Le credenze sono giudizi e valutazioni su noi stessi, sugli altri e sul mondo che ci circonda. Le credenze spesso vengono considerate come delle generalizzazioni riguardo alla casualità, al significato e ai limiti presenti nel mondo esterno, nel nostro comportamento, nelle nostre capacità e nella mostra identità.
Neurologicamente, le credenze sono associate al sistema limbico e all’ipotalamo. Visto che sono prodotte dalle strutture più profonde del cervello, le credenze generano cambiamenti nelle funzioni fisiologiche essenziali dell’organismo che sono responsabili per molte delle risposte inconsce. L’intima relazione tra credenze e funzioni fisiologiche fa sì che le une e le altre influiscano molto nel campo della salute e della cura, come è dimostrato dall’effetto placebo.
Ognuno di noi possiede credenze che agiscono come risorse, insieme ad altre che ci limitano e che risultano incredibilmente difficili da cambiare usando il pensiero logico tradizionale.
Non sono le circostanze della vita che ci guidano, ma le nostre credenze sul significato di tali circostanze.
Il record mondiale del miglio.
Un record storico quello ottenuto da Roger Bannister nel 1954: fu il primo atleta a correre il miglio in meno di 4 minuti. A quell’epoca la credenza diffusa era che fosse fisicamente impossibile per un uomo correre un miglio in meno di 4 minuti. A Roger servirono 9 anni di preparazione e molti tentativi prima abbassare questo tempo. Dopo che la credenza fu sostituita con una nuova, la barriera dei 4 minuti fu superata di nuovo 6 settimane dopo. Nei 9 anni che seguirono più di 200 atleti hanno battuto il record del miglio.
Credenze limitanti.
Le credenze limitanti si concentrano fondamentalmente in 3 aree :
disperazione, impotenza e mancanza di merito. Queste tre grandi aree esercitano un’influenza enorme sulla nostra salute fisica e mentale.
1. Disperazione.
Credenza che l’obiettivo desiderato sia irraggiungibile e che ciò non dipenda dalle nostre capacità. Si basa su quel sentimento che ci fa dire: “Anche se mi impegno al massimo, non cambierà mai nulla. Sono una vittima”.
2. Impotenza.
Credenza che l’obiettivo desiderato sia raggiungibile, ma che noi non siamo in grado di raggiungerlo. Crea la sensazione che l’obiettivo “Non è alla mia portata, è alla portata di altri.Non sono abbastanza bravo o capace per raggiungerlo”.
3. Mancanza di merito.
Credenza che noi non meritiamo l’obiettivo desiderato per come siamo o per qualcosa che abbiamo (o non abbiamo) fatto.
Le credenze limitanti agiscono come “virus mentali”. Un virus mentale è una credenza limitante che riesce a convertirsi in una profezia che si auto avvera e che interferisce con i nostri sforzi. I virus mentali contengono supposizioni e presupposizioni non verbalizzate, ciò li rende più difficili da riconoscere e da combattere.
Spesso le credenze limitanti si sviluppano con lo scopo di soddisfare un proposito positivo, come il proteggersi, stabilire dei limiti, etc. Un modo per indebolire tali credenze è riconoscere le intenzioni positive profonde e attualizzare le nostre mappe mentali per inglobare altre maniere più efficaci per soddisfare tali intenzioni.
Molte delle credenze limitanti nascono come conseguenza delle domande non risposte riguardo al “come”. Quando non sappiamo come svolgere un determinato compito o una funzione, la cosa più probabile è che sviluppiamo la credenza “sono incapace di realizzare questo compito con successo”. Proprio per questo è importante fornire tutta una serie di risposte sul “come”.
Per esempio, per trattare la credenza “è pericoloso mostrare le mie emozioni”, dobbiamo rispondere alla domanda “Come posso mostrare le mie emozioni e, allo stesso tempo, restare in sicurezza?”.
Riassumendo, le credenze limitanti possono essere aggiornate e trasformate:
- Identificando e riconoscendo l’intenzione positiva soggiacente.
- Identificando qualsiasi presupposizione o supposizione non verbalizzata che serva da appoggio alla credenza limitante.
- Fornendo informazioni riguardo al “come” per soddisfare l’intenzione positiva o il proposito della credenza limitante.
Come indebolire le credenze limitanti.
Un modello molto potente per indebolire le credenze limitanti consiste nello scoprire “controesempi”.
Un controesempio è un esempio, un’esperienza o un frammento dell’informazione che non integra una determinata generalizzazione sul mondo. I controesempi rappresentano un modo molto semplice ed efficace per valutare e mettere in dubbio credenze potenzialmente limitanti. Non necessariamente screditano l’affermazione della credenza, ma ne rimettono in questione la sua “universalità” e la collocano in una prospettiva più ampia.
Le credenze acquistano il loro potere limitante quando vengono espresse in termini universali con parole come “tutti”, “mai”, “nessuno”, etc. Una cosa è dire: “Non ce l’ho fatta perché non avevo l’esperienza necessaria” diverso da: “Non ci riuscirò mai perché non ho l’esperienza necessaria”.
Anche se troviamo un controesempio, non vuol dire che la credenza sia erronea, vuole solo dire che il fenomeno della credenza è più complesso di quello che avevamo pensato; il che apre la porta a nuove prospettive e possibilità.
Per esempio, analizziamo la credenza “Quando qualcuno arriccia il naso vuol dire che non è contento”.
Per trovare dei controesempi, per prima cosa, dobbiamo chiedere:
- A è mai successo senza B? (cioè: C’è qualcuno che arriccia il naso quando è contento?)
- È possibile invertire i termini chiedendo: B è mai successo senza A? (cioè: Qualcuno può essere arrabbiato senza arricciare il naso?)
In genere, l’esercizio di trovare controesempi ci permette di avere una comprensione più profonda del fenomeno che stiamo analizzando e ci aiuta ad arricchire la nostra “mappa del mondo”. Ricordati che le credenze sono legate ad un livello neurologico profondo, per cui qualsiasi cambiamento ad esse apportato per mezzo di un controesempio, normalmente produrrà effetti immediati.
Esercizio
Individua alcune delle tue credenze limitanti e cerca controesempi usando il procedimento descritto sopra. Per esempio:
Credenza: “Non merito di ottenere ciò che voglio perché non mi sono sforzato abbastanza.”
Trova casi in cui è vero A ma non B: È già successo che qualcuno che non abbia fatto nessun sforzo meriti di ottenere quello che vuole?
Adesso cerca casi in cui è vero B ma non A: Ti vengono in mente esempi di qualcuno che non meriti di raggiungere quello che desidera anche se ha realizzato molti sforzi per conseguirlo?.
Puoi usare i seguenti modelli di linguaggio per trovare alcune delle tue credenze limitanti:
- Se ottengo quello che voglio, allora…(Cosa potrebbe andare storto? Cosa potrei perdere?)
- Essere diverso è sbagliato perché… (Cosa rende ciò sbagliato?)
- Non posso raggiungere quello che voglio perché… (Cosa ti impedisce di raggiungere quello che desideri?)
- Questa situazione non cambierà mai perché… (Quali sono gli ostacoli che fanno sì che le cose rimangano così come sono?)
- È Impossibile raggiungere quello che voglio perché… (Che cosa fa sì che raggiungere quello che vuoi risulti impossibile?)
Bibliografia:
PNL e libertà di Richard Bandler
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