William Stern nacque a Berlino il 29 aprile 1871. Studiò a Berlino con Stumpf e a Breslavia con Ebbinghaus. Fu professore a Breslavia e poi, dal 1916, ad Amburgo dove fondò e diresse il laboratorio di psicologia.
Nel 1903 fondò con Otto Lipmann (1880-1933) la “Zeitschrift für angewandte Psychologie” (Rivista di psicologia applicata). Oltre agli studi sulle differenze individuali e sui test mentali, Stern, coadiuvato dalla moglie Clara, fu autore di numerosi studi sulla psicologia della prima infanzia.
Mmolto diffusi furono i libri II linguaggio infantile del 1907 e Psicologia della prima infanzia del 1914, la cui VI edizione fu tradotta in inglese nel 1930.
- Mecacci, Luciano (Autore)
La sua teoria della personalità fu esposta in Persona e cosa, 3 voll. tra il 1923 e il 1924, e in Psicologia generale su basi personalistiche (1935), tradotto in inglese nel 1938. Stern fu anche uno dei primi studiosi di psicologia della testimonianza, fra l’altro anche in relazione al valore della testimonianza dei bambini.
Presidente della Società tedesca di psicologia, nel 1933 Stern fu costretto a dimettersi per motivi razziali. Dovette anche lasciare la direzione della “Zeitschrift”, il cui ultimo fascicolo del 1933 riportava la notizia dei suicidi, causati dall’avvento del nazismo, del condirettore Lipmann e della brillante assistente di Stern, Marta Muchow (1892-1933).
La Muchow aveva contribuito al progetto di indagine sistematica di Stern sulla psicologia infantile con le ricerche contenute in Problemi psicologici della prima educazione del 1929 e Lo spazio di vita del bambino di città, comparso postumo nel 1935. Stern si trasferì quindi negli Stati Uniti, prima a Harvard e poi alla Duke University. Morì il 27 marzo 1938.
Stern, ormai solo ricordato per la formula del QI (quoziente d’intelligenza) da lui proposta nel 1912, fu una delle più importanti figure della psicologia tedesca del primo Novecento. La sua teoria del linguaggio infantile fu per lungo tempo un riferimento fondamentale delle ricerche europee e statunitensi (Vygotskij la discusse in un intero capitolo del suo libro Pensiero e linguaggio del 1934).
Nell’autobiografia Fritz Heider (1989) ha scritto:
“Come conobbi Stern, mi resi conto che era un uomo complesso dietro una fronte semplice. Era un sottile osservatore degli stati e dei processi psicologici, che in alcuni suoi scritti lo hanno fatto apparire simile ai più recenti esistenzialisti e fenomenologi.
Confrontando Stern con Meinong, dovrei ammettere che il pensiero di Stern non mostrava la precisione logica di Meinong; e confrontandolo con gli psicologi berlinesi della Gestalt, si sente che le sue teorie non sono ancorate così fermamente a risultati sperimentali o a dimostrazioni serrate.
D’altra parte, penso che sia del tutto possibile che fra cinquanta o cento anni la psicologia mostrerà in generale maggiori somiglianze con le idee principali di Stern che con quelle di Meinong o degli psicologi della Gestalt” (p. 136).
Il figlio Günther (1902-92), il cui sviluppo verbale fu studiato dal padre nelle sue opere di psicologia del linguaggio, si laureò a Friburgo con Husserl, emigrò con la famiglia negli Stati Uniti e ritornò in Europa, a Vienna, dopo la guerra. Con lo pseudonimo Günther Anders è divenuto famoso come scrittore, critico della società tecnologica e fautore del movimento antinucleare.
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Ultima revisione
RIF. Tratto da: Storia della psicologia. Dal novecento a oggi” di Luciano Mecacci
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