferendo deificare l’errore, se questo le seduce. Chi sa illudere le folle, può facilmente diventare loro padrone, chi tenta di disilluderle é sempre loro vittima.
- Bernays, Edward L.(Autore)
#3. I metodi giusti per impressionare le folle sono l’affermazione pura e semplice, svincolata da ogni ragionamento e da ogni prova
L’affermazione pura e semplice, svincolata da ogni ragionamento e da ogni prova, costituisce un sicuro mezzo per far penetrare un’idea nello spirito delle folle. Più l’affermazione é concisa, sprovvista di prove e di dimostrazione, più essa ha autorità.
Quest’ultima non acquista reale influenza se non a condizione d’essere costantemente ripetuta, e il più possibile, negli stessi termini. Napoleone diceva che esiste una sola figura seria di retorica, la ripetizione. La cosa affermata riesce a stabilirsi negli spiriti a tal punto da essere accettata come una verità dimostrata.
Quando un’affermazione è stata ripetuta a sufficienza, e sempre allo stesso modo, si forma una corrente d’opinione. La cosa ripetuta finisce per attecchire in quelle regioni profonde dell’inconscio in cui si elaborano i motivi delle nostre azioni. In capo a qualche tempo, dimenticando qual’é l’autore della affermazione ripetuta, finiamo per credervi.
Quando abbiamo letto cento volte che il miglior cioccolato é il cioccolato X, noi ci immaginiamo d’averlo inteso dire di frequente e finiamo per averne la certezza. Persuasi da mille attestazioni che l’intruglio Y ha guarito i più grandi personaggi dalle più tenaci malattie, il giorno in cui siamo colti da una malattia dello stesso genere, finiamo per essere tentati di provarla.
A furia di veder ripetere dallo stesso giornale che A é un perfetto cretino e B un onestissimo uomo, finiamo per esserne convinti, considerato, s’intende, che non leggiamo di frequente un altro giornale d’opinione contraria, in cui i due qualificativi siano invertiti.
Quando un’affermazione é stata sufficientemente ripetuta, con unanimità nella ripetizione si forma “una corrente d’opinioni” e interviene il potente meccanismo del contagio.
- Editore: Il Saggiatore
- Autore: Noam Chomsky , Edward S. Herman , Stefano Rini
- Collana: Saggi. Tascabili
- Formato: Libro in brossura
- Anno: 2014
Le opinioni e le credenze si propagano bene per mezzo del contagio, e pochissimo per mezzo del ragionamento. Le concezioni attuali degli operai vengono apprese all’osteria, con l’affermazione, la ripetizione e il contagio. Le credenze delle folle di tutti i tempi si sono formate in questo modo.
Il contagio, dopo aver esercitato la sua influenza nelle classi più basse, passa in seguito alle classi superiori della società. Ogni opinione diventata popolare finisce con l’imporsi anche alle classi sociali più elevate, per quanto visibile possa essere l’assurdità dell’opinione trionfante.
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Ultima revisione
RIF. Tratto, con modifiche e integrazioni, dal libro: “Psicologia della folle” di Gustave Le Bon