Last Updated on 8 Novembre 2024 by Samuele Corona
I bias cognitivi sono dei modi di pensare distorti o irrazionali che influenzano la nostra percezione, giudizio e presa di decisione. Sono delle “deviazioni” dalla razionalità che possono portare a errori sistematici nelle nostre valutazioni e interpretazioni del mondo.
I bias cognitivi sono spesso il risultato di processi mentali automatici e inconsapevoli che ci permettono di elaborare rapidamente le informazioni. A volte questi processi automatici possono portare a conclusioni errate o incomplete.
Riconoscere l’esistenza dei bias cognitivi e cercare di evitare le loro trappole può aiutarci a prendere decisioni più informate e ragionevoli.
Nessuno è immune dai bias cognitivi, poiché sono parte integrante del funzionamento umano.
Daniel Kanheman e la scoperta dei Bias Cognitivi
Daniel Kahneman è uno psicologo ed economista israeliano-americano, noto per i suoi contributi nel campo della psicologia cognitiva e per il suo lavoro sull’economia comportamentale.
Kahneman ha ricevuto il premio Nobel per l’economia nel 2002 per la sua ricerca sull’integrazione della teoria economica con la psicologia sulla presa di decisioni sotto l’incertezza.
- Editore: Mondadori
- Autore: Daniel Kahneman , Laura Serra
- Collana: Oscar saggi. Cult
- Formato: Libro in brossura
- Anno: 2020
Kahneman ha identificato diversi tipi di bias cognitivi. Uno dei più noti è l’effetto di ancoraggio, che si verifica quando una persona fa una stima o una valutazione influenzata da un valore di riferimento iniziale, anche se irrazionale o insignificante.
Ad esempio, se ti viene chiesto di stimare il prezzo di un oggetto e ti viene fornito un prezzo iniziale molto alto o molto basso, la tua stima successiva sarà influenzata da quell’ancoraggio iniziale.
Un altro esempio di bias cognitivo è l’effetto di rappresentatività, che porta le persone a fare giudizi basati su quanto un evento o un oggetto sia rappresentativo di un certo concetto o categoria, ignorando la probabilità statistica.
Ad esempio, se una persona incontra qualcuno che ha gli attributi tipici di un programmatore di computer, può erroneamente presumere che quella persona sia un programmatore di computer, ignorando il fatto che la maggior parte delle persone con quegli attributi non sono programmatori.
Altri bias cognitivi identificati da Kahneman includono l’effetto di disponibilità, in cui le persone tendono a sovrastimare la probabilità di eventi basati sulla facilità con cui possono richiamare esempi o informazioni correlate; l’illusione di controllo, in cui le persone sopravvalutano il loro grado di controllo su eventi o situazioni incerte; e l’avversione alla perdita, in cui le persone attribuiscono un peso maggiore alle perdite rispetto ai guadagni potenziali.
Il lavoro di Kahneman sui bias cognitivi ha avuto un impatto significativo su diverse discipline, compresa l’economia, la finanza, la psicologia e la teoria delle decisioni.
*Ne ho parlato nel post: Daniel Kahneman | La teoria dei due Sistemi di Pensiero
50 Bias Cognitivi comuni che Influenzano il nostro pensiero
Esistono numerosi tipi di bias cognitivi, ognuno dei quali si manifesta in modo diverso.
Nell’elenco seguente, esamineremo 50 dei bias cognitivi più comuni, insieme a brevi descrizioni ed esempi per ciascuno di essi.
#1. Bias di conferma
La tendenza a cercare, interpretare ed elaborare informazioni che confermano le nostre convinzioni preesistenti.
Ad esempio, una persona che crede fortemente nel cambiamento climatico potrebbe tendere a ignorare o respingere gli studi scientifici che lo contraddicono.
#2. Eccesso di fiducia
La tendenza a sovrastimare le proprie abilità o la precisione delle proprie previsioni.
Ad esempio, un trader finanziario potrebbe essere eccessivamente fiducioso nella sua capacità di prevedere il mercato azionario e ignorare il rischio di perdita.
#3. Effetto Dunning-Kruger
La tendenza delle persone meno competenti a sopravvalutare le proprie abilità, mentre quelle più competenti tendono a sottostimare le loro.
Ad esempio, un principiante nel gioco degli scacchi potrebbe pensare di essere molto bravo, mentre un campione del mondo degli scacchi potrebbe sentirsi insicuro riguardo alle sue abilità.
#4. Effetto ancoraggio
La tendenza a fare valutazioni basate su un valore di riferimento iniziale, anche se questo valore non ha una base oggettiva.
Ad esempio, quando si negozia il prezzo di una macchina usata, la prima offerta può influenzare la percezione del valore dell’auto.
#5. Bias di disponibilità
La tendenza a giudicare la probabilità o la frequenza di un evento in base alla facilità con cui ci viene in mente un esempio o un’esperienza correlata.
Ad esempio, dopo aver letto un articolo su un incidente aereo, potremmo sovrastimare la probabilità di essere coinvolti in un incidente aereo rispetto ad altre cause di morte più comuni.
#6. Ragionamento motivato
La tendenza a interpretare le informazioni in modo da confermare le nostre convinzioni o desideri preesistenti.
Ad esempio, un sostenitore di un partito politico potrebbe interpretare selettivamente le notizie in modo da supportare le proprie opinioni politiche.
#7. Effetto di negatività
La tendenza a dare maggiore peso e attenzione agli eventi negativi rispetto a quelli positivi.
Ad esempio, dopo aver ricevuto cinque complimenti e una critica, potremmo focalizzarci maggiormente sulla critica, ignorando i complimenti.
#8. Effetto di bandwagon
La tendenza a seguire le azioni o le opinioni della maggioranza, semplicemente perché sono sostenute da molte persone.
Ad esempio, molte persone potrebbero iniziare a usare un certo prodotto solo perché è diventato di moda, anche se non ha effettivamente delle qualità superiori.
#9. Effetto di prospettiva
La tendenza a valutare le opzioni in base a come vengono presentate o formulate.
Ad esempio, un prodotto potrebbe sembrare più attraente se viene pubblicizzato come “70% di sconto” rispetto a “30% di prezzo normale”.
#10. Effetto di rimpianto
La tendenza a prendere decisioni basate sulla paura di provare rimpianto in futuro.
Ad esempio, potremmo decidere di non investire in azioni rischiose per paura di perdere denaro e pentirci in seguito, anche se potrebbe esserci l’opportunità di un grande guadagno.
#11. Bias di attribuzione
La tendenza a spiegare il comportamento degli altri in base a caratteristiche personali piuttosto che a fattori situazionali.
Ad esempio, se qualcuno ci taglia la strada in auto, potremmo attribuire il suo comportamento a una sua natura cattiva piuttosto che considerare che potrebbe essere stato distratto o di fretta.
#12. Effetto di sopravvalutazione del proprio gruppo
La tendenza a valutare il proprio gruppo come superiore ad altri gruppi.
Ad esempio, i fan di una squadra di calcio possono pensare che la loro squadra sia la migliore, nonostante le evidenze contrarie.
#13. Effetto di rafforzamento delle credenze
La tendenza a cercare e interpretare selettivamente le informazioni in modo da confermare le proprie convinzioni esistenti.
Ad esempio, una persona che crede nelle teorie del complotto potrebbe ignorare le prove contrarie e concentrarsi solo su quelle che supportano le sue idee.
#14. Effetto dotazione
La tendenza a sovrastimare il valore degli oggetti o delle risorse di cui siamo già in possesso.
- Gaito, Raffaele(Autore)
Ad esempio, potremmo rifiutare di vendere un oggetto a un prezzo inferiore rispetto al suo valore di mercato, anche se non lo stiamo utilizzando.
#15. Effetto di annullamento
La tendenza a ignorare o annullare le informazioni che vanno contro le nostre credenze o decisioni prese in precedenza.
Ad esempio, una persona potrebbe ignorare le prove scientifiche sul cambiamento climatico perché ciò metterebbe in discussione il suo stile di vita basato sull’uso di combustibili fossili.
#16. Effetto di disponibilità eccessiva
La tendenza a sovrastimare la probabilità di eventi che siamo in grado di ricordare facilmente o che hanno un impatto emotivo su di noi.
Ad esempio, dopo aver letto notizie su rapine violente, potremmo sovrastimare la frequenza di tali eventi nella nostra zona.
#17. Effetto di framing
La tendenza a essere influenzati dalla presentazione o dalla formulazione di un’informazione.
Ad esempio, una campagna pubblicitaria potrebbe presentare un prodotto come una “necessità” piuttosto che come un “lusso”, influenzando la percezione del suo valore.
#18. Paradosso dell’abbondanza
La tendenza a essere meno soddisfatti o a valutare negativamente le scelte quando se ne ha un’eccessiva quantità.
Ad esempio, potremmo sentirsi sopraffatti e insoddisfatti quando dobbiamo scegliere tra una vasta gamma di opzioni alimentari in un ristorante.
#19. Effetto di influenza sociale
La tendenza a conformarsi alle opinioni o ai comportamenti degli altri per evitare il dissenso o l’isolamento sociale.
Ad esempio, potremmo adottare le opinioni politiche del nostro gruppo di amici per evitare conflitti o essere accettati.
#20. Bias di sopravvivenza
La tendenza a sovrastimare le probabilità di successo o di sopravvivenza delle cose o delle idee che persistono nel tempo.
Ad esempio, potremmo pensare che una particolare strategia di investimento sia efficace solo perché conosciamo persone che hanno avuto successo utilizzandola, ignorando i casi in cui la strategia ha portato a perdite significative.
#21. Effetto di sicurezza dell’effetto
La tendenza a sopravvalutare gli effetti positivi a breve termine di una decisione o di un’azione, ignorando o sottovalutando gli effetti negativi a lungo termine.
- Motterlini, Matteo(Autore)
Ad esempio, potremmo mangiare un dessert ricco di calorie per il piacere immediato, ignorando il potenziale aumento di peso nel lungo periodo.
#22. Effetto di regressione verso la media
La tendenza a credere erroneamente che un evento insolito o estremo sarà seguito da un evento più “normale”.
Ad esempio, se un atleta ha una performance eccezionale in una gara, è probabile che nella gara successiva la sua performance si avvicini alla sua media storica.
#23. Effetto di negazione del rischio
La tendenza a ignorare o minimizzare i rischi associati a un’azione o a una decisione.
Ad esempio, potremmo trascurare gli avvertimenti sul consumo eccessivo di alcol perché ci piace l’esperienza di bere.
#24. Effetto del primo e dell’ultimo
La tendenza a ricordare meglio le prime e le ultime informazioni in una serie, a discapito di quelle intermedie.
Ad esempio, se ci vengono presentati dieci nomi di persone, ricorderemo meglio il primo e l’ultimo nome rispetto a quelli nel mezzo.
#25. Effetto di omogeneità dell’esterno
La tendenza a considerare i membri di un gruppo esterno come omogenei, ignorando le loro differenze individuali.
Ad esempio, potremmo assumere che tutte le persone di una determinata etnia abbiano le stesse caratteristiche o opinioni.
#26. Effetto di negazione dell’effetto
La tendenza a respingere le prove o le testimonianze che contraddicono le nostre convinzioni, anche quando sono solide.
Ad esempio, potremmo rifiutare di accettare la validità delle prove scientifiche sulle vaccinazioni perché non supportano le nostre convinzioni antivacciniste.
#27. Effetto di ancore multiple
La tendenza a essere influenzati da più ancore o punti di riferimento contemporaneamente, piuttosto che da un’unica ancora.
Ad esempio, quando si tratta di valutare il prezzo di un prodotto, potremmo essere influenzati da diversi prezzi di riferimento, come il prezzo di listino, il prezzo di vendita e il prezzo dei concorrenti.
#28. Effetto di base di partenza
La tendenza a giudicare gli eventi futuri in base alla nostra situazione o condizione attuale, piuttosto che considerare i cambiamenti nel contesto.
- Research Group, Behavioral (Autore)
Ad esempio, potremmo ritenere che un aumento salariale del 10% sia insufficiente se abbiamo già un salario elevato, ignorando il fatto che la maggior parte delle persone guadagna meno.
#29. Bias dell’ultima possibilità
La tendenza a dare maggior peso alle informazioni o agli eventi più recenti quando si prendono decisioni o si fanno valutazioni.
Ad esempio, potremmo ricordare di più le ultime prestazioni di un candidato durante un colloquio di lavoro, influenzando la nostra decisione finale.
#30. Effetto di ritorno all’equilibrio
La tendenza a tornare al nostro stato emotivo o di valutazione preesistente dopo un’esperienza positiva o negativa temporanea.
Ad esempio, dopo aver vinto una scommessa, potremmo provare momentaneamente gioia intensa, ma poi torniamo al nostro livello di felicità abituale nel tempo.
#31. Effetto di pianificazione eccessiva
La tendenza a sottostimare il tempo e le risorse necessarie per completare un’attività.
Ad esempio, potremmo pensare di poter completare un progetto in una settimana, quando in realtà richiederà molto più tempo.
#32. Effetto di attribuzione fondamentale
La tendenza a sovrastimare il ruolo delle caratteristiche personali nella spiegazione del comportamento degli altri, ignorando i fattori situazionali.
Ad esempio, se qualcuno commette un errore, potremmo attribuirlo alla sua incompetenza invece di considerare che potrebbe essere stato influenzato da fattori esterni o da circostanze avverse.
#33. Effetto di proiezione
La tendenza a credere che gli altri condividano le nostre stesse convinzioni, valori o atteggiamenti.
Ad esempio, potremmo pensare che tutti condividano la nostra opinione politica perché tendiamo a circondarci di persone simili a noi.
#34. Bias dell’effetto avversione alla perdita
La tendenza a evitare o a prendere decisioni più rischiose per evitare perdite piuttosto che per ottenere guadagni.
Ad esempio, potremmo essere riluttanti a vendere un’azione in perdita nella speranza che il prezzo si riprenda, anche se ciò comporta un rischio maggiore di ulteriori perdite.
#35. Effetto del falso consenso
La tendenza a sovrastimare il grado in cui gli altri condividono le nostre opinioni, atteggiamenti o comportamenti.
Ad esempio, potremmo pensare che la maggior parte delle persone sia d’accordo con noi su un determinato argomento, anche se non è supportato da dati oggettivi.
#36. Effetto di omissione
La tendenza a considerare le azioni passive come meno moralmente rilevanti o accettabili rispetto alle azioni attive.
Ad esempio, potremmo ritenere che non fare nulla di fronte a un’ingiustizia sia meno grave che commettere un’ingiustizia attivamente.
#37. Effetto della prossimità
La tendenza a valutare gli oggetti o le persone vicine a noi in modo più positivo rispetto a quelli lontani.
Ad esempio, potremmo avere una predisposizione positiva nei confronti delle persone che vivono nella nostra stessa città rispetto a quelle che vivono in un’altra parte del mondo.
#38. Effetto della coerenza
La tendenza a cercare, interpretare ed elaborare le informazioni in modo coerente con le nostre convinzioni o il nostro sé attuale.
Ad esempio, potremmo ignorare o respingere le prove che contraddicono le nostre convinzioni religiose o politiche.
#39. Bias dell’autoattribuzione
La tendenza a attribuire i nostri successi a caratteristiche personali interne, come l’abilità o l’intelligenza, mentre si attribuiscono i fallimenti a fattori esterni, come la sfortuna o le circostanze.
Ad esempio, se otteniamo un buon voto a un esame, potremmo credere che sia dovuto alla nostra intelligenza, ma se otteniamo un voto basso, potremmo attribuirlo a domande ingiuste o a un cattivo giorno.
#40. Effetto dello stato d’animo
La tendenza a prendere decisioni influenzate dal nostro stato emotivo attuale.
Ad esempio, se siamo felici, potremmo essere più inclini ad assumere rischi, mentre se siamo tristi, potremmo essere più propensi a evitare situazioni rischiose.
#41. Effetto del primato
La tendenza a dare maggior peso alle prime informazioni o esperienze quando si forma un’opinione o si prende una decisione.
Ad esempio, durante una presentazione, le prime informazioni fornite potrebbero avere un impatto maggiore sulla nostra valutazione complessiva rispetto alle informazioni successive.
#42. Effetto di selezione selettiva
La tendenza a notare e ricordare le informazioni che confermano le nostre convinzioni preesistenti e a ignorare o dimenticare quelle che le contraddicono.
- Faranda, Massimo(Autore)
Ad esempio, se crediamo che gli animali domestici siano pericolosi, potremmo prestare attenzione solo agli incidenti che coinvolgono animali domestici, ignorando le numerose interazioni sicure che avvengono quotidianamente.
#43. Effetto dell’illusione di controllo
La tendenza a sovrastimare il grado di controllo che si ha su eventi o situazioni che sono in realtà determinati da fattori casuali o al di fuori del nostro controllo.
Ad esempio, potremmo pensare di avere il controllo sul risultato di un lancio di moneta, anche se è puramente casuale.
#44. Bias dell’ancoraggio e aggiustamento
La tendenza a fare stime basate su un valore iniziale (ancoraggio) e poi regolarle insufficientemente in base alle informazioni aggiuntive disponibili.
Ad esempio, se ci viene chiesto di stimare il numero di paesi africani membri delle Nazioni Unite e ci viene fornito un numero iniziale (ad esempio 10), potremmo fare la nostra stima partendo da quella cifra anziché partire da zero.
#45. Effetto della perdita avversa al rischio
La tendenza a diventare più propensi a prendere rischi quando siamo in una situazione di perdita rispetto a una situazione di guadagno.
Ad esempio, potremmo essere più inclini a fare scommesse rischiose per cercare di recuperare le perdite in un gioco d’azzardo.
#46. Effetto dello status quo
La tendenza a preferire il mantenimento della situazione corrente rispetto a un cambiamento.
Ad esempio, potremmo resistere a un cambiamento nella nostra routine giornaliera anche se potrebbe portare a benefici a lungo termine.
#47. Bias dell’endownment
La tendenza a valutare più positivamente ciò che già possediamo rispetto a ciò che potremmo ottenere.
Ad esempio, potremmo considerare più preziosa la nostra auto attuale rispetto a un’auto nuova che potremmo acquistare.
#48. Effetto dell’omissione della base
La tendenza a non prendere in considerazione una base di confronto o un punto di riferimento adeguati quando si valutano o si confrontano le informazioni.
Ad esempio, potremmo valutare un’azienda come “grande” solo in base alla sua dimensione rispetto ad altre aziende nel suo settore, senza considerare il contesto più ampio dell’economia globale.
#49. Effetto del raggruppamento
La tendenza a vedere modelli, connessioni o significati anche quando non esistono.
Ad esempio, potremmo vedere un volto umano nella forma di una nuvola o attribuire un significato simbolico a un evento casuale.
#50. Bias del prospetto
La tendenza a valutare le opzioni in base alle potenziali perdite o guadagni piuttosto che al loro valore intrinseco.
Ad esempio, potremmo essere più propensi a evitare una perdita di 100 euro piuttosto che cercare di guadagnare la stessa somma.
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