Last Updated on 1 Dicembre 2019 by Samuele Corona
Hans J. Eysenck
nacque a Berlino il 4 marzo 1916. Studiò psicologia a Londra, dove si laureò nel 1938 e ottenne il dottorato nel 1940. Fin dalla sua fondazione alla fine degli anni ’40, ha lavorato all’Istituto di psichiatria di Londra.
Nel 1947 uscì il suo primo libro importante sulla personalità (Dimensions of personality), seguito da numerose ricerche sulla struttura fattoriale della personalità (spesso fondate sul suo noto questionario “Eysenck Personality Inventory“).
Il suo contributo più importante alla terapia del comportamento è la monografia scritta in collaborazione con Stanley Rachman, The causes and cures of neurosis (1965).
La sua teoria biologica della personalità fu esposta in The biological basis of personality (1967).
Scrittore molto fecondo (tra i libri più recenti, oltre a numerose opere divulgative, A model for personality del 1981 e A model for intelligence del 1982).
Eysenck è divenuto noto anche in ambiente non specialistico per aver sostenuto una concezione fortemente biologica sia della personalità che dell’intelligenza.
In Uses and abuses of psychology (1953), Eysenck difese una psicologia di tipo scientifico e sperimentale, criticando soprattutto la psicoanalisi come esempio, a suo parere, di psicologia ascientifica.
Eysenck è ritornato più volte sulla psicoanalisi (in particolare nel libro scritto con Glenn D. Wilson, The experimental study of Freudian theories, 1974). In un’intervista del 1976, Eysenck disse di Freud:
“Freud è stato un grande narratore di storie, un romanziere o un costruttore di miti, come Marx e altre figure simili: un’enorme influenza sulla gente, sulla società, la letteratura, e così via. Ma non credo che alcuna delle teorie da lui proposte sia difendibile o scientifica, nel senso che possa essere classificata: sono sempre troppo vaghe, generiche. Secondo me, Freud ha rappresentato un’autentica sciagura per lo sviluppo della psicologia e della psichiatria in quanto scienze. Ci ha riportato indietro di cinquantanni”.
È evidente che Eysenck, per queste sue nette posizioni, sia considerato il principale esponente di una psicologia “dura”, e per questo sia venerato da molti colleghi e aspramente criticato da molti altri (negli anni della contestazione studentesca fu persino aggredito in aula), soprattutto per le sue posizioni sull’ereditarietà del quoziente d’intelligenza.
La rivista Personality and Individual Differences (fondata nel 1980) è il periodico principale dove sono pubblicati i nuovi contributi alla teoria di Eysenck della personalità, e in genere le ricerche psicologiche con un approccio strettamente sperimentale.
Eysenck morì il 4 settembre 1997. Il figlio Michael W. Eysenck, professore all’Università di Londra, è noto per i sui studi sui processi cognitivi, come l’attenzione e la memoria, e sul loro ruolo nella dinamica affettiva, in particolare l’attenzione.
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RIF. Tratto da: “Storia della psicologia. Dal novecento a oggi” di Luciano Mecacci