Il perfezionismo è la sensazione che le cose che facciamo o creiamo non sono mai abbastanza buone. I perfezionisti chiedono a se stessi degli standard molto alti per il successo, e poi, quando percepiscono di non riuscire a raggiungere quello standard, giudicano se stessi con durezza.
Spesso, i perfezionisti, infliggono lo stesso comportamento ad altri, mettendo loro standard molto elevati e giudicandoli duramente quando “falliscono”.
I perfezionisti, sopra ogni cosa, vedono il lavoro come una lotta epica. Non si fidano del successo se arriva con troppa facilità a causa di ciò, spesso fanno cose che rendono il loro lavoro più duro, come scegliere progetti irragionevolmente difficili (cioè progetti che non sanno affrontare per mancanza di esperienza, o per mancanza di tempo, di risorse o di sostegno per completarli in modo efficiente), elaborare i loro progetti in termini monumentali e aggiungere compiti non necessari ai progetti.
Illary Rettig autrice di The 7 Secrets of the Prolific una guida best seller per superare la procrastinazione, il perfezionismo e il blocco dello scrittore, definisce il perfezionismo come “la voce nella tua testa che dice che non importa quello che hai fatto, non è abbastanza, o non è abbastanza buono”.
È la voce che fa richieste irragionevoli di produttività, e accantona le tue spiegazioni ragionevoli per non aver fatto di più.
Quando dici al perfezionismo, per esempio, che non sei riuscito a essere produttivo sulla tua arte oggi perché hai lavorato tutto il giorno e sei arrivato casa esausto, il perfezionismo ti ricorda di alcune eccezionali persone di successo che si trovavano nella tua stessa situazione, o anche in una peggiore, e sono riusciti lo stesso a realizzare delle opere d’arte pluripremiate.
Naturalmente, commenta la Rettig, il perfezionismo tende convenientemente a omettere dei dettagli chiave, come il fatto che quella persona di successo poteva avere un lavoro più facile del tuo, o minori responsabilità personali, o che evitava qualunque responsabilità potesse avere.
4 Caratteristiche dei perfezionisti
#1. I perfezionisti rifiutano di riconoscere la natura progressiva della creazione
: essa avviene per stadi e il primo stadio con ogni probabilità è rozzo e insoddisfacente. Al contrario, credono che i loro primi sforzi debbano essere favolosi. Spesso non lo pensano consciamente, ma inconsciamente o semi-conscientemente stanno pensando: “La prima bozza su questo foglio deve essere fantastica”.
#2. Sottovalutano la difficoltà del loro progetto. Ad esempio: “Attaccherò qua e là qualche volantino, e dovrebbe bastare a riempire la sala per l’evento”.
#3. Mettono degli obiettivi ridicolmente alti e impossibili. Ad esempio: “Scriverò 50 pagine della mia tesi questo fine settimana”, pur non avendo mai scritto più di 8 pagine al giorno e avendo anche altre cose da fare.
#4. Tendono a vedere le cose “o bianche o nere”: totale successo o completo fallimento. Non capiscono che fare metà di un lavoro – o persino un decimo – è molto meglio che non fare niente; dopo tutto, se fai solo una piccola parte di un lavoro ogni giorno, alla fine lo finirai. Ma se non ne fai nessuna parte nessun giorno, non finirai mai. Emotivamente, se non persino intellettualmente, i procrastinatori non capiscono la differenza.
Soluzione: Come sconfiggere il Perfezionismo in 4 mosse
Vediamo ora la soluzione per sconfiggere il perfezionismo tratto dal lavoro di Hillary Rettig.
Secondo la Rettig, il perfezionismo si sconfigge con un processo in quattro passi: (1) scelta del giusto progetto; (2) scelta del giusto obiettivo; (3) scelta del giusto procedimento; (4) scelta dei giusti pensieri.
#1. La scelta del giusto progetto
Significa scegliere il progetto più facile e più breve, soprattutto se stai facendo qualcosa per la prima volta. Lo fai, come prima cosa, per contrastare la tua tendenza di procrastinatore a rendere più difficili i progetti, e, seconda cosa, lo fai per avere la migliore chance possibile di sconfiggere davvero il tuo problema di procrastinazione e portarlo a termine.
È molto più semplice finire un romanzo o una tesi sottili che un tomo gigantesco, per esempio, e una volta che hai completato il tuo piccolo lavoro, puoi passare ad affrontarne di più grandi, se vuoi. Ma se inizi con un progetto gigantesco, potresti non riuscire mai a portarlo a termine, e la tua carriera potrebbe finire prima di iniziare.
Lo stesso vale per gli affari, l’attivismo o ogni altra impresa ambiziosa: scegli progetti piccoli e semplici fino a che non senti di avere più controllo sul tuo problema di procrastinazione. “Facile” varierà a seconda delle tue circostanze particolari, naturalmente, e dovresti sempre consultarti con i tuoi mentori per essere sicuro che stai facendo la scelta intelligente.
Se scegli un progetto appropriatamente piccolo, con ogni probabilità ci sarà una voce nella tua testa che ti dice che è troppo piccolo e triviale, che dovresti essere più ambizioso, meno codardo, etc.
Quella è la voce del perfezionismo, cioè del torturatore interno. Ignora la voce del perfezionismo e rimani focalizzato sui piccoli progetti.
Se non riesci ad ignorare la voce del perfezionismo Leggi il post: 5 Strategie per fermare il dialogo interiore negativo.
#2. La scelta del giusto obiettivo
L’obiettivo dovrebbe essere quello di“finire”
. Non scrivere un libro favoloso, realizzare un risultato straordinario con la tua campagna o fare un milione di dollari con il tuo business.
No: il tuo obiettivo dovrebbe essere semplicemente quello di portare a termine qualunque cosa stai cercando di fare. Non preoccuparti della qualità, fai solo del tuo meglio e la qualità, che è una parte integrante della tua psiche, ci sarà.
E, cosa molto importante, non mirare al risultato perfetto: rilassati e accetta il fatto inevitabile che il tuo lavoro, come tutte le imprese umane, conterrà sia punti di forza che punti deboli.
- Wiseman, Richard (Autore)
Richard Wiseman, docente britannico di psicologia e autore del libro 59 Secondi, ha condotto uno studio su cinquemila persone in cui enuncia i cinque comportamenti utili per raggiungere un obiettivo e i cinque comportamenti che vanno evitati.
Ne ho parlato nel post: 5 Comportamenti utili per raggiungere un obiettivo.
#3. La scelta del giusto procedimento
Significa rompere il tuo progetto già piccolo in pezzi ancora più piccoli che puoi gestire facilmente.
Significa anche ricevere molto sostegno da familiari, amici mentori, colleghi e altri, incluso non solo il sostegno con il progetto in sé, ma il sostegno emotivo, e l’aiuto nelle faccende quotidiane di cui normalmente saresti responsabile, ma che ti portano via il tempo e le energie che ti servono per completare il tuo progetto.
Sostegno significa anche dare lo spazio, le attrezzature, i servizi o le risorse che servono al tuo progetto.
La maggior parte dei perfezionisti non capisce l’alto livello di sostegno che serve per avere successo nelle imprese più ambiziose, in parte per i miti giù menzionati del successo facile, ma in parte anche a causa della tendenza perfezionista a non cercare soluzioni, ma a biasimare se stessi. Più sostegno c’è, meglio è.
Arnold Schwarzenegger ad esempio, racconta come non sarebbe mai arrivato da nessuna parte senza l’aiuto l’appoggio e l’ispirazione degli altri. Ne ho parlato nel post: Il segreto del Successo di Arnold Schwarzenegger.
#4. La scelta dei giusti pensieri
Il perfezionismo è una reazione controproducente alla paura, perciò è importante che impari a rimpiazzare i tuoi pensieri perfezionisti con pensieri più funzionali. Ecco un esempio tratto da Hillary Rettig:
- Pensiero perfezionista: “Questo fine settimana scriverò 50 pagine del mio romanzo”.
- Pensiero non espresso: “Se non lo farò, sono un pigro e un perdente”.
- Pensiero funzionale: “Data la velocità con cui scrivo e i mie altri impegni, mirerò a 10 pagine al giorno per questo fine settimana”.
Puoi modificare i tuoi pensieri semplicemente interrompendo consciamente i pensieri perfezionisti, e rimpiazzandoli con i loro equivalenti più funzionali.
All’inizio, potrebbe sembrare forzato, e spesso potresti dimenticare di farlo, ma continua a provarci e alla fine vedrai che rimpiazzare i pensieri perfezionisti con quelli non perfezionisti è una bella sensazione e non fa male a nessuno.
Non darti l’obiettivo perfezionista di cogliere al volo ogni pensiero perfezionista, e non rimproverarti duramente quando ne manchi uno o fai uno scivolone.
Inizia casualmente tenendo quell’obiettivo in fondo alla tua mente e ogni volta che ti capita di rimpiazzare con successo un pensiero perfezionista con uno funzionale, congratulati con te stesso.
Presto la sostituzione avverrà così di frequente e così automaticamente, che non te ne accorgerai nemmeno. E, alla fine, i tuoi pensieri diventeranno meno perfezionisti, e non ti troverai troppo spesso a doverli sostituire.
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