Last Updated on 21 Novembre 2023 by Samuele Corona
Il contatto visivo è un mezzo di espressione non verbale particolarmente efficace per stabilire una buona comunicazione. Grazie allo sguardo diretto rendiamo l’interlocutore consapevole della nostra attenzione e possiamo esercitare un certo controllo sull’interazione.
Utilizziamo sostanzialmente il contatto visivo come un segnale di feedback, ossia per confermare che siamo attenti all’ascolto, ma a nostra volta abbiamo bisogno che anche l’interlocutore confermi con lo sguardo di essere consapevole che lo stiamo ascoltando.
L’uso del contatto visivo è per lo più automatico e inconsapevole. Molte persone timide e socialmente ansiose hanno difficoltà con questo aspetto della comunicazione.
Che cos’è l’ansia da contatto visivo?
L’ansia da contatto visivo si riferisce al disagio che una persona prova quando guarda qualcuno direttamente negli occhi. Le persone evitano il contatto visivo per vari motivi.
Per coloro che non hanno una condizione di salute mentale diagnosticata, evitare il contatto visivo potrebbe essere correlato alla timidezza o alla mancanza di fiducia.
A qualunque motivazione risponda, l’abbassare lo sguardo ed evitare il contatto oculare è un gesto che denota insicurezza ed è percepito come segnale di sottomissione.
La mancanza di contatto visivo crea in colui che parla l’impressione di non essere ascoltato
I dati emersi da alcuni studi indicano che, nell’ascoltare, la persona che guarda in alto a sinistra cerca di recuperare dati dalla memoria, mentre la persona che guarda in alto a destra mobilita le facoltà immaginative. Uno sguardo in basso a sinistra indica una sensazione, in basso a destra indica un dialogo interiore.
Questo modello di accessi oculari vale per la gran parte delle persone. Talvolta a rivelare queste attività mentali sono segni quasi impercettibili, che si esauriscono letteralmente in un battito di ciglia!
Se vuoi approfondire questo argomento ne ho parlato nel post: Le indicazioni oculari di acceso. Visual Accessing cues.
Sfruttare maggiormente il contatto visivo produce in generale effetti positivi. Può infatti testimoniare che siamo attenti, che l’interlocutore ci piace e che siamo sinceri.
Può avviare la comunicazione fra due persone e mantenerla viva; può esercitare una straordinaria influenza quando cerchiamo di persuadere qualcuno ad adottare il nostro punto di vista o ad acquistare il nostro prodotto.
Può, inoltre, favorire le relazioni amorose, poiché è risaputo che tendiamo a guardare coloro da cui ci sentiamo attratti.
IL linguaggio del corpo
Nelle relazioni interpersonali, l’abitudine di evitare il contatto oculare viene interpretata inconsciamente dai nostri interlocutori come segnale che indica che Non si è meritevoli di fiducia.
Quand’anche tale interpretazione non corrispondesse alla realtà (siamo persone assolutamente affidabili) resta il fatto che questo comportamento dello sguardo crea una brutta impressione negli altri e l’impressione, purtroppo, è ciò che conta di più.
Ecco cosa puoi fare
Se stai parlando con qualcuno scegli di osservare un punto leggermente sopra gli occhi dell’ascoltatore. Se non ti senti a tuo agio, prova a lasciare che i tuoi occhi vadano leggermente fuori fuoco, il che ha l’ulteriore vantaggio di ammorbidire e rilassare lo sguardo.
Puoi e dovresti anche distogliere lo sguardo di tanto in tanto. Utilizzare queste due strategie per migliorare il tuo contatto visivo farà sentire i tuoi ascoltatori più in contatto con te e aumenterà la probabilità che tu ti senta più a tuo agio con loro.
Il contatto oculare è uno strumento di grande importanza per stabilire intesa e senso di fiducia nei confronti dei nostri interlocutori. La sua assenza può ostacolare la comunicazione, oltre a privarci di uno strumento che ci permette di accertare la sincerità del parlante.
Dove dirigere lo sguardo
Molte persone trovano motivo di disagio nel contatto oculare e appaiono goffe perché non sanno bene su quale zona del volto (o del corpo) dell’interlocutore concentrare lo sguardo.
Alcuni esperimenti condotti su tre diverse fasce del viso hanno evidenziato che si considera come culturalmente normale il comportamento che segue.
#1. In generale, per esempio quando siamo in presenza di estranei, lo sguardo ideale è quello rivolto all’interno di un triangolo immaginario i cui angoli di base corrispondono agli occhi dell’interlocutore e il vertice superiore alla sommità della fronte.
#2. Lo “sguardo sociale”, quello che viene percepito come normale negli incontri amichevoli, si dirige all’interno di un triangolo immaginario compreso fra occhi e bocca.
#3. Lo “sguardo intimo” segnala interesse di natura sessuale. Si dirige verso gli occhi e quindi scende sotto il mento fino ad altre parti del corpo; nel caso di un uomo che guarda una donna, scende generalmente fino al petto.
Dopo questa scansione effettuata con discrezione, lo sguardo ritorna rapidamente a posarsi sugli occhi, ma la sua durata è tale da dimostrare un chiaro interesse.
Sia gli uomini sia le donne utilizzano lo sguardo intimo nell’ambito del corteggiamento; se anche l’altra persona è interessata, restituisce a sua volta lo stesso tipo di sguardo.
Se ti interessa approfondire questo argomento puoi leggere il post: Il linguaggio del corpo nel corteggiamento. Differenze tra uomini e donne.
Suggerimenti per stabilire un contatto visivo
Stabilisci un contatto visivo prima di iniziare a parlare con qualcuno. Usa la regola del 50/70. Mantieni il contatto visivo il 50% delle volte quando parli e il 70% quando ascolti.
Mantieni il contatto visivo per circa quattro o cinque secondi alla volta. Quando interrompi il contatto visivo, guarda di lato prima di riprendere lo sguardo.
Distogli lo sguardo lentamente. Quando distogli lo sguardo, fallo lentamente. Distogliere lo sguardo troppo velocemente (guizzare gli occhi) può farti sembrare nervoso o timido.
Usa la tecnica del triangolo. Invece di guardare altrove o abbassare lo sguardo (poiché questo mostra una mancanza di fiducia), puoi anche guardare un altro punto del loro viso. Immagina uno dei triangoli di cui abbiamo parlato. Ogni cinque secondi, ruota il punto del triangolo che stai guardando.
Rompi lo sguardo per fare un gesto o per annuire, poiché sembra più naturale che distogliere lo sguardo perché sei diventato a disagio con il contatto visivo.
- Borg, James(Autore)
Quando parli a un gruppo di persone, invece di pensare al gruppo nel suo insieme, immagina di avere conversazioni individuali con una persona del gruppo alla volta. Scegli una persona nel gruppo e fingi di parlare solo con quella persona.
Guarda quella persona mentre finisci il tuo pensiero o frase. Quando inizi una nuova frase o idea, scegli un’altra persona nel gruppo e guardala negli occhi mentre finisci il tuo pensiero. Assicurati di includere eventualmente tutti nel gruppo.
Intensificare il contatto oculare entro i limiti di accettabilità
Molte persone non si rendono conto di avere l’abitudine di fissare gli altri in modo eccessivo, forse semplicemente perché nessuno glielo ha mai fatto notare. Che si tratti di amici, colleghi di lavoro, conoscenti o estranei, il loro sguardo prolungato suscita in noi una sensazione di disagio.
Nella normale conversazione il contatto oculare è sempre intermittente. Qualsiasi trasgressione rispetto a questa “norma” procura un senso di disagio.
La ricerca dimostra che, in un’interazione tipica, l’oratore esperto guarda l’ascoltatore per il 45-60% del tempo. L’ascoltatore guarda l’oratore per il 70-80% del tempo. Per circa il 30% del tempo si instaura il cosiddetto “sguardo reciproco”.
È importante anche la durata dello sguardo. La durata media dello sguardo “semplice” è di 2,95 secondi, mentre la durata media dello “sguardo reciproco” è di 1,8 secondi.
Prova a intensificare il contatto oculare (sempre entro i limiti di accettabilità) con persone appartenenti a diversi ambiti della tua vita e valuta se si verificano cambiamenti significativi nei rapporti. Prova, per esempio, a prolungare il contatto oculare con un amico (dopo averlo informato dell’esperimento) e invitalo a dirti quando inizia ad avvertire disagio.
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