Molto prima che venisse coniato il termine narcisismo maligno, i filosofi si sono scontrati in merito al posto che deve avere il sé nelle nostre priorità morali.
Aristotele. Nel 350 a.C., Aristotele si chiedeva: “Chi deve amare di più l’uomo buono? Se stesso o gli altri?”. E si rispondeva: “L’uomo buono è particolarmente egoista”.
Buddha. In India, due secoli prima, il Buddha aveva espresso la concezione opposta: il sé è un’illusione, un trucco che ci giocano le nostre menti per farci credere che abbiamo una qualche importanza. Il buddhismo suggeriva che questo sé illusorio non deve mai essere al centro della nostra attenzione.