Il modo in cui presentiamo il nostro messaggio è decisivo se vogliamo ottenere un esito positivo nella comunicazione. È come vendere un prodotto o offrire un regalo: molto dipende dalla presentazione e dal confezionamento. Ogni volta che comunichiamo, il nostro messaggio viene confezionato in un certo modo.Per esempio: hai preso un caffè al bar, ti sei seduto al tavolo e poi sei andato al bancone a prendere una bustina di zucchero; tornando ti accorgi che qualcuno si è seduto al tuo posto.C’è un’infinità di modi in cui puoi farglielo presente: puoi gridare e alzare la voce; sorridere e parlare piano; fare gli occhi dolci; chiedere per favore oppure aggredirlo e iniziare dicendo “Questa è la mia sedia”.
In tutti questi casi hai scelto certe modalità di confezionamento della comunicazione.
Confezionamento della comunicazione
Possiamo suddividere il confezionamento della comunicazione in quattro gruppi: Linguaggio del corpo, Intonazione, Uso delle parole, Atmosfera.
Lavorare sul linguaggio del corpo, l’intonazione, l’uso delle parole e l’atmosfera ti aiuterà a comunicare in modo efficace.
#1. Il linguaggio del corpo
Il linguaggio del corpo è semplicemente il nome che diamo ai messaggi che inviamo senza parlare, usando le espressioni del viso, la postura e i movimenti. Questo deve sempre essere contestualizzato, e anche le differenze culturali svolgono un ruolo molto importante nel nostro modo di agire.
Esempi di linguaggio del corpo:
Se invadi lo spazio personale del tuo interlocutore questi si sentirà intimidito e minacciato, il messaggio potrebbe essere frainteso e associato a emozioni negative. Tutti abbiamo uno spazio intorno a noi che crediamo ci appartenga, e quando qualcuno si avvicina troppo ci sentiamo subito a disagio. L’estensione di questo spazio varia da cultura a cultura e da persona a persona, ma la regola generale è che siamo programmati per sentirci a nostro agio a un braccio di distanza dall’altra persona. Se qualcuno si avvicina più di così ci sentiamo infastiditi, a meno che non siamo noi ad accogliere l’altro.
- Pacori, Marco (Autore)
Le braccia conserte di solito significano che ci sentiamo attaccati e ci siamo messi sulla difensiva. Può anche significare che percepiamo un sovraccarico di informazioni o non siamo sicuri di volerle ricevere. D’altronde può anche darsi che sentiamo freddo, o che facciamo questo gesto per abitudine! Il punto è che se incrociamo le braccia è probabile che l’interlocutore ne ricavi un’impressione negativa.
Quando parliamo con le persone di solito le guardiamo in faccia, e la loro espressione ci dice cosa provano. Quando incontriamo una persona che ci piace, le nostre pupille si dilatano e gli altri se ne accorgono e si sentono più a loro agio con noi. Se una persona non ci sta simpatica le pupille tendono a contrarsi, e lei può accorgersene e sentirsi a disagio.
*Leggi: Linguaggio del Corpo | Come Interpretarlo? 59 Segnali Spiegati
Microespressioni
Sui nostri volti appaiono anche le cosiddette microespressioni: espressioni che caratterizzano stati emotivi molto acuti e durano meno di un quarto di secondo. C’è chi afferma che alcune persone sanno leggere le microespressioni e sanno riconoscere quando gli altri mentono. In realtà pochissimi ne sono capaci. Poiché le microespressioni sono involontarie, se filmiamo una persona che parla e poi la riguardiamo al rallentatore possiamo cogliere certi segnali, che possono essere indizi di una bugia, esaminando tutte le parti del viso, dalle labbra agli occhi, dalle sopracciglia al naso e ai muscoli della bocca.Il cervello della persona media sa riconoscere quando l’interlocutore mostra emozioni intense come la rabbia, la noia o lo stress.
*Leggi:
Come riconoscere le emozioni e le espressioni facciali
#2. L’intonazione
Circa un terzo della comunicazione dipende dall’intonazione della voce, che si può suddividere in tre aspetti: velocità, volume ed enfasi.DA:Il paradosso dello scimpanzé
Velocità
La velocità con cui parliamo può trasmettere molte emozioni: fretta, irritazione, entusiasmo, incertezza. Parlare in modo equilibrato ci aiuta a trasmettere i messaggi nel modo che intendiamo, e aiuta l’altro ad ascoltarci.
Volume
Il modo migliore per far sì che l’altra persona ci presti ascolto è parlare lentamente e a volume normale o basso. Come con il linguaggio del corpo, anche qui è importante contestualizzare: a volte quando una persona parla lentamente e a bassa voce in modo non appropriato alla situazione, può rappresentare una forma passiva di controllo sugli altri.
Enfasi
Enfatizzare una parola piuttosto che un’altra in una frase può cambiarne completamente il significato. Per esempio, prendiamo la frase “Io penso che tu abbia dei capelli molto belli”. Il significato cambia a seconda della parola su cui poniamo l’accento. Ecco quattro versioni:Ci basta alzare o abbassare la voce all’inizio o alla fine di queste frasi e il significato cambia ancora. Di solito, la voce che si alza al termine di una frase implica una domanda, o una sfida; ma in alcune lingue è semplice abitudine. Questo dimostra che l’enfasi che diamo alle nostre frasi deve essere contestualizzata.
#3.L’uso delle parole
Le parole possono essere un’offerta di amicizia o gentilezza ma possono essere anche la più letale delle armi.
Tutte le parole che usiamo hanno un contenuto emotivo: quando le sentiamo vi associamo emozioni e rilasciamo sostanze chimiche nel cervello che influenzano il nostro stato d’animo. Alcune parole, come morte e amore, sono molto cariche di emozioni, mentre altre, come mela o tavolo, hanno uno scarso contenuto emotivo.Ovviamente si tratta di un fenomeno molto soggettivo, perché la stessa parola può suscitare una reazione diversa in persone diverse. Perciò, se dici a qualcuno “Odio il mio vicino di casa”, l’uso del verbo odiare provocherà una certa reazione nell’interlocutore e anche in te stessi, a causa del rilascio di sostanze chimiche nei rispettivi cervelli. Se invece dici “Il mio vicino non mi sta molto simpatico”, hai suscitato una reazione molto diversa nel tuo cervello e in quello dell’interlocutore, e seguono sensazioni differenti per entrambi. Le parole che scegli evocano reazioni emotive in te e negli altri. Con le parole possiamo aggredire anche noi stessi. Se dici a te stesso “Sono una persona inutile”, sicuramente le reazioni chimiche nel tuo cervello saranno negative! La scelta spetta a te.L’ uso delle parole, come arma pericolosa, si spiega da solo: le parole possono fare molto male, e usarle per far soffrire gli altri è una forma di attacco. È bene rifletterci, prima di ferire involontariamente qualcuno. Le parole sono armi!
#4.L’atmosfera
Si può parlare dell’atmosfera di una persona: una miscela di atteggiamento, opinioni, umore e modo di interagire con gli altri. Se ci rivolgiamo nel modo sbagliato a una persona poco amichevole o di cattivo umore, le conseguenze possono essere gravi. Saper leggere l’ atmosfera è molto utile, ma a volte non ci pensiamo in modo cosciente finché non suona un campanello d’allarme. Riconoscerla è facile nei bambini e nei cani, che non indossano la maschera tipica degli adulti: sono aperti e trasparenti, non hanno niente da nascondere. Un cane ci fa sapere subito di che umore è, ed emana un’ aura che può essere rilassata e cordiale oppure ostile e nervosa. Anche con i bambini è facile capire come si sentono.
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Vale la pena di riflettere sulla nostra atmosfera, perché può corrompere ogni messaggio che cerchiamo di inviare.
- Che tipo di atmosfera vuoi trovare in una persona con cui devi interagire?
- Che tipo di atmosfera, in quella persona, ha la maggiore probabilità di farti sentire a tuo agio e aiutarti ad ascoltarla?
Sono due domande quasi retoriche: è chiaro che tutti preferiamo avere a che fare con persone felici, rilassate e piacevoli, che interagiscono con noi e sanno ascoltare.L’atmosfera si può scegliere. Lavorare sulla nostra atmosfera significa sforzarci di controllare noi stessi ed eliminare ogni ostacolo che ci impedisce di essere come vogliamo.Lavorare sul linguaggio del corpo, l’intonazione, l’uso delle parole e l’atmosfera ti aiuterà a comunicare con più efficacia.Articoli consigliati:
- Come Usare la Comunicazione Non Verbale durante un colloquio di lavoro
- La Comunicazione Non Violenta di Marshall Rosenberg
- 7 Migliori Libri di Public Speaking
- 8 Tecniche di Comunicazione terapeutica | Paul Watzlawick
Bibliografia:
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Ciao Roberto, ti ringrazio per il commento.
Watzlawick nel testo “Pragmatica della Comunicazione Umana” afferma che:
ogni comportamento è una comunicazione e dato che il non comportamento è impossibile, di conseguenza è impossibile non comunicare. Questo è il primo assioma della comunicazione elaborato dalla Scuola di Palo Alto.
Se ad esempio prendi un autobus e parli con delle altre persone, stai trasmettendo una informazione quindi stai comunicando. Se invece fingi di dormire o ti isoli con le cuffiette dell’ ipod, stai comunque comunicando: lasciatemi in pace, non voglio parlare.
Quindi non possiamo scegliere se comunicare o meno, possiamo soltanto scegliere se affidare al caso le nostre modalità comunicative oppure comunicare consapevolmente utilizzando delle strategie precise.
Lo strumento di per sé non è né buono né cattivo, il valore che gli si può attribuire dipende soltanto dalle finalità che il comunicatore si prefigge.
Ti faccio un esempio: un medico di importanza nazionale è convinto che occorra utilizzare un vaccino specifico per la malattia X, ha dedicato un sacco di duro lavoro per fare questa scoperta. Per convincere il maggior numero di persone sulla bontà della sua invenzione utilizzerà degli strumenti comunicativi persuasivi di promozione alla salute, utilizzerà la tv, internet, ospitate da Bruno Vespa, riviste mediche e quotidiani con cui vuole informare e “convincere” la popolazione sull’utilità della vaccinazione.
Che valore attribuiresti all’operato del medico?
Mettiti ora nei panni del rappresentante nazionale della lotta contro i vaccini…
Che valore attribuiresti ora all’operato del medico?
Mi rendo conto di quanto sia importante l’uso della comunicazione in questo tempo….allo stesso tempo sono intimidito dal modo i cui questo strumento può essere usato…sono un po’ confuso?