Spesso la mente, quando non ha niente da fare, comincia a muoversi a caso, soffermandosi su ricordi spiacevoli del passato oppure ci proietta nel futuro, e questo raramente ci rende felici. Al contrario, ci porta ad aumentare l’irrequietudine e l’insicurezza.
Una caratteristica comune a molti malesseri psicologici può essere individuata nella modalità di porsi rispetto alla dimensione temporale. Le persone che soffrono vivono con il corpo nel presente ma con la mente altrove, s’immaginano nel passato o nel futuro.
Le persone tendenzialmente depresse, ad esempio, vivono mentalmente in un passato che non esiste più, un passato in cui la persona è rimasta intrappolata, un passato che non si può cambiare.
La persone tendenzialmente ansiose invece vivono proiettate in un futuro che percepiscono come minaccioso.
Il nostro cervello emotivo (sistema limbico) è preparato ad affrontare i pericoli e ci offre soluzioni rapide per metterci in salvo, anche se questa abilità non è più funzionale come un tempo perché ne facciamo un uso improprio, dato che consideriamo pericolose situazioni, persone ed emozioni, che oggettivamente non lo sono.
La maggior parte di noi non deve più cacciare per la sopravvivenza, oggi la caccia è praticata più a livello ricreativo che per la ricerca di cibo. Il rischio di essere attaccato da un leone nella quotidianità è praticamente nullo per tanti di noi, poi se decidi di fare un safari a piedi sono affari tuoi.
Consideriamo uno tra i rischi maggiori che dovrà valutare il nostro sistema limbico: la paura di dover parlare in pubblico, ciò non era proprio previsto quando fu progettato all’attacco o alla fuga da predatori. Le persone non sono necessariamente malvagie se sposano canoni estetici e culturali diversi dai nostri, e gli aerei poi non è che cadono così frequentemente.
Ma la nostra mente è costantemente impegnata nel prevedere le disgrazie, a valutare la pericolosità sociale delle persone dall’aspetto esteriore oppure è impegnata a rimuginare continuamente nel passato. In questo modo, dimentichiamo di vivere il presente.
Come riuscire a realizzare il vivere nel presente?
Si può fare ricorso a tecniche centrate sulla “consapevolezza” dell’esistenza del corpo e delle sue funzioni nel momento in cui avvengono, ovvero nel presente.
Tecnica di Presenza mentale
Un’ottima tecnica per la presenza mentale che considero semplice ma allo stesso tempo molto efficace, è la “tecnica della doppia mano” di Eckhart Tolle. Questa tecnica non richiede nessuna particolare abilità, è una semplicissima tecnica meditativa e non occorre essere buddisti e neppure essere spirituali per fare pratica di meditazione.
Lo scopo di questa meditazione è mettere a tacere i pensieri. “Impossibile” diranno molti praticanti di scienze dello spirito “occorrono molti anni di disciplina”. In realtà si possono sperimentare gli effetti benefici in pochissimo tempo.
Brevemente la tecnica funziona così:
- Siediti comodamente su una sedia, con le mani separate. Chiudi gli occhi e diventa consapevole della tua mano destra. Non muoverla, dalle solo la tua attenzione. Diventa consapevole di tutto ciò che senti nella mano destra. Avverti il battito del cuore o qualche tensione muscolare? Qualche fastidio o dolore? Sei consapevole di qualche sensazione generale, come caldo, freddo, rilassamento o formicolio?
- Continua per circa un minuto.
- Ora diventa consapevole della mano sinistra, con le stesse modalità.
- Porta la tua consapevolezza su entrambe le mani. Sii consapevole di entrambe le tue mani, nello stesso momento. Progressivamente sii consapevole di tutto il corpo tenendo, nel contempo, l’attenzione su entrambe le mani.
In questo modo si allontana la consapevolezza dall’attività mentale e si crea un intervallo “senza pensieri” in cui si è altamente vigili e consapevoli ma non si sta pensando.
Con la pratica giornaliera potrai raggiungere questo stato di presenza mentale con maggiore facilità.
Il Flusso per vivere il momento presente
Esiste anche un’altro metodo per staccare sul serio dalle preoccupazioni quotidiane, per smettere di pensare al passato o di preoccuparsi per il futuro?
Si, esiste. Si chiama flusso.
Il flusso è il tempo che dedichiamo a una attività che ci assorbe del tutto. Comporta un’attenzione totale all’esperienza del momento presente.
Ti è mai capitato di cominciare un lavoro o un’attività e di venirne assorbito a tal punto da non accorgerti del tempo che passa? Non pensavi a nient’altro; mentre eri così concentrato, la consapevolezza si è fusa con l’attività stessa, e “vivevi nell’istante”.
Se è successo anche a te, hai sperimentato la condizione mentale che si chiama flusso.
Il professore di psicologia Mihaly Csikszentmihalyi e i suoi colleghi cominciarono a studiare il flusso negli scorsi anni ottanta e novanta, dopo che il docente iniziò ad interessarsi agli artisti che sembravano essere completamente assorbiti quando creavano.
Nelle interviste con Csikszentmihalyi, molti descrissero le esperienze di flusso usando la metafora di una corrente d’acqua che li trascinava via.
Csikszentmihalyi suggerisce che con le attività di flusso il cervello è interamente occupato da un’attività che lo assorbe del tutto. Questo impedisce alla mente di distrarsi e ai pensieri su passato e futuro di insinuarsi nella coscienza.
Lo studioso afferma che la mente, se non ha niente da fare, comincia a muoversi a caso, spesso soffermandosi su elementi dolorosi e sgradevoli. La mente in stato di flusso, invece, è così impegnata che non lascia spazio ai pensieri sgraditi.
- Csíkszentmihályi, Mihály (Autore)
Lo stato di flusso ha 8 caratteristiche:
- Obiettivi chiari in ogni fase. Il modo più semplice per trasformare un qualsiasi compito in una potenziale esperienza di flusso, è quello di prefissarsi un obiettivo in relazione a quel compito.
- Feedback immediato. Perché funzioni al meglio devi dare alla tua mente continue indicazioni per farle capire si è sulla rotta giusta.
- La capacità di concentrarsi sul compito da eseguire. Di solito il flusso si manifesta quando l’individuo è centrato su una sola cosa.
- La possibilità di completare il compito con successo. La preparazione, l’impegno quotidiano, invitare gli altri a condividere i tuoi obiettivi e sogni non solo renderà il tuo successo più probabile.
- Il coinvolgimento totale. Quando fai qualcosa non per piacere agli altri o per il denaro, bensì per il puro desiderio di farla, aumentano le probabilità di sperimentare il flusso.
- Perdere coscienza di sé. L’individuo si fonde con l’attività.
- Sentire di avere il controllo. Se assumi il controllo anche sugli aspetti più banali del tuo ambiente, aumenteranno le probabilità di sperimentare un esperienza di flusso.
- La distorsione temporale. Ovvero i minuti che diventano ore e ore che sembrano minuti.
Leggi anche: Le 8 caratteristiche del flusso.
I traguardi devono essere definiti con chiarezza, in modo da conoscere sempre la fase successiva.
Quindi, per esempio, se stai seguendo una ricetta, devi avere un’idea dell’aspetto e del sapore che dovrà avere il piatto finito.
Se stai studiando per diventare avvocato, dovrai informarti sulle competenze che ti occorrono per esercitare la professione. Se ti stai preparando per gareggiare in una maratona, dovrai calcolare la velocità e il ritmo di marcia per tutto il percorso.
Con il flusso, ricevi un feedback diretto e immediato. Sapendo quello che hai fatto bene e gli errori commessi, correggere il tiro è un gioco da ragazzi.
Assaggia il piatto che stai preparando, così saprai se c’è qualcosa da cambiare o un ingrediente da aggiungere. Usa il cronometro quando corri, così scoprirai se devi migliorare e di quanto.
Deve esserci un equilibrio tra l’obiettivo che ti sei prefissato di portare a termine e le tue capacità; se la sfida è troppo ambiziosa provocherà stress e ansia, se è troppo facile provocherà noia e distrazioni.
Ti senti così padrone della situazione e l’attività è tanto gratificante in sé che, sebbene sia impegnativa, lo sforzo richiesto non pare mai eccessivo.
Siccome il flusso richiede un potenziamento delle capacità, ti apri a nuove sfide e informazioni.
Quando ti concentri su ciò che sta succedendo e sull’attività che stai praticando, dimenticherai ogni senso di identità. L’impressione è che la coscienza si fonda con l’azione che svolgi.
Come si fa a vivere nel momento presente se non sei consapevole?
Il livello di coinvolgimento è tale, l’attenzione è tanto profonda che nulla riesce a distrarti. Ti concentri a tal punto su ciò che fai che non ti accorgi del passare del tempo. Vivi semplicemente, attimo per attimo.
Esistono modi per favorire le opportunità di flusso, di fondere attività e pensieri per mantenerti saldamente ancorato al presente.
Scrivi ciò che ti piace fare: hobby, sport, interessi. Si tratta delle attività nelle quali sperimenterai il flusso; attività che ti assorbono tanto che non riuscirai a spingerti col pensiero al di fuori del presente.
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Bibliografia
- Capire la mindfulness di Gill Hasson
- “Flow. Psicologia dell’esperienza ottimale” di Mihaly Csikszentmihalvi
- “Running flow. Tecniche mentali per correre più velocemente”di Mihaly Csikszentmihalyi
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