Denigrare un avversario politico, è davvero una strategia elettorale efficace?
Uno studio del 2004 condotto da Young Min ricercatore presso la Kyung Hee University di Seoul, si concentra sull’influenza del comportamento di voto derivante da una campagna elettorale che si basa sulla denigrazione degli avversari politici.
La strategia di denigrazione, che può manifestarsi attraverso spot televisivi o articoli di giornale, è comunemente considerata efficace nel guadagnare consensi, poiché gli elettori tendono a recepire maggiormente le informazioni negative su un candidato, specialmente se sono indecisi.
- Rago, Marina (Autore)
Tuttavia, ci sono opinioni contrastanti su questo argomento: alcune ricerche recenti suggeriscono che non ci sia una differenza sostanziale nel comportamento di voto tra campagne elettorali che promuovono un candidato specifico e quelle che denigrano il suo avversario.
L’efficacia della denigrazione degli avversari politici come strategia di campagna elettorale
Gli esperimentatori si sono posti diverse domande: una campagna mediatica, sia essa positiva o negativa nei confronti di un candidato, può influenzare la decisione di un individuo di votare e la preferenza che esprimerà?
Una campagna mediatica positiva, che enfatizza il programma di azione di un candidato o le sue qualità personali, può mitigare l’impatto di una campagna negativa? Qual è il ruolo dei diversi mezzi di propaganda in questo processo?
Nell’esperimento hanno partecipato 113 studenti di un corso universitario di marketing. Dopo essere stati assegnati casualmente a una delle quattro sessioni previste per il pre-test, gli studenti hanno letto individualmente un articolo di giornale preparato dagli sperimentatori, che trattava del profilo politico di due candidati, uno democratico e l’altro repubblicano, alle elezioni congressuali negli Stati Uniti in determinati distretti.
Secondo gli autori, la randomizzazione avrebbe garantito l’equivalenza dei quattro gruppi per genere, etnia e orientamento politico.
Le variabili indipendenti erano il tono della propaganda, che poteva essere elogiativo o denigratorio, e l’argomento trattato, che poteva riguardare il programma del candidato o le sue qualità personali, focalizzandosi sulla questione educativa o ambientale.
Il post-test aveva lo scopo di misurare almeno quattro dimensioni: la propensione di ogni studente a votare (indicata con un numero da 0 a 7); la preferenza individuale per uno dei candidati; l’orientamento politico dei partecipanti e la valutazione dell’articolo letto.
Denigrare un avversario politico, è una strategia elettorale efficace?
Ecco un riassunto dei principali risultati e delle conclusioni tratte dagli autori:
#1. Partecipazione elettorale
Il tono denigratorio della propaganda sembra avere un impatto maggiore sulla propensione dei soggetti a recarsi alle urne rispetto alla propaganda promozionale. Ciò suggerisce che gli attacchi personali contro un avversario politico possono essere più efficaci nel motivare la partecipazione degli elettori.
#2. Preferenza del candidato
Non ci sono state differenze significative nella preferenza dei soggetti per un candidato, indipendentemente dal tono della propaganda. Questo suggerisce che, nonostante le tattiche di denigrazione possano influenzare la partecipazione elettorale, non hanno un impatto sostanziale sulle preferenze di voto.
#3. Ruolo della propaganda
Sembra che il tono della propaganda abbia un impatto significativo sulla propensione alla partecipazione elettorale, ma non sulla preferenza del candidato.
Questo suggerisce che la denigrazione può essere più efficace nel suscitare interesse e coinvolgimento degli elettori, ma non necessariamente nel cambiare le loro opinioni sui candidati.
#4. Valutazione dell’articolo
Non è stato specificato se ci siano stati risultati significativi riguardo alla valutazione degli articoli letti. Tuttavia, sarebbe interessante sapere se la percezione degli articoli, sia essi denigratori o promozionali, abbia influenzato il comportamento elettorale dei partecipanti.
Conclusioni
In generale, sembra che la denigrazione degli avversari politici possa influenzare la partecipazione elettorale, ma non necessariamente le preferenze di voto.
Tuttavia, è importante considerare che questo studio coinvolge solo studenti universitari e potrebbero esserci differenze nei risultati se la ricerca venisse ripetuta su un campione più ampio e diversificato.
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Bibliografia
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- An Experiment of Negative Campaign Effects on Turnout and Candidate Preference
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