Golden Brown è una canzone che, sin dalla sua pubblicazione nel 1981, ha catturato l’attenzione per la sua capacità di trascendere i confini di generi musicali, epoche e interpretazioni.
Il fascino senza tempo di questo brano dei The Stranglers deriva dalla sua combinazione unica di sonorità inaspettate, liriche criptiche e una struttura musicale inusuale, che insieme creano un’atmosfera magnetica e quasi ipnotica.
A questo link trovi il mio arrangiamento per chitarra fingerstyle di Golden Brown. Vi è disaccordo tra gli “esperti” su quale indicazione del tempo rappresenti meglio parti della canzone, la mia cover l’ho suonata in 3/4 e 7/4.
Una fusione di stili musicali
Una delle caratteristiche più straordinarie di Golden Brown è la sua fusione eclettica di stili. La canzone mescola il punk, tipico del repertorio degli Stranglers, con elementi di musica barocca e influenze come il jazz e la musica medio-orientale.
Questo mix di stili non solo sorprende, ma crea un suono che non appartiene a una singola epoca o luogo, rendendolo perciò senza tempo.
La linea melodica è dominata dal clavicembalo, uno strumento che richiama immediatamente un’estetica barocca e che si distacca completamente dal rock tradizionale.
Il suono delicato e misterioso del clavicembalo, conferisce alla canzone un’aria d’altri tempi, quasi onirica.
Questo tipo di arrangiamento, rarefatto e raffinato, rende Golden Brown immediatamente riconoscibile e memorabile, separandola dall’omogeneità di molte produzioni degli anni ’80.
Golden Brown: Le liriche enigmatiche
Uno dei motivi principali del fascino senza tempo di Golden Brown è rappresentato dalle sue liriche misteriose e aperte a molteplici interpretazioni. La bellezza del testo sta proprio nella sua ambiguità, che ha alimentato dibattiti tra i fan e i critici per decenni.
Le parole descrivono qualcosa di prezioso e desiderabile, ma con una certa distanza, come se ciò che è “golden” fosse qualcosa di bello ma pericoloso. Il tema dell’ambiguità si riflette nell’interazione tra il piacere e il pericolo, il desiderio e l’ossessione.
Il fatto che gli Stranglers non abbiano mai dato una risposta definitiva sul significato delle liriche per tanti anni ha contribuito al fascino duraturo del brano, lasciando spazio all’immaginazione degli ascoltatori.
- Cornwell, Hugh (Autore)
Il testo si sviluppa con immagini poetiche e suggestive: “Golden brown, texture like sun; Lays me down, with my mind she runs.”
L’associazione tra la “texture” dorata e il sole, o la sensazione di essere trasportati altrove, richiama una sensazione di fuga e di piacere, ma senza mai chiarire l’oggetto preciso di questa fuga.
Questo tipo di narrazione aperta, che non impone una verità unica ma suggerisce diverse possibilità, è uno degli elementi che rende Golden Brown una canzone capace di stimolare nuove riflessioni con ogni ascolto.
Poi un bel giorno Hugh Corwell (il leader della band) ha rovinato tutto. Nel suo libro The Stranglers Song by Song, del 2001, ha dischiarato: “Golden Brown funziona su due livelli. Riguarda l’eroina e anche una ragazza… entrambi mi hanno regalato momenti piacevoli”.
Insomma, Golden Brown è una canzone che rientra a buon titolo nello stereotipo dei rockettari: sesso, droga & rock’n’roll.
Un successo inatteso e il superamento delle etichette
Il successo di Golden Brown fu tanto imprevisto quanto straordinario. La canzone raggiunse la seconda posizione nella classifica britannica e divenne uno dei brani più amati della band, nonostante si distaccasse dal loro tipico stile punk.
La capacità del brano di attrarre un pubblico eterogeneo, che andava dai fan del punk a quelli della musica più sofisticata, è un ulteriore motivo del suo fascino duraturo.
- Record Label: Sony
- Country Of Release: NLD
- Year Of Release: 2009
- Notes: 5 Classic Albums (Walletsleeve) In 1 Cardboard Slipcase
- CD audio — Audiolibro
A differenza di molte canzoni nate in un contesto punk o new wave, Golden Brown non è ancorata a un periodo storico preciso. Pur essendo uscita in pieno periodo di new wave, il suo sound classico e senza tempo ha permesso di superare le barriere generazionali.
Nonostante le differenze stilistiche con il resto della discografia degli Stranglers, la canzone dimostra la loro capacità di innovare e di andare oltre le etichette di genere, un tratto che ha permesso a Golden Brown di rimanere rilevante per decenni.
The Stranglers: Un viaggio tra punk, rock e nuove sonorità
The Stranglers sono una delle band più peculiari e longeve della scena musicale britannica, capaci di attraversare decenni e generi senza mai perdere la loro essenza sperimentale e ribelle.
Il loro percorso musicale, iniziato negli anni ’70, li ha visti evolvere da outsider del punk rock a pionieri di suoni nuovi e più complessi, integrando elementi di musica classica, jazz, new wave e post-punk.
Questa capacità di adattamento e innovazione ha permesso loro di mantenere rilevanza nel corso del tempo e di costruire un catalogo musicale che sfugge a ogni semplice classificazione.
Gli esordi nella scena punk
The Stranglers nascono nel 1974, in un periodo in cui la scena rock britannica era dominata dal glam rock e dal progressive rock.
Tuttavia, con l’esplosione del movimento punk nel 1976, la band trovò rapidamente la sua collocazione all’interno di questo nuovo fenomeno musicale, pur mantenendo una certa distanza dal punk più puro e crudo.
Mentre band come i Sex Pistols e i The Clash incarnavano l’anarchia e il minimalismo del punk, The Stranglers si distinguevano per una maggiore raffinatezza musicale e lirica.
- music
- CD audio — Audiolibro
- 10/06/2024 (Data di Pubblicazione) - Editore: Warner Music
Il loro album di debutto, Rattus Norvegicus (1977), mostrava una chiara impronta punk, ma già con influenze più ampie e complesse.
Brani come “Peaches” e “London Lady” erano caratterizzati da ritmi serrati e un’attitudine ribelle, ma con una strumentazione più elaborata, grazie al ruolo prominente delle tastiere di Dave Greenfield e alla forte presenza del basso di Jean-Jacques Burnel.
Il loro suono era sporco, grezzo, ma allo stesso tempo più ricco rispetto a molti gruppi punk dell’epoca.
Il distacco dai canoni punk
Benché gli Stranglers fossero spesso etichettati come parte della scena punk, si sono sempre differenziati dalle altre band grazie al loro approccio musicale e lirico.
La loro musica era caratterizzata da strutture più articolate e da un uso sapiente di strumenti poco comuni nel punk tradizionale, come le tastiere e i sintetizzatori.
Dave Greenfield, il tastierista, era un musicista di formazione classica, e il suo uso del clavicembalo e degli arrangiamenti sintetici contribuì a rendere unico il suono della band.
La band, inoltre, si distaccava dal punk anche nelle liriche. Mentre i gruppi punk tradizionali si concentravano su temi espliciti di ribellione politica e sociale, i testi dei The Stranglers erano spesso più astratti, sarcastici e pieni di doppi sensi.
Brani come “No More Heroes” (1977) e “Something Better Change” affrontavano tematiche di critica sociale, ma con un tono enigmatico e a tratti nichilista. Questa tendenza a essere intellettualmente e musicalmente più complessi rese la band una sorta di enigma all’interno del movimento punk.
Sperimentazioni e nuove direzioni
La vera forza innovativa degli Stranglers emerse quando iniziarono a esplorare nuovi territori musicali. Già con l’album The Raven (1979), la band dimostrò una volontà di allontanarsi dagli schemi rigidi del punk per abbracciare un suono più sperimentale e atmosferico.
Questo disco contiene brani che spaziano dal rock psichedelico al post-punk, con una forte influenza delle sonorità dark e gotiche che si stavano sviluppando in quegli anni.
Nel 1981, con la pubblicazione di Golden Brown, contenuta nell’album La Folie la band realizzò forse il suo esperimento più audace. Questo brano rappresentava un completo distacco dal punk rock iniziale, abbracciando una fusione di generi che andava dal barocco al jazz, con una melodia ipnotica e uno stile musicale decisamente più sofisticato.
La canzone, pur mantenendo l’inconfondibile firma stilistica degli Stranglers, dimostrò la loro capacità di rinnovarsi continuamente, esplorando territori sonori inaspettati. Golden Brown divenne un enorme successo, confermando la loro abilità di sfidare le aspettative del pubblico e della critica.
L’influenza del post-punk e della new wave
Negli anni ’80, The Stranglers furono tra i primi a incorporare le nuove sonorità del post-punk e della new wave, senza però mai perdere la loro identità originaria.
Album come La Folie (1981) e Feline (1983) dimostrano la loro capacità di reinventarsi, adattandosi ai cambiamenti musicali del periodo senza cadere in cliché commerciali.
In particolare, Feline segna un netto passaggio verso sonorità più elettroniche e minimali, influenzate dalla musica synth-pop emergente, pur mantenendo una profondità lirica e strumentale rara.
La capacità di integrarsi nel contesto new wave e post-punk dimostra come gli Stranglers non siano mai stati una band “staticamente punk”, ma abbiano abbracciato un’ampia gamma di influenze, rimanendo rilevanti anche con l’evolversi della scena musicale.
Questo approccio flessibile permise loro di rimanere attuali, mentre molte band punk contemporanee si dissolsero o persero di rilevanza negli anni successivi.
- Grecco, Michael (Autore)
A differenza di molte altre band nate negli anni ‘70 e ‘80, The Stranglers sono riusciti a mantenere una carriera lunga e prolifica, continuando a pubblicare musica e a esibirsi dal vivo per oltre quattro decenni.
Ogni decennio ha visto The Stranglers esplorare nuove influenze e tendenze musicali, pur rimanendo fedeli alla loro essenza di outsider innovativi.
Anche dopo l’abbandono di Hugh Cornwell nel 1990, la band ha continuato a produrre album e a esplorare nuove strade musicali, dimostrando una capacità di rinnovamento costante.
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