Last Updated on 10 Maggio 2021 by Samuele Corona
Mihaly Csikszentmihalyi
, considerato uno dei cofondatori della psicologia positiva, è stato il primo a identificare e studiare il flusso (The Flow) un concetto che descrive quei momenti in cui si è completamente coinvolti in un compito impegnativo ma fattibile.
L’esperienza di flusso è universale e può essere sperimentata da chiunque. Se hai mai sentito qualcuno descrivere un momento in cui la sua performance eccelleva e si trovava “nella zona”, probabilmente descriveva un’esperienza di flusso. Il flusso si verifica quando il livello di abilità e la sfida si equivalgono.
Chi è Mihaly Csikszentmihalyi?
Mihály Csíkszentmihályi
è uno psicologo ungherese emigrato negli Stati Uniti all’età di 22 anni. Autore di studi sulla felicità e sulla creatività, ha introdotto il concetto di flusso. Csikszentmihalyi ha dovuto affrontare molte difficoltà.
Fu prigioniero durante la seconda guerra mondiale e in quel periodo fu testimone del dolore e della sofferenza delle persone che stavano intorno a lui.
Egli sviluppò una viva curiosità nello studiare e comprendere i processi psicologici e gli stati d’animo che regolano la felicità e la soddisfazione personale.
Csikszentmihalyi osservò come molte persone non sono state in grado di vivere una vita soddisfacente dopo che il loro lavoro, la casa e la sicurezza economica sono andati perduti durante la guerra.
Partecipò a una conferenza dello psicologo svizzero Carl Jung, che parlò della psiche traumatizzata del popolo europeo dopo la seconda guerra mondiale.
Csikszentmihalyi iniziò a studiare il lavoro di Jung, che a sua volta lo portò negli Stati Uniti per seguire una formazione accademica in psicologia. Csikszentmihalyi voleva studiare le cause della felicità.
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Cos’è realmente la felicità
Gli studi compiuti da Csikszentmihalyi lo hanno portato a concludere che la felicità è uno stato interno dell’essere umano, non uno stato esterno.
Il suo popolare libro del 1990 Flow. Psicologia dell’esperienza ottimale si basa sulla premessa che i livelli di felicità possono essere modificati introducendo il flusso.
La felicità non è uno stato rigido e immutabile, ha sostenuto Csikszentmihalyi. Al contrario, la manifestazione della felicità richiede uno sforzo volontario.
Al di là del punto stabilito di felicità di ogni persona, c’è un livello di felicità su cui ogni individuo ha un certo grado di controllo. Attraverso la ricerca, Csikszentmihalyi ha compreso che le persone sono più creative, produttive e felici quando sono immerse in uno stato di flusso.
Csikszentmihalyi ha intervistato atleti, musicisti e artisti per comprendere quando questi sperimentavano livelli di performance ottimali. Era anche interessato a scoprire come si sentivano durante queste esperienze.
Csikszentmihalyi ha sviluppato il termine “Flow state” perché molte delle persone intervistate hanno descritto i loro stati ottimali di performance come casi in cui il loro lavoro è semplicemente “fluito” senza molto sforzo.
Il suo obiettivo era quello di scoprire quali sono i punti di forza della creatività, soprattutto sul posto di lavoro, e come la creatività può portare alla produttività. Ha determinato che il flusso non solo è essenziale per un dipendente produttivo, ma anche per uno contento.
Nelle parole di Csikszentmihalyi, il flusso è “uno stato in cui le persone sono così coinvolte in un’attività che non ha più importanza; l’esperienza è così piacevole che le persone continueranno a farlo anche a caro prezzo, per il puro gusto di farlo” (1990).
Le 8 caratteristiche del flusso
Csikszentmihalyi descrive otto caratteristiche del flusso:
#1. Obiettivi chiari in ogni fase. Il modo più semplice per trasformare un qualsiasi compito in una potenziale esperienza di flusso, è quello di prefissarsi un obiettivo in relazione a quel compito.
#2. Feedback immediato. Perché funzioni al meglio devi dare alla tua mente continue indicazioni per farle capire si è sulla rotta giusta.
#3. La capacità di concentrarsi sul compito da eseguire. Di solito il flusso si manifesta quando l’individuo è centrato su una sola cosa.
#4. La possibilità di completare il compito con successo. La preparazione, l’impegno quotidiano, invitare gli altri a condividere i tuoi obiettivi e sogni non solo renderà il tuo successo più probabile.
#5. Il coinvolgimento totale. Quando fai qualcosa non per piacere agli altri o per il denaro, bensì per il puro desiderio di farla, aumentano le probabilità di sperimentare il flusso.
#6. Perdere coscienza di sé. L’individuo si fonde con l’attività.
#7. Sentire di avere il controllo. Se assumi il controllo anche sugli aspetti più banali del tuo ambiente, aumenteranno le probabilità di sperimentare un esperienza di flusso.
#8. La distorsione temporale. Ovvero i minuti che diventano ore e ore che sembrano minuti.
Per approfondimenti LEGGI: Le 8 caratteristiche del flusso.
Chi vive l’esperienza di flusso?
È interessante notare che la capacità di sperimentare il flusso può variare da persona a persona. Gli studi suggeriscono che le persone che fanno le cose per se stesse e trovano proprio nello stesso svolgimento dell’attività lo scopo del suo realizzarsi, tendono a sperimentare più flusso.
Queste persone si distinguono per alcune meta-abilità come l’alto interesse per la vita, la persistenza e la bassa centralità di sé.
In un recente studio che indaga le associazioni tra il flusso e i cinque tratti della personalità, i ricercatori hanno trovato una correlazione negativa tra flusso e nevroticismo e una correlazione positiva tra flusso e coscienza.
Si può ipotizzare che gli individui nevrotici siano più inclini all’ansia e all’autocritica, condizioni che possono disturbare uno stato di flusso.
Cosa succede nel cervello durante il flusso?
Lo stato del flusso è stato raramente studiato da un punto di vista neuropsicologico, ma sta diventando un punto di riferimento per alcuni ricercatori.
Secondo Arne Dietrich, lo stato di flusso è associato ad una ridotta attività nella corteccia prefrontale.
La corteccia prefrontale è un’area del cervello responsabile di funzioni cognitive superiori come la coscienza autoriflessiva, la memoria, l’integrazione temporale e la memoria di lavoro. È un’area responsabile del nostro stato d’animo cosciente ed esplicito.
Tuttavia, in uno stato di flusso, si ritiene che quest’area sia temporaneamente inattiva in un processo chiamato ipofrontalità transitoria. Questa temporanea inattivazione dell’area prefrontale può innescare le sensazioni di distorsione del tempo, perdita di coscienza di sé e perdita di critica interiore.
Inoltre, l’inibizione del lobo prefrontale può consentire alla mente implicita di prendere il sopravvento, permettendo a più aree cerebrali di comunicare liberamente e di impegnarsi in un processo creativo.
In altre ricerche, è stato ipotizzato che lo stato di flusso sia correlato al circuito di ricompensazione della dopamina del cervello in quanto la curiosità è altamente amplificata durante il flusso.
Come raggiungere il flusso
È importante notare che non si può sperimentare il flusso se le distrazioni disturbano l’esperienza. Così, per sperimentare questo stato, bisogna stare lontani dai “rapinatori di attenzione” comuni in una vita moderna e frenetica.
Un primo passo sarebbe quello di spegnere lo smartphone quando si cerca uno stato di flusso.
L’ equilibrio tra le sfide e le competenze percepite sono fattori importanti nel flusso. Quando una sfida è più grande del proprio livello di competenze, si diventa ansiosi e stressati.
Quando il livello di abilità supera la dimensione della sfida, si diventa annoiati e distratti. Poiché l’esperienza di questo stato è solo nel mezzo, l’equilibrio è essenziale.
- Csíkszentmihályi, Mihály(Autore)
L’esperienza del flusso nella vita quotidiana è una componente importante della creatività e del benessere. Infatti, può essere descritta come un aspetto chiave di autorealizzazione dell’ individuo.
Poiché è intrinsecamente gratificante, più lo si pratica, più si cerca di replicare l’ esperienza, che aiuta a condurre a una vita pienamente impegnata e felice.
Motivazione intrinseca vs estrinseca
La maggior parte delle azioni volontarie richiede motivazione, e ci sono due tipi di motivazione di base: intrinseca ed estrinseca.
La motivazione intrinseca è quando fai qualcosa perché lo ami. Csikszentmihalyi ha detto che la più alta motivazione intrinseca è uno stato di flusso in cui la coscienza di sé si perde, ci si arrende completamente al momento, e il tempo non significa niente.
Pensa ad un musicista preparato che suona senza pensare, o a un surfista che cavalca una grande onda con gioia.
La motivazione estrinseca è quando la motivazione al successo è regolata da una gratificazione esterna. Questo include fare qualcosa per evitare di finire nei guai o lavorare sodo per guadagnare più soldi.
Questo tipo di motivazione è di breve durata. Un tipo di motivazione estrinseca funzionale è quando ti stai esercitando per migliorare, ma hai ancora bisogno di un tutor o di un insegnante per convalidare i tuoi sforzi.
Diversi studi hanno dimostrato che l’induzione di uno stato di flusso può aumentare significativamente i livelli di performance in un determinato compito.
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Bibliografia:
- “Flow. Psicologia dell’esperienza ottimale” di Mihaly Csikszentmihalvi
- “Running flow. Tecniche mentali per correre più velocemente”di Mihaly Csikszentmihalyi
- “Introduction to Consciousness” di Arne Dietrich
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