In questo post la definizione di ipnosi secondo i 3 ipnotisti più influenti: James Braid, Milton Erickson e Dave Elman.
L’ipnosi ha una storia lunga e affascinante che risale ai tempi antichi. Tuttavia, la moderna comprensione e l’utilizzo dell’ipnosi come strumento terapeutico è relativamente recente.
L’ipnosi come pratica terapeutica ha le sue radici nell’Europa del XVIII secolo. Nel 1775, Franz Anton Mesmer sviluppò una teoria secondo cui il magnetismo animale (o fluido magnetico) fluiva attraverso il corpo umano e poteva essere manipolato per curare le malattie.
Mesmer credeva che il magnetismo animale potesse essere manipolato attraverso la suggestione e la manipolazione del campo magnetico del paziente. Questo approccio alla cura delle malattie divenne noto come “mesmerismo”.
Ipnosi oggetto di studio scientifico
Nel XIX secolo, l’ipnosi divenne oggetto di studio scientifico. Nel 1843, lo scozzese James Braid coniò il termine “ipnosi” dal greco hypnos, che significa “sonno”. Braid sviluppò l’idea che l’ipnosi non fosse uno stato di sonno, ma piuttosto uno stato di trance in cui il soggetto era altamente suggestibile.
Nel 1882, Jean-Martin Charcot, un medico francese, introdusse l’ipnosi nella pratica medica. Charcot utilizzava l’ipnosi per trattare l’isteria e altri disturbi psicologici. Inoltre, Charcot introdusse l’idea che l’ipnosi potesse essere utilizzata per indurre la catalessi, uno stato di rigidità muscolare che era stato precedentemente associato alla possessione demoniaca.
Durante il XX secolo, l’ipnosi diventò popolare come pratica terapeutica. Nel 1958, l’American Medical Association (AMA) riconobbe l’ipnosi come una pratica medica valida.
Nel 1958, Milton Erickson, un medico e psicologo americano, sviluppò l’ipnosi ericksoniana, un’approccio all’ipnosi basato sulla comunicazione indiretta e sulla personalizzazione dell’esperienza dell’ipnotizzato.
Oggi, l’ipnosi viene utilizzata in molti campi, tra cui la psicoterapia, la medicina, lo sport e l’intrattenimento. L’ipnosi ha fatto molti progressi negli ultimi secoli, ma rimane un campo di studio e di pratica in continua evoluzione.
I 3 ipnotisti più influenti. James Braid, Milton Erickson e Dave Elman
Il dibattito sulla precisa natura dell’ipnosi è andato avanti per decenni e probabilmente continuerà a lungo. In questo post faremo riferimento alle definizioni dei 3 ipnotisti più influenti: James Braid, Milton Erickson e Dave Elman.
James Braid (1795 – 1860)
James Braid
ha provocato un cambiamento di paradigma dai mesmeristi del diciottesimo secolo e degli inizi del diciannovesimo secolo. Egli ha reso popolare la terminologia che usiamo tutt’oggi, ma in seguito la rifiutò ritenendola fuorviante.
James Braid era un dottore e dopo aver osservato una dimostrazione di mesmerismo ritenne di aver capito il perché le persone andassero in questo stato particolare: ciò non aveva niente a che vedere con un fluido magnetico invisibile. Egli indicò un fondamento fisico per l’ipnosi.
- James Braid (Autore)
La sua perspicace, ma imprecisa, visione indicava che lo stato mesmerizzato veniva causato dall’affaticamento del nervo ottico in seguito alla fissazione dell’occhio; da qui l’associazione con la focalizzazione su orologi fatti roteare, o, nel suo caso, su un portasigarette d’argento.
Pare che inizialmente egli non si rese conto del fatto che anche le suggestioni verbali che dava ai suoi soggetti, indicando che i loro occhi si sarebbero sentiti stanchi, stavano avendo effetto.
James Braid era essenzialmente un razionalista dalla mentalità aperta, ispirato dal più sincero spirito scientifico. Era ardentemente incuriosito da tutte le scoperte più recenti e modificò le sue teorie in accordo con esse.
Più tardi nel corso della sua carriera spostò l’enfasi da una descrizione materialistica ad una più orientata a sondare la natura soggettiva dell’ipnosi e gli effetti della suggestione.
Braid notò che non era solo lo sguardo a fissarsi, ma anche l’occhio della mente. In altre parole, quando è sotto ipnosi, la mente si focalizza su una singola idea.
Secondo Braid la vera origine ed essenza della condizione ipnotica è:
“L’induzione di uno stato di astrazione o concentrazione mentale in cui, come durante un sogno ad occhi aperti, le facoltà della mente sono talmente assorbite da una singola idea o sequenza di pensieri da rendere l’individuo inconsapevole, o indifferentemente consapevole di tutte le altre idee, impressioni, o sequenze di pensiero”.
James Braid dice che l’ipnosi rende l’individuo inconsapevole o indifferentemente consapevole di tutte le altre idee.
Quando sei ipnotizzato sei ancora in grado di riflettere sull’esperienza che stai vivendo, mentre la stai sperimentando, e per quanto tu sia assorbito da essa è comunque un’esperienza pienamente cosciente.
Per esempio, se sotto ipnosi ti viene fatto credere che non puoi spostare la tua mano dalla tua faccia, perché è stata incollata lì, sei comunque in grado di riflettere sul fatto che sia incollata e potresti persino chiederti per quale motivo lo sia. Ma ciò nonostante la sola realtà che hai è che la tua mano è incollata.
Se fossi ipnotizzato e ti venisse fatto credere che dei tappi di bottiglia fossero monete, anche se ti venisse indicato chiaramente che sono tappi, tu rimarresti convinto, senza il minimo dubbio, che quelli che hai davanti non siano tappi di bottiglia, ma monete, e le accetteresti come tali. Saresti indifferente a qualunque idea diversa da quella a cui la tua mente si è aggrappata, scegliendola come realtà.
L’ipnotista dirige la percezione della realtà del soggetto, bloccando la sua mente intorno a determinate idee. James Braid si spinse ancora più avanti nei suoi lavori successivi e ipotizzò che le suggestioni non fossero la spiegazione dei fenomeni ipnotici, ma l’artificio usato per stimolarli.
Dall’epoca di Braid fino alla metà del ventesimo secolo, l’ipnosi fu tipicamente indotta usando un approccio diretto e autoritario, incoraggiando la concentrazione dell’attenzione.
Milton Erickson (1901 – 1980)
Nel ventesimo secolo Milton H. Erickson apportò un cambiamento epocale nel modo di indurre l’ipnosi, sviluppando un approccio permissivo e indiretto che è diventato molto popolare fra gli ipnoterapeuti del ventunesimo secolo.
Verso la fine della sua carriera, apparentemente sembrava semplicemente che avesse delle conversazioni con i suoi pazienti, i quali andavano in ipnosi senza che la parola ipnosi venisse neppure menzionata.
Di sicuro Erickson sapeva esattamente quello che stava dicendo, quello che stava facendo e perché questo causasse l’ipnosi. Le sue intuizioni in materia di cambiamento personale hanno avuto un profondo impatto sulla terapia moderna.
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Erickson fece esperimenti con l’ipnosi praticamente ogni giorno dal 1920 al 1980, coprendo un ambito molto vasto.
A causa della popolarità del suo approccio permissivo, viene spesso sottovalutato il fatto che egli fosse anche un esperto nell’uso dell’ipnosi diretta, rapida e improvvisata e che fosse in grado di usarla tanto prontamente quanto il più elaborato approccio indiretto o nascosto.
Si dice che egli usasse l’induzione tramite stretta di mano così spesso che, verso la fine della sua carriera, nessuno osasse più stringergli la mano per davvero.
Definizione di ipnosi secondo Milton Erickson
Molte delle sue dichiarazioni vengono spesso citate come la sua definizione di ipnosi, vale la pena di leggerle tutte. Quella che segue è solo una di esse:“Uno stato di speciale consapevolezza caratterizzata da ricettività verso le idee”.
In questa definizione egli sottolinea che la mente diventa ricettiva verso le idee che l’ipnotista presenta. Questo può essere interpretato come se le persone diventassero più suggestionabili o più aperte alle idee che vengono loro presentate quando sono ipnotizzate.
L’enfasi che Erickson pone sulla consapevolezza, anziché sull’essere non coscienti, disattenti o inconsapevoli è anche interessante. È in linea con il suo pensiero che l’ipnosi ti permetta di confrontarti con la più grande bestia in tutti noi, il subconscio, o quello che noi chiamiamo mente inconscia.
Quando è ipnotizzata, la mente inconscia sembra assumere più responsabilità, o passare in primo piano. L’inconscio regola tutti i processi fisici del nostro corpo, immagazzina e organizza i ricordi, ogni insegnamento appreso da ogni esperienza, come anche i percorsi mentali e gli schemi che ci permettono di funzionare.
Questa parte della mente è intuitiva, può richiamare il tuo potenziale e istantaneamente cambiare il modo in cui pensi, senti e rispondi. Al contrario la mente conscia è limitata. Essa è logica e lineare nel suo approccio alla soluzione dei problemi.
Questo è essenzialmente un modello dissociativo, dove la mente conscia è dissociata dall’inconscio, evitandole di interferire nel funzionamento delle suggestioni. Erickson non era interessato a parlare con la mente consapevole.
Dave Elman (1900 – 1967)
Dave Elman fu un altro innovatore e forse il più influente ipnotista di tutti i tempi.
L’ipnosi secondo Elman è: “Uno stato mentale in cui la facoltà critica dell’essere umano è aggirata e viene instaurato il pensiero selettivo”.
Dave Elman fa riferimento a uno stato in cui “… la facoltà critica dell’essere umano è aggirata…”.
Quindi che cos’è la facoltà critica? Pensa ad essa come un filtro fra la mente conscia e l’inconscio.
La mente conscia può essere definita in base a certe sue caratteristiche. È razionale, logica, limitata ed è caratterizzata dal pensiero induttivo, procede da certi fatti a una logica conclusione.
Per mente inconscia si intende tutto quello che non fa parte della mente consapevole e razionale; tutte le memorie, ogni nozione, risorsa, schema e abitudine. È creativa, intuitiva e apparentemente illimitata.
La facoltà critica può essere definita come il tuo senso di giudizio o, forse più accuratamente, come il tuo senso di controllo. La parte di te che pensa di sapere cosa sia la realtà.
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Aggirare la facoltà critica non stabilisce l’ipnosi, ma ne rappresenta, per come la vede Dave Elman, la “chiave d’accesso”. Quando la facoltà critica è aggirata, il tuo senso di giudizio, i ragionamenti induttivi e le facoltà logiche vengono sospesi o distratti.
Quanto sono distratti e per quanto tempo rimangono sospesi dipende dall’attitudine del soggetto e dall’abilità dell’ipnotista.
Quando attitudine e abilità sono entrambe ottimali, l’inconscio assume responsabilità e, con ulteriori istruzioni da parte dell’ipnotista, il pensiero selettivo può essere rapidamente installato. Secondo Elman il pensiero selettivo è quello in cui si crede incondizionatamente.
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