Albert Fish (1870-1936) è stato definito il serial killer più perverso del mondo.
Sicuramente è molto difficile che un serial killer abbia una sola perversione nella sua personalità, ma è altrettanto difficile che un unico assassino le manifesti praticamente tutte.
Albert Fish, il cui vero nome era Hamilton Fish nasce nel 1870 a Washington e proviene da una famiglia molto povera con una storia di gravi disturbi psicotici in alcuni dei suoi componenti, che erano morti in manicomio.
*Ho incluso Albert Fish nella lista: I 15 serial killer più famosi della storia
Segni di un comportamento disturbato
All’età di 5 anni, il padre muore e la madre lo porta in un orfanotrofio perché non riesce a crescerlo da sola.
Nell’istituto, il piccolo Albert viene segnalato fin da subito come un bambino estremamente problematico e finisce tra le grinfie di un insegnante piuttosto sadico che, quando deve punire un ragazzo, lo fa spogliare completamente e lo percuote sui glutei, lasciando che gli altri ragazzi fungano da pubblico.
- Mastronardi, Vincenzo Maria (Autore)
A 15 anni, ottiene il diploma e decide di farsi chiamare “Albert” perché gli altri ragazzi lo prendevano continuamente in giro per il nome “Hamilton”.
Da adulto, uscito dall’orfanotrofio, Albert Fish si sente completamente inadeguato rispetto al resto della società, trascorre una vita solitaria e si impiega in lavori di breve durata. Fa il pittore edile e il decoratore di interni itinerante, viaggiando da uno stato all’altro per tutti gli Stati Uniti.
Nel 1898, sposa una ragazza più giovane di lui di nove anni e le fa partorire sei figli prima che lei decida di scappare con un altro uomo nel gennaio 1917.
Pur non avendo mai divorziato dalla prima moglie, Fish si sposa altre tre volte sottoponendo tutte le mogli a numerosi comportamenti perversi.
Gli omicidi compiuti da Albert Fish
Il primo omicidio è stato compiuto nel 1910, quando ha ucciso un uomo a Wilmington, nel Delaware, poi, ha concentrato la sua attenzione sui bambini, continuando a uccidere fino al 1934, l’anno del suo arresto definitivo.
In questo periodo, Fish era stato arrestato diverse volte, ma veniva sempre liberato, così poteva tornare ad uccidere. Spesso, perdeva il posto di lavoro proprio perché qualcuno scopriva che lui molestava i bambini della zona in cui lavorava.
La polizia ha calcolato che abbia aggredito sessualmente almeno 100 bambini in 23 stati americani, anche se le vittime dei suoi attacchi potrebbero essere state circa 400.
Durante gli anni, Albert Fish viene arrestato 8 volte, scontando periodi di pena variabili per reati come furto aggravato, emissione di assegni falsi e violazione della libertà sulla parola.
Un’altra delle sue attività preferite era quella di inviare lettere oscene a centinaia di sconosciuti, procurandosi gli indirizzi attraverso le agenzie matrimoniali e gli annunci per “cuori solitari” sulle rubriche dei giornali.
L’omicidio di Grace Budd
Nel 1928, presentandosi come “Mr. Howard”, Fish fa amicizia con la famiglia Budd a White Plains (New York) e rapisce la dodicenne Grace Budd, la porta in un luogo isolato, la strangola e fa a pezzi il corpo, conservando alcune parti per mangiarle in seguito.
Nel 1930, Fish viene rinchiuso per la prima volta in un manicomio e, dopo due mesi di osservazione, viene rilasciato con una diagnosi che recita: “Non è un malato psichiatrico; personalità psicopatica; tipo sessuale”.
Nel 1931, Fish viene arrestato per aver inviato delle lettere oscene. Nel 1934, invia una lettera alla famiglia Budd nella quale dice di non aver fatto soffrire la piccola Grace, di averla fatta morire “vergine” e che “il suo corpicino era molto tenero e saporito da mangiare”.
La polizia riesce a rintracciarlo attraverso l’ufficio postale dal quale ha spedito la lettera e lo arresta. Albert Fish confessa spontaneamente l’omicidio di Grace Budd e quello di altri bambini uccisi nel 1919, 1927 e 1934.
Già in precedenza, era stato arrestato perché sospettato di omicidio, ma era stato rilasciato quasi subito perché “aveva un aspetto innocente”.
La polizia è convinta che abbia ucciso di sicuro 15 volte, ma, probabilmente, sono molte di più. Processato solo per l’omicidio di Grace Budd, Albert Fish viene ritenuto capace d’intendere e di volere e condannato alla sedia elettrica, sentenza eseguita il 16 gennaio 1936.
Le perversioni sessuali di Albert Fish
Gli psichiatri che hanno esaminato il suo caso lo hanno descritto come “un uomo caratterizzato da una serie di perversioni senza precedenti”.
In prigione, è stata compilata una lista di 18 parafilie praticate da Fish, tra le quali:
- coprofagia (l’ingestione di escrementi umani),
- sadismo,
- masochismo,
- flagellazione attiva e passiva (in casa sua, la polizia trovò una frusta con la quale Fish si autoflagellava a sangue la schiena),
- castrazione delle vittime e autocastrazione,
- esibizionismo,
- inserzione di oggetti appuntiti dentro il proprio ano e in quello delle vittime per ricavare piacere sessuale,
- pedofilia,
- omosessualità,
[L’American Psychiatric Association (APA) elimina dal Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) la diagnosi di omosessualità (APA, 1973). Fino a quel momento, l’omosessualità era classificata, alla stregua della pedofilia, come una devianza sessuale. Nel Manuale, tuttavia, rimane la variante ‘egodistonica’ (cioè quando l’individuo non accetta la propria omosessualità), eliminata nell’edizione del 1987 (DSM-III-R)] - fellatio,
- cunnilingus,
- anilingus (stimolazione orale dell’ano),
- urofagia (assunzione orale di urina),
- feticismo,
- cannibalismo,
- ipererotismo (intensificazione anormale degli istinti sessuali).
Le ossessioni di Fish
Il sadomasochismo di Fish inizia a fare la sua comparsa già a 5 o 6 anni, quando viene picchiato sui glutei nell’orfanotrofio e scopre che il dolore gli piace e lo fa eccitare.
La sua ossessione per il dolore era indirizzata sui bambini ai quali mutilava i genitali “per obbedire a un ordine di Dio”. Soffriva di allucinazioni e all’improvviso alzava i pugni al cielo e urlava ripetutamente: “Io sono Cristo!”.
Ossessionato dai concetti di peccato, sacrificio e di espiazione attraverso il dolore, Fish incoraggiava i suoi figli e i loro amichetti a picchiarlo con violenza sui glutei fino a farli sanguinare.
Da solo, aveva l’abitudine di infilarsi dentro lo scroto degli aghi, dimenticandosi di averli una volta che sparivano dalla sua vista: una radiografia della regione pelvica, eseguita in carcere, rivelò la presenza di almeno 29 aghi infilati nell’inguine e nei testicoli (inseriva gli aghi anche sotto le unghie delle mani).
Un altro dei “passatempi” preferiti di Fish era quello di immergere nell’alcol dei bastoncini di cotone, infilarseli nell’ano e dare fuoco.
Dopo aver ucciso i bambini, Albert Fish li smembrava e conservava le parti più tenere per cucinare quelli che lui chiamava “i suoi gustosi manicaretti” e il contorno preferito erano patate e carote, per “insaporire la carne”.
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