In questo post 5 Tecniche di Persuasione Coercitiva ad uso di culti, sette e regimi totalitari
Il primo a parlare di Persuasione Coercitiva (lavaggio del cervello) probabilmente è stato il reporter Edward Hunter durante la Guerra di Corea (1950-1953) per descrivere le tecniche di “rieducazione” che i cinesi usavano sui prigionieri americani.
Da allora il termine è stato associato ai culti, che spesso usano una combinazione di metodi di manipolazione psicologica per rendere i loro membri “compiacenti”.
La psicologa Margaret Singer, figura di spicco nello studio della persuasione coercitiva nei contesti sociali e religiosi, ha sostenuto che circa 2,5 milioni di persone solo negli Stati Uniti sono membri di culti noti per l’uso di tecniche di lavaggio del cervello.
5 Tecniche di persuasione coercitiva
È importante essere consapevoli del fatto che vi è ancora un dibattito aperto su cosa costituisca esattamente la persuasione coercitiva e su quanto le tecniche possano essere efficaci.
Il contesto può riguardare un campo di prigionia, la sede centrale di una setta o una moschea fondamentalista ma saltano sempre fuori delle tecniche di base.
Vediamo 5 tra le pratiche più diffuse.
#1. Dipendenza e Paura
Il rapimento dell’ereditiera Patty Hearst da parte dell’Esercito di Liberazione Simbionese (Symbionese Liberation Army) nel 1974 è un classico esempio di persuasione coercitiva attraverso la dipendenza e la paura.
Patty Hearst, da ricca ereditiera si è rapidamente trasformata in una rapinatrice di banche e membro “apparentemente” impegnato di un’organizzazione terroristica.
Dopo essere stata rapita nel suo appartamento di Berkeley in California; la Hearst è stata rinchiusa in un armadietto e sottoposta ad abusi fisici e sessuali, mentre i suoi aguzzini le ripetevano che potevano ucciderla in qualsiasi momento.
L’Esercito di Liberazione Simbionese, un gruppo di guerriglia urbana americano di una dozzina di membri che si considerava un’armata d’avanguardia rivoluzionaria fautrice di un’ideologia vicina alla sinistra radicale, aveva il controllo totale della vita di Patty Hearst.
- Taylor, Eldon (Autore)
Questa dipendenza dai suoi rapitori ha portato alla cosiddetta Sindrome di Stoccolma. Dopo alcuni mesi di prigionia, Patty Hearst diventa un membro ideologicamente devoto dell’organizzazione, partecipando alla rapina di una banca in San Francisco.
Quando la Hearst è stata catturata dalla polizia, l’Accusa ha rifiutato di riconoscerla come vittima di lavaggio del cervello e ha sostenuto che era pienamente conforme ai terroristi. Fu così condannata a 7anni di prigione.
Tuttavia, dopo 2 anni, il presidente Carter ha commutato la sua condanna a causa delle “esperienze degradanti” che ha subito come prigioniera. Sebbene Hearst possa anche essere stata più impressionabile della maggior parte delle persone, la sua storia è una testimonianza del modo in cui esperienze dolorose possono trasformare chi siamo e in cosa crediamo.
#2. Love Bombing
Il “bombardamento d’amore” è una delle tecniche di manipolazione mentale più usate che ha effetti duraturi.
Questa tecnica di manipolazione viene spesso utilizzata nelle Sette e nei Culti ma anche in contesti lavorativi tipo cooperative sociali, ne ho parlato nell’articolo 7 Tecniche di manipolazione da conoscere assolutamente.
La fase iniziale è caratterizzata da lusinghe, seduzione, contatti corporei non sessuali ma carichi di affetto (bacini, carezze, abbracci) e molta attenzione verso qualsiasi necessità del nuovo arrivato.
Il nuovo arrivato viene circondato d’amore dal leader e dagli aderenti al gruppo, che lo mettono al centro delle loro attenzioni. Lo scopo è creare l’ambiente di una famiglia.
In una seconda fase, una o due persone già ben inserite nel gruppo, che seguono le indicazioni del leader, si dedicano esclusivamente a lui (“Sistema del compagno”). Ben presto il nuovo arrivato inizierà ad imitare il comportamento e il linguaggio del gruppo, per sentirsi accettato e farne parte.
È risaputo che ci sentiamo fortemente inclini a ricambiare il comportamento gentile e la generosità degli altri, per cui l’amore finto, l’incoraggiamento e l’amicizia dimostrati dai membri di una setta consolidata nei confronti degli iniziati sono destinati a creare un crescente senso di obbligo, debito e senso di colpa.
Lo psicologo Edgar Schein sostiene che le persone vengono iniziate ai culti attraverso un processo di “scongelamento e ricongelamento”. Durante la fase di scongelamento, il nuovo membro inizia a rifiutare la sua vecchia visione del mondo e si apre alle idee della setta. Durante il ricongelamento, la setta solidifica questa nuova visione.
Schein indica il bombardamento d’amore come elemento chiave del ricongelamento: i membri che accettano la filosofia della setta sono ricompensati con abbracci e complimenti, ma vengono evitati se fanno troppe domande scettiche.
Questa tecnica ha il potere di ridare fiducia in se stessi e di far cadere le resistenze personali: tutti vogliamo essere amati.
#3. Isolamento
Nel 1977, il Reverendo Jim Jones e circa 1.000 membri del suo gruppo religioso del Tempio del Popolo (People’s Temple) si trasferirono in una comune isolata della Guyana. Circa 400 chilometri di giungla li separarono dall’ambasciata statunitense nella capitale della Guyana, Georgetown.
Tale isolamento ha aiutato gli adepti a “perdere di vista i valori del mondo esterno”, lasciando Jones libero di instillare il suo terrificante regime.
Lontano dall’influenza dei loro amici e delle loro famiglie negli Stati Uniti, i membri del Tempio del Popolo non avevano altra scelta se non quella di seguire le ideologie di Jones, anche se erano a disagio con ciò che stava accadendo. Nel controllo totale sui suoi membri e nel suo isolamento forzato, il progetto di Jim Jones era paragonabile a quello di dittatori della la Corea del Nord.
Il 18 novembre del 1978 Reverendo Jones chiamò a raccolta i membri del Tempio del Popolo con un altoparlante e annunciò che era giunto il momento di commettere il “suicidio rivoluzionario”. Dopo un lunghissimo discorso, Jones fece portare un grosso bidone contenente succo di frutta, Valium, cianuro di potassio, e ordinò agli adepti di berne un bicchiere, imponendo alle madri di portare il preparato ai propri figli.
Fu a quel punto che gli adepti iniziarono a sentirsi male e ad accusare gli effetti dell’avvelenamento che li avrebbe portati alla morte. Jones invitò tutti a morire con dignità, soprattutto le persone che stavano mostrando paura e i bambini che si stavano rifiutando di bere il preparato.
Jim Jones non morì avvelenato, ma si suicidò sparandosi un colpo di pistola alla testa. In totale, quel 18 novembre del 1978, morirono 913 persone.
#4. Impegno e Coerenza
Una volta che abbiamo preso una decisione o quando abbiamo compiuto qualcosa sentiamo il bisogno di comportarci coerentemente con l’immagine che abbiamo dato di noi stessi. Il principio di coerenza è particolarmente rilevante per l’insorgere del fenomeno denominato “dissonanza cognitiva”.
Ho parlato di Dissonanza Cognitiva nell’articolo La Dissonanza Cognitiva di Leon Festinger
Durante la guerra di Corea, i soldati americani catturati dai cinesi sono stati sottoposti a sessioni di “critica e autocritica” in cui hanno dovuto denunciare i compagni di prigionia, discutere delle proprie colpe, esprimere le proprie insicurezze sul capitalismo e sugli Stati Uniti.
I prigionieri venivano forzati ad ascoltare letture quotidiane di ideologia comunista. Benché probabilmente non capissero la lingua parlata dai loro carcerieri, la ripetizione ossessiva inibiva le loro resistenze mentali, li rendeva assuefatti a ricevere passivamente l’ideologia comunista.
Il programma di indottrinamento si basava sul meccanismo della coerenza con gli impegni presi per ottenere dai prigionieri il comportamento desiderato.
Il problema dei militari cinesi era come fare per ottenere una qualunque collaborazione dai prigionieri americani, istruiti a non dichiarare altro che nome, grado e numero di matricola.
Come potevano sperare di indurli a fornire informazioni militari, collaborare alla cattura dei compagni evasi, o denunciare pubblicamente il proprio paese?
La risposta è molto semplice: partire con poco e procedere per gradi.
- Cialdini, Robert B. (Autore)
I cinesi chiedevano ai prigionieri di fare dichiarazioni antiamericane o filocomuniste così banali da sembrare del tutto non compromettenti (“Gli Stati Uniti non sono perfetti”; “In un paese comunista la disoccupazione non è un problema”).
Una volta accettate queste richieste minime, il prigioniero si trovava spinto ad accettarne di più sostanziose: per esempio, dopo aver ammesso che gli Stati Uniti non sono perfetti gli poteva esser richiesto di indicare alcuni esempi concreti in quel senso; fornite queste spiegazioni, doveva semplicemente elencarle in ordine e mettere la sua firma al verbale d’interrogatorio.
In seguito, la richiesta poteva esser quella di leggere il suo elenco dei “problemi dell’America” in un gruppo di discussione con altri prigionieri (“Dopo tutto, sono le tue idee, non è vero?”) e più avanti di scrivere un testo che esaminasse più in dettaglio quegli stessi problemi.
A questo punto i cinesi potevano usare il suo nome e il testo in una trasmissione radiofonica per tutti i campi di prigionia nella Corea del Nord e per le forze armate americane in Corea del Sud.
La maggioranza ha collaborato. Le espressioni in accordo con le richieste presentate dai carcerieri cinesi venivano premiate e quelle in dissenso punite.
I due stimoli principali erano la fame e il cibo. Ai prigionieri venivano offerte razioni di cibo più abbondanti nella misura in cui mostravano di accettare le richieste che venivano fatte loro dai carcerieri.
Benché qualcuno riuscisse a rifiutare qualunque collaborazione, la maggioranza ha collaborato, compiendo azioni che potevano apparire di scarso peso, ma che i cinesi sapevano volgere a proprio vantaggio.
Ciò era particolarmente efficace per ottenere confessioni, autocritiche e informazioni durante gli interrogatori.
#5. Controllo dell’informazione
Steven Hassan, un autore esperto di leadership nei culti, sostiene che se a una persona viene negata l’informazione necessaria per formulare giudizi fondati, non sarà più in grado di formarsi opinioni proprie.
Le persone rimangono intrappolate nelle sette (religiose, filosofiche o politiche) non solo perché viene loro negato l’accesso a informazioni di carattere critico, ma anche perché vengono a mancare quegli appropriati meccanismi interni che servono a elaborarle.
Tale controllo dell’informazione ha un impatto drammatico e devastante. In molte sette le persone hanno un accesso limitato ai mezzi d’informazione (giornali, riviste, televisione o radio) che non siano di pertinenza del gruppo. Ciò si ottiene anche impegnando i membri al punto da non avere tempo da dedicare ad altro.
Il controllo dell’informazione avviene a tutti i livelli relazionali. Non sono permesse conversazioni critiche nei confronti dei capi e dell’organizzazione. I seguaci devono spiarsi a vicenda e riportare immediatamente ai leader attività improprie e critiche.
Ai nuovi adepti non è consentito comunicare tra loro, se non alla presenza di un membro anziano. E, cosa più importante, viene proibito loro di avere contatti con chi è critico nei confronti della setta.
Comportamento e pensiero, emozioni e informazioni, ogni forma di controllo ha grande potere sulla mente umana. Insieme formano una rete totalizzante che può manipolare anche le persone più forti. Di fatto, sono proprio gli individui più forti a trasformarsi in membri più devoti e coinvolti.
Probabilmente nessun gruppo mette in atto tutte queste tecniche di persuasione coercitiva insieme, ma senz’altro sono tra le pratiche più diffuse nell’ambito di ciascuna componente del controllo mentale, poiché esistono anche altri metodi in uso in certe sette.
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Bibliografia
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- “Le armi della Persuasione” di Robert Cialdini
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