Last Updated on 13 Giugno 2020 by Samuele Corona
John Bowlby
è stato uno psicologo e psicoanalista britannico che ha elaborato la teoria dell’attaccamento, interessandosi particolarmente agli aspetti che caratterizzano il legame madre-bambino e quelli legati alla realizzazione dei legami affettivi all’interno della famiglia.
Bowlby configura la relazione terapeutica basata sull’applicazione della teoria dell’attaccamento focalizzando almeno cinque obiettivi che il terapeuta dovrebbe raggiungere.
Per Bowlby, un terapeuta che applica la teoria dell’attaccamento considera il suo ruolo come quello di chi fornisce le condizioni in cui il paziente può esplorare i propri modelli rappresentazionali di se stesso e delle proprie figure d’attaccamento con l’ottica di dar loro una nuova valutazione e di ristrutturarli alla luce delle nuove conoscenze che ha acquisito e delle nuove esperienze che ha avuto nella relazione terapeutica.
I 5 obiettivi terapeutici di John Bowlby
Tratto dal libro Compendio di psicoterapia
#1. Fornire al paziente una base sicura dalla quale partire
Per Bowlby è fondamentale offrire al paziente una base sicura dalla quale partire per esplorare i diversi aspetti infelici e dolorosi della sua vita, molti dei quali il paziente trova difficile o forse impossibile riconsiderare senza un compagno di cui abbia fiducia che gli fornisca sostegno, incoraggiamento, comprensione e che, al caso, faccia da guida.
#2. Assistere il paziente nelle sue esplorazioni
Assistere il paziente nelle sue esplorazioni incoraggiandolo a prendere in esame il modo con cui intreccia relazioni con persone significative della sua vita attuale, quali aspettative abbia nei confronti dei propri sentimenti e dei propri comportamenti e nei confronti di quelli di altre persone, di quali tendenze inconsce possa essere portatore quando sceglie una persona con cui spera di creare una relazione intima e quando crea delle situazioni che finiscono male per lui.
#3. Esaminare la relazione paziente-terapeuta
Per Bowlby è importante esaminare la relazione paziente-terapeuta perché il paziente porterà tutte quelle percezioni, costruzioni e aspettative sui comportamenti che una figura d’attaccamento mostrerà nei suoi confronti che si originano da ciò che gli dettano i suoi modelli operativi di Sé e dei genitori.
#4. Incoraggiare il paziente a confrontare percezioni e aspettative del presente con i modelli operativi del passato.
Secondo Bowlby spesso è doloroso e difficile per il paziente prendere atto di idee e sentimenti “inconcepibili e impensabili” verso i genitori. Così facendo è possibile che il paziente si trovi scosso da forti emozioni e impulsi ad agire, alcuni diretti verso i genitori, altri verso il terapeuta, e che molti di tali impulsi ed emozioni siano per lui spaventosi e/o estranei e inaccettabili.
#5. Rendere il paziente capace di riconoscere l’appropriatezza delle sue immagini di Sé e degli altri.
Bowlby equipara il concetto di immagine (ovvero rappresentazione mentale) a quello di modello operativo, venutosi a formare nelle relazioni con i caregiver. Inoltre, sottolinea la confusione creata dal concetto di fantasia, mediato dalla teoria di Melanie Klein, e ne prende le distanze.
Per Bowlby quando il paziente avrà afferrato la natura delle proprie immagini dominanti (modelli) e avrà rintracciato le loro origini, egli potrà iniziare a capire che cosa l’ha condotto a vedere il mondo e se stesso così come fa e pure a sentire, pensare e agire come fa. Egli si trova quindi nella posizione di poter riflettere sull’accuratezza e l’adeguatezza di quelle immagini (modelli), e sulle idee e le azioni cui esse conducono, alla luce della sua attuale esperienza di persone significative sul piano emotivo, compresi il terapeuta e i propri genitori, e di se stesso in relazione a ciascuno di loro.
Quando il processo è iniziato il paziente comincia a vedere le vecchie immagini (modelli) per ciò che sono, i prodotti non razionali delle sue passate esperienze o di ciò che gli è stato detto ripetutamente, e quindi inizia a sentirsi libero di immaginare alternative che meglio si adattino alla sua vita attuale. Grazie a questi mezzi il terapeuta spera che il paziente diventi in grado di sentire, di pensare e di agire in modo nuovo.
Bibliografia:
- “Compendio di psicoterapia” di Giuseppe Lago
- “Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento” di John Bowlby
- “La teoria dell’attaccamento. John Bowlby e la sua scuola” di Jeremy Holmes
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