La filosofia Slow Life è stata stimolata dal movimento Slow Food, creato negli anni Ottanta in Italia da Carlo Petrini, sociologo, critico gastronomico e scrittore, per riscoprire i piaceri del palato di fronte al boom dei fast-food.
Da allora lo “slow” si è esteso all’arte (slow art), al management (slow management), al denaro (slow money), alle città (slow city), al turismo (slow tourism) e anche all’educazione dei figli (slow parenting).
Rallentare il ritmo e ricollegarsi ai valori fondamentali, concedersi più libertà, ascoltarsi, aprirsi agli altri, dare più tempo ai propri cari, ritrovare le energie immersi nella natura, reinquadrare il proprio lavoro, mangiare sano…
La slow life è un’arte di vivere che punta ad alleggerire le giornate, a frenare l’“iperattività” per concentrarsi sull’essenziale, vivere il momento presente e realizzare il proprio potenziale.
Perché rallentare?
Cindy Chapelle, nota sofrologa francese e autrice del libro Slow Life. L’arte di rallentare per vivere meglio, da cui ho estratto “Le 14 chiavi dell’atteggiamento Slow Life” descrive i benefici di questa filosofia: Essere più attenti, più ricettivi, più “svegli”.
Slow life significa anche prendere coscienza di una globalità, di un tutto. Quando scegli di acquistare il pane dal panettiere, anziché al supermercato per guadagnare tempo, permetti a un artigiano locale di lavorare, partecipi alla vita della tua comunità, crei un legame sociale e ti concedi qualcosa di buono.
Le 14 chiavi dell’atteggiamento Slow Life
#1. Prendere in mano le redini del proprio tempo
Si tratta di una sfida quotidiana per diventare protagonisti delle proprie giornate e non seguire più sistematicamente una routine. È necessario smettere di stracaricarsi le giornate o inanellare impegni e appuntamenti a ripetizione senza riuscire, una volta giunta la sera, a ricordarsi di tutto ciò che abbiamo fatto.
Per esempio in ufficio possiamo migliorare la gestione del tempo, smettendo così di lavorare in urgenza e avere più margine di manovra. In un certo qual modo, ci assumiamo le nostre responsabilità senza essere succubi del nostro programma di lavoro, bensì riordinandolo. Ciò nella fattispecie implica fare un passo indietro per definire le proprie priorità.
L’obiettivo qui non consiste nel padroneggiare tutto, bensì nell’organizzarsi meglio, nell’adattarsi per trovare un miglior equilibrio, nel trarre piacere da ciò che si fa e nel disporre di più libertà. È questa una ricetta per una giornata armoniosa.
#2. Rallentare il ritmo
Agiamo su due dimensioni: il tempo e lo spazio. Diminuiamo l’intensità delle giornate evitando di sovraccaricarle e pertanto di arrivare in ritardo al corso di Pilates o di dimenticare una cena tra amici. In altre parole, impariamo a gestire meglio il nostro tempo.
Inoltre, cerchiamo di occupare in maniera diversa lo spazio: rallentiamo il ritmo a livello fisico concentrandoci su gesti e movimenti. Ci costringiamo a camminare più lentamente, tagliamo con pazienza le verdure e assaporiamo il caffè, anziché trangugiarlo in una sorsata.
#3. Vivere il presente
Pensiamo alla massima latina carpe diem, comunemente tradotta in “cogli l’attimo”, che usiamo in continuazione ma che come sappiamo merita ben più che essere letta o pronunciata. Va vissuta, avvertita, applicata, sperimentata, insomma, concretizzata nella nostra vita.
È uno dei principi fondamentali della slow life: godersi il momento presente prendendosi semplicemente il tempo di vivere. Vivere il presente vuol anche dire imparare ad assaporare i momenti semplici della quotidianità, come sentire il vento sul viso o guardare i propri figli dormire.
#4. Tendere alla semplicità
Perché farla facile quando possiamo complicarci la vita? E un’espressione che ci compiaciamo di utilizzare con ironia rendendoci all’improvviso conto della nostra straordinaria capacità di complicarci l’esistenza.
La semplicità però la possiamo far nostra e deve nascere da dentro di noi. Un vero e proprio stato d’animo che diventa un tutt’uno con la slow life. La semplicità la possiamo vedere come l’arte dell’essenziale.
#5. Ricentrarsi senza essere egocentrici
Ci prendiamo del tempo per noi, per ascoltare il nostro corpo, per conoscerci bene, per riflettere su ciò che è importante per noi, vedendoci comunque sempre parte di un tutto.
Si tratta di trovare il giusto equilibrio tra l’attenzione data al proprio mondo interiore e quella data al mondo esterno.
#6. Ricollegarsi alla natura
Vivendo e/o lavorando in città, il cemento ci è più familiare dell’erba fresca, i semafori più presenti degli alberi centenari. Eppure, dormiamo così bene dopo un pomeriggio passato a passeggiare sulla spiaggia battuta dagli spruzzi del mare e torniamo così ricaricati da un’escursione. La natura ci fa bene e chiaramente merita tutta la nostra considerazione.
Come in qualsiasi relazione, occorre prendersi il tempo di fare conoscenza, dopodiché alimentare i legami che ci uniscono per rendere duratura questa condivisione. Più tempo ci prendiamo in natura, passeggiando, osservando gli uccelli o sdraiandoci sull’erba, più affiniamo i nostri sensi in questo ambiente.
Percepiamo allora il canto del fringuello a qualche metro, abbracciamo gli alberi, riconosciamo le bacche commestibili, diventiamo attenti al tempo atmosferico; tutto ciò arricchisce e rigenera, facendoci nello stesso tempo prendere coscienza di un tutto.
#7. Ancorarsi alla realtà
Essere proprio qui, ben presenti, con i piedi ancorati al suolo. I nostri vari schermi hanno spesso la tendenza a trascinarci nel mondo virtuale. Gli amici però sono decisamente reali, esistono, non sono dei semplici profili in Rete.
Dobbiamo alzare gli occhi al cielo, guardarci attorno, sentire il nostro cuore battere, concentrarci sul nostro respiro per ben integrare nel mondo la nostra presenza, la nostra esistenza fisica.
#8. Nutrirsi di relazioni umane
Ci arricchiamo gli uni con gli altri. E allora, condividiamo più che dei semplici SMS.
Prendiamoci il tempo di discutere, di essere davvero presenti in questi momenti lasciando da parte il nostro smartphone, di vivere istanti di condivisione in famiglia, di aprirci a nuovi incontri, di ridere assieme. Dirigiamoci anche verso lo slow love, concedendoci dei momenti di coppia.
#9. Concedersi delle pause per pensare
Momenti d’intimità con se stessi. L’occasione di fare il punto sulla propria vita, di dar vita a delle idee, di rendere positivo il proprio dialogo interiore, di fare ordine tra i propri pensieri. Agendo senza posa, dimentichiamo perché agiamo. Con la calma, facciamo ordine dentro di noi.
#10. Consumare meno e meglio
Pensiamo alla durata delle risorse. Dal punto di vista alimentare, preferiamo le reti locali e le coltivazioni naturali.
Prestiamo attenzione in materia di consumo riducendo i bisogni (non ne ho a sufficienza, di scarpe?), evitando gli acquisti impulsivi (quest’oggetto mi interesserà ancora tra qualche giorno?), regalando o vendendo di seconda mano, anziché buttar via, e privilegiando la qualità alla quantità.
Si rivela pertanto necessario un vero e proprio lavoro su di sé, per decondizionarsi, prendere le distanze dall’atto di consumare e avviare così una nuova dinamica.
#11. Sperimentare altre strade
Mangiare, consumare, divertirsi, lavorare, arricchirsi… in modo diverso. Preferiamo i pomodori del produttore locale a quelli della Spagna, ideiamo delle serate fantasiose (degustazione di vini alla cieca, giochi ecc.), scegliamo di andare a correre all’aria aperta anziché su un tapis roulant, dimostriamo in maniera diversa il nostro amore attraverso una vera condivisione con i nostri cari (prolungare la colazione, ascoltare musica assieme ecc.).
Per alcuni si tratterà di una vera e propria inversione di rotta, per passare per esempio al neoruralismo, di un cambiamento del territorio (dalla città alla campagna) e di una profonda evoluzione, per dare inizio a un’autonomia e a un’apertura a valori che abbiano significato per noi. La sfida consiste nel prendere più iniziative, essere creativi, informarsi, ispirarsi a “modelli”. Ci reinventiamo!
#12. Offrirsi più libertà
Concedersi del tempo per sé, per fare quello di cui si ha davvero voglia. Basta con gli appuntamenti a raffica, s-e-l-e-z-i-o-n-i-a-m-o. Ci lasciamo più margine di manovra per scegliere quello che vogliamo fare del nostro tempo. In altre parole, ci prendiamo cura del nostro tempo libero.
#13. Guadagnarci in benessere
Come abbiamo ben capito, lo scopo non è quello di diventare delle amebe, bensì di vivere più serenamente per essere più efficienti, più presenti in ciò che facciamo e in ciò che viviamo, nel rispetto di sé e degli altri.
Fare ogni cosa alla giusta velocità. Non ci lasciamo assorbire dalla frenesia circostante, bensì ci ricentriamo. Ci prendiamo cura di noi stessi e degli altri. Ci meravigliamo e prendiamo coscienza di quanto la quotidianità sia straordinaria.
#14. Vivere consapevolmente
Pensiamo in termini di “armonia” e “unità del sé”. Ci ricolleghiamo alle nostre sensazioni e ai nostri pensieri liberandoli dai freni interiori e con uno sguardo nuovo. Viviamo il presente, dopodiché lasciamo che le cose riposino.
Aggiornamento
RIF. Tratto dal libro “Slow Life. L’arte di rallentare per vivere meglio” di Cindy Chapelle
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