Il termine meccanismi di difesa è apparso per la prima volta nel classico della psicoanalisi L’Io e i meccanismi di difesa di Anna Freud (1936), che descrive dieci attività o metodi di funzionamento dell’Io utili alla difesa del proprio Io.
Difesa in psicoanalisi è un termine generico che descrive la lotta attiva dell’Io per proteggere dai pericoli, come la perdita dell’oggetto amato, la perdita dell’amore dell’oggetto, la castrazione e la disapprovazione del Super-Io, e dagli affetti spiacevoli connessi a quei pericoli nell’età evolutiva e per tutta la vita.
Un desiderio, un’idea o un sentimento rimosso, associato con una punizione reale o fantastica, minaccia di erompere nella coscienza. Seguono sentimenti dolorosi di angoscia, depressione, vergogna o colpa, insomma sentimenti d’allarme, che intimano all’Io di aggirare il desiderio o la pulsione.
I meccanismi di difesa operano a livello inconscio; l’individuo non riconosce i meccanismi di difesa impiegati per sviare pulsioni o desideri pericolosi. Il funzionamento dei meccanismi di difesa può cancellare o distorcere aspetti della realtà.
Il termine difesa fu impiegato da Sigmund Freud per la prima volta in Le neuropsicosi da difesa (1894), ma per molti anni egli usò intercambiabilmente i termini rimozione e difesa.
6 Principali meccanismi di difesa
I meccanismi di difesa operano singolarmente oppure simultaneamente in schemi continuamente mutevoli e interconnessi, per mezzo di vari comportamenti, idee, affetti, aspetti del carattere, altre funzioni dell’Io e persino pulsioni.
Per questa ragione è stata messa in dubbio l’utilità del concetto di meccanismi di difesa specifici. Qualsiasi aspetto del funzionamento dell’Io è utilizzabile a scopo difensivo, e ogni difesa è talmente complessa che delineare meccanismi singoli può essere riduzionistico e fuorviante.
Nondimeno molti analisti trovano utile classificare i meccanismi di difesa per descrivere l’effetto che le difese hanno in relazione ai pericoli paventati dall’Io. Ecco una breve descrizione dei principali meccanismi di difesa.
#1. Rimozione
Serve a trattenere, espellere o dimenticare un’idea o un sentimento. A volte esclude dalla coscienza ciò che è stato vissuto consciamente o impedisce a idee e sentimenti di giungere alla coscienza. Per esempio, può succedere che una persona non si renda conto di sentimenti di odio diretti a un genitore o a un fratello.
La rimozione rimane attiva per tutta la vita, dopo essersi verificata per la prima volta regolarmente per far fronte a evPer questa ragione è stata messa in dubbio lenti infantili nel periodo critico prima dei sei anni di età (amnesia infantile).
#2. Spostamento
Sposta il focus o l’enfasi sia nei sogni che nel comportamento, generalmente facendo divergere l’interesse o l’investimento (catessi) legati a un’idea su un’altra idea che ha vincoli associativi e che è più accettabile per l’Io.
I desideri esibizionistici possono perciò essere spostati dai genitali al corpo nell’insieme. In un sogno gli elementi più importanti del contenuto latente possono essere rappresentati da particolari apparentemente insignificanti.
#3. Formazione reattiva
Trasforma in accettabile ciò che non lo è, garantendo anche, in tal modo, un buon mantenimento della rimozione. Un’idea o un sentimento doloroso viene sostituito nella coscienza con il suo opposto.
Ne è esempio un bambino che ha sentimenti rimossi di odio verso la madre e che sviluppa un’estrema sollecitudine e preoccupazione per il suo benessere.
#4. Proiezione
Esteriorizza l’impulso o l’idea obiettabile attribuendola a un’altra persona o a una forza magari mistica del mondo esterno “È stato il diavolo”. L’idea o il desiderio intollerabile, prima di venire proiettati, talora vengono trasformati; Freud ipotizzò per esempio che le idee paranoidi fossero basate su omosessualità inconscia.
Dapprima il sentimento di amore omosessuale viene trasformato in odio, poi l’odio viene proiettato sulla persona che era stata oggetto dell’amore inaccettabile. Quella persona viene allora considerata un persecutore.
#5. Isolamento
Separa un’idea o un evento doloroso dai sentimenti che vi sono associati, alterandone in tal modo l’impatto emozionale. Vi sono vari tipi di isolamento. Possono essere separati due o più pensieri o sentimenti correlati: per esempio l’idea “Sono arrabbiato con lei” e un altro pensiero “Lei mi ha lasciato” sono separati dal tempo, e in tal modo si perde il nesso causale.
Oppure le idee appaiono semplicemente senza la presenza conscia dei sentimenti associati. Pensieri aggressivi momentanei, accoltellare qualcuno, buttare un bambino fuori dalla finestra, gridare oscenità in un luogo pubblico, si verificano spesso senza l’emozione (rabbia) appropriata per questi pensieri.
Questa operazione di isolamento priva il pensiero di forza motivazionale e quindi di intento; il pensiero sembra estraneo, l’azione non viene compiuta e a volte viene evitato il senso di colpa.
#6. Trasformazione nel contrario
“Elimina” ritualisticamente l’atto offensivo, a volte facendone ammenda. In particolare, nelle nevrosi compulsive, un atto in due fasi talora simboleggia l’espressione di un desiderio aggressivo o sessuale e il suo capovolgimento o trasformazione nel contrario.
Alcuni individui abitualmente commettono trasgressioni e cercano di rovesciarle mediante espiazioni religiose o autopunitive.
Sono stati descritti molti altri meccanismi di difesa. Anche se la funzione dei vari meccanismi è la stessa, proteggere da affetti dolorosi, lo scopo viene conseguito in vari modi.
La regressione funziona effettuando un arretramento a una fase di organizzazione psichica precedente; l’introiezione e l’identificazione funzionano assumendo ciò che minaccia all’interno del Sé.
La negazione funziona fingendo che una situazione minacciosa non sia in atto; la sublimazione, modificando la forma della pulsione inaccettabile con una accettabile; e il rivolgimento contro se stessi ridirigendo l’impulso dall’esterno all’interno, da un’altra persona al Sé.
I meccanismi di difesa funzionano anche costruttivamente, rendendo più efficienti l’azione e il pensiero. Questi si potrebbero chiamare meccanismi adattativi o funzioni autonome dell’Io. Per esempio, nell’isolamento la dissociazione dei pensieri dalle emozioni facilita la progressione logica delle idee evitando la distrazione che potrebbe essere causata dalle emozioni associate.
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Ultima revisione
Bibliografia:
- “L’Io e i meccanismi di difesa” di Anna Freud
- “Dizionario di Psicoanalisi. Dell’American Psychoanalytic Association” Sperling & Kupfer
- “Psychoanalytic Terms and Concepts” by The American Psychoanalytic Association
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