Milton H. Erickson
era noto per le storie singolari che amava raccontare, storie a volte bizzarre o apparentemente senza senso, che lasciavano spesso interdetto l’ascoltatore.
Ma ogni storia aveva un suo senso e un suo scopo preciso: aprire la mente dell’interlocutore a intuizioni nuove e insospettate. Una delle storie più famose di Milton H. Erickson è la storia del cavallo:
“Un giorno stavo tornando a casa da scuola, quando un cavallo, che era scappato con le redini sulla groppa, superò un gruppo di noi ed entrò nel campo di un contadino alla ricerca di un po’ di acqua da bere. Sudava abbondantemente, e il contadino non l’aveva visto, cosicché lo catturammo noi.
Io saltai in groppa al cavallo e, visto che aveva le briglie, presi in mano le redini e dissi:”Hop! Hop!”, indirizzandolo verso la strada. Sapevo che il cavallo avrebbe girato nella direzione giusta. E il cavallo si mise a trottare e a galoppare lungo la strada.
Ogni tanto si scordava di essere sulla strada e si buttava in qualche campo, allora io gli davo una scrollatina e richiamavo la sua attenzione sul fatto che era sulla strada che doveva stare.
E alla fine, a circa 4 miglia da dove gli ero salito in groppa, si infilò nel recinto di una fattoria e il contadino disse: ”Dunque è così che è tornato quello scemo. Ma dove l’hai trovato?”, e io dissi:” A circa 4 miglia da qui”. “E come hai fatto a sapere che dovevi venire QUI?”. ”Io non lo sapevo”, risposi “Lo sapeva il cavallo. Io non ho fatto altro che mantenere la sua attenzione sulla strada”.
Questa storia illustra il metodo terapeutico di Milton H. Erickson centrato sulla persona. La persona in genere conosce la direzione in cui vuole dirigersi, tutto quello che deve fare il terapeuta è guidarla in modo intelligente!
La storia dimostra anche che le persone hanno le competenze e le risorse necessarie per il loro scopo, potrebbero semplicemente non sapere come utilizzarle o come apportare delle modifiche.
Le storie aiutano a mettere le persone in uno stato di trance
Milton H. Erickson
utilizzava spesso le storie per creare una trance conversazionale a scopo terapeutico. Erickson era famoso per la sua capacità straordinaria di “vestire” in maniera immediata lo stato d’animo e la situazione vissuta da un’altra persona in modo da unirsi ad essa nel suo “mondo unico”.
#Come bollire una rana
La storia classica su come bollire una rana, attribuita a Noam Chomsky, è molto efficace quando si vuole aiutare qualcuno che cerca di superare un problema.
“Immagina una pentola piena d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana.
Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda.
La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce morta bollita”.
Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 60°C sarebbe balzata subito fuori dalla pentola.
Questa esperienza mostra che quando un cambiamento si effettua in modo sufficientemente lento, in modo graduale, sfugge alla coscienza e non suscita (per la maggior parte del tempo) nessuna opposizione.
Il cambiamento è difficile da accettare, invece, in modo improvviso soprattutto per coloro che cercano di superare un problema di lunga durata.
#La nave a vapore
Una analogia da utilizzare con le persone che vogliono apportare un cambiamento significativo nella propria vita è quella della nave a vapore. Alcune persone possono sentirsi frustrate se non percepiscono progressi nell’immediato, così l’analogia con la nave a vapore può facilitare la comprensione dell’intero processo.
Una volta che il capitano della nave a vapore decide di cambiare rotta, mette in moto una manovra che coinvolge tantissime persone: il timoniere, i sottufficiali, i marinai addetti al carbone e quelli addetti alle valvole.
Tuttavia, la nave non apporta cambiamenti notevoli nell’immediato. I cambiamenti di rotta avvengono in modo graduale. Lo stesso si può dire per il progresso di un soggetto verso un cambiamento significativo.
Metodo Milton Erickson per costruire una storia terapeutica
Milton Erickson istruiva i terapeuti sul modo di costruire un racconto:
“Prendete un libro appena uscito di un autore che sapete che è bravo. Leggete per primo l’ultimo capitolo. Fate congetture sul contenuto del capitolo precedente. Fate congetture in tutte le direzioni possibili. Vi sbaglierete in molte delle vostre congetture.
Poi leggete quel capitolo, e fate congetture su quello ancora precedente. Si può leggere un buon libro dall’ultimo al primo capitolo, facendo congetture per tutto il percorso”.
Erickson affermava che questo è non solo un metodo per imparare a costruire una storia, ma anche un modo efficace di infrangere le rigidità del pensiero e imparare a congetturare liberamente.
Attraverso questi racconti Erickson suggerisce che noi, i lettori, siamo in grado di fissare le nostre mete e poi escogitare strategie, per raggiungere queste mete.
Ricerca Transderivazionale
Uno dei concetti più importanti da capire quando si usano metafore e storie è il concetto della ricerca transderivazionale.
La ricerca transderivazionale è quel processo per il quale l’ascoltatore deve passare nella sua ricerca del significato.
Udendo una struttura superficiale e recuperando la struttura profonda che vi è associata, la quale ha uno scarso rapporto palese di significato con l’esperienza in atto dell’ascoltatore, questi attiva altre strutture profonde ottenute dal recupero della struttura profonda originaria mediante qualche caratteristica formale specificabile.
L’ascoltatore, quindi effettua una ricerca attraverso più strutture profonde e le derivazioni che vi sono associate a livello di elaborazione linguistica inconscia per ricavarne un significato attinente alla propria esperienza in atto: dunque, una ricerca transderivazionale.” ( RIF. Bandler e Grinder ).
Ciò significa che ognuno di noi è unico e ha la propria visione del mondo. Creiamo un modello di mondo che è costruito sulla base delle nostre esperienze memorizzate. Con queste esperienze spesso facciamo generalizzazioni.
È all’interno di questo modello che tutte le informazioni sensoriali in ingresso sono correlate e confrontate. Quindi, determinare quali parti di informazioni si adattano a questo modello e hanno senso o che si contraddicono.
Per cogliere il senso di una metafora o di una storia la persona deve compiere una ricerca mentale sino trovare, nella propria banca di esperienze registrate in memoria, quelle esperienze che lo aiutano a correlare le informazioni che ha recentemente ricevuto con il proprio modello di mondo.
Questo processo di correlazione dell’ input sensoriale con il proprio modello di mondo, la mappa della realtà, rende l’uso di storie e metafore molto potenti.
Articoli consigliati:
Bibliografia:
- “I modelli della tecnica ipnotica di Milton H. Erickson” di R.Bandler e J.Grinder
- “La mia voce ti accompagnerà. I racconti didattici” di Milton Erickson
- “101 Storie che guariscono. L’uso di narrazioni in psicoterapia” di George W.Burns
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