Vuoi diventare lo psicologo di te stesso? Prova con un esercizio di Autoterapia del dott. Richard-Lorenzo Robert specializzato in psicoterapia applicata.
Nel suo libro La cassetta degli attrezzi della psicoterapia, Robert offre una serie di strumenti per affrontare “i momenti difficili” con l’autoterapia, cioè senza l’aiuto di uno specialista.
Robert parte dal presupposto che qualunque percorso psicoterapeutico individuale poggia fondamentalmente sulla qualità della relazione che si stabilisce tra la persona e il proprio terapeuta.
A seconda delle “affinità elettive” presenti, il processo interattivo potrà dare risultati più o meno buoni, ma, poiché tutto ciò è basato su fattori piuttosto aleatori (secondo Robert) molte persone consumano tantissime energie nella semplice scelta di un professionista con cui sentirsi a loro agio, finendo per essere spossate a causa della loro stessa volontà di trovare una soluzione.
A meno che non ci si possa avvalere di solide referenze fornite da qualcuno che si sia già rivolto con successo ad uno specialista, questo primo passo, prima del cammino vero e proprio, può perpetuarsi nel tempo e diventare più frustrante della stessa psicoterapia.
In un contesto del genere, Robert suggerisce di provare a diventare gli psicologi di se stessi.
Esercizio: diventa lo psicologo di te stesso
Questo esercizio “diventa lo psicologo di te stesso” è tratto dal libro La cassetta degli attrezzi della psicoterapia di Richard-Lorenzo Robert.
Ti occorre un registratore vocale. Va bene, per questo scopo, un registratore analogico che registra su cassetta oppure uno digitale che registra su scheda SD. In alternativa puoi utilizzare anche lo smartphone o il PC con un software tipo Audacity.
Prima fase
#1. Scegli il momento della giornata da dedicare a questa autoterapia
, preferibilmente un’ora al giorno, sempre la stessa e, se possibile, sempre nello stesso luogo. Assicurati che per te sia un momento di assoluta tranquillità, in cui potrai rimanere solo con te stesso.
#2. Mettiti comodo, prenditi un momento per rilassarti, quindi premi il tasto REC del registratore. Dopodiché, per i successivi 60 minuti, lasciati andare a parlare delle tue inquietudini, di tutto ciò che ti opprime, di ciò che identifichi come causa del tuo malessere; se ti è utile, parla come se ti rivolgessi davvero a qualcun altro, magari a uno psicologo invisibile, se questo ti può aiutare.
È importante non trattenere le emozioni che potrebbero sopraggiungere, ma anzi, consentir loro di esprimersi pienamente: dopotutto, non è presente nessuno che possa giudicarti. Se non ti viene in mente niente di preciso, se non succede nulla di particolare, accontentati di vivere tuo malgrado quel vuoto, anche se ciò dovesse comportare momenti di silenzio nella registrazione.
- Robert, Richard-Lorenzo (Autore)
#3. Trascorsa un’ora, togli la cassetta dall’apparecchio, scrivici sopra la data e poi riponilo con cura in un luogo in cui nessuno lo cercherà. Se hai utilizzato lo smartphone salva il file audio in una cartella del PC. Subito dopo concediti qualche minuto per analizzare questa esperienza, possibilmente uscendo a prendere una boccata d’aria.
Respira un po’ di ossigeno, sentendo come esso ti ridia la carica e attenui l’inquietudine; trattenendolo nei polmoni ti renderai conto del suo effetto calmante. In seguito espelli fuori tutto il dolore e la sofferenza che eventualmente avrai provato, se necessario ripetendo tutto una seconda volta; la tua prima seduta si concluderà qui.
#4. Ripeti scrupolosamente le procedure sopraelencate per i successivi dieci giorni, facendo attenzione ad usare ogni volta una cassetta diversa che dovrai sempre datare e riporre con cura. Queste dieci ore di registrazione ti consentiranno così di tirar fuori dal profondo un buon numero di emozioni negative e ricordi difficili.
Seconda fase
#1.
Cerca di riprendere le stesse abitudini assunte nella prima tappa, dedicando cioè a te stesso un’ora al giorno, sempre la stessa, con l’unica differenza che stavolta ascolterai per intero la registrazione effettuata il primissimo giorno, avendo cura di lasciare che le emozioni che ne potranno scaturire crescano e si esprimano pienamente: non trattenerti mai in tal senso.
Alla fine, riponi come sempre la registrazione ed esci a prendere una boccata d’aria. Il giorno dopo, ascolta la cassetta seguente e così via, fino a che non avrai riascoltato tutte le registrazioni, sempre nella misura di una al giorno. In questa fase, resisti alla tentazione di prendere nota, o di voler aggiungere qualunque cosa: accontentati semplicemente di lasciarti pervadere dal tuo vissuto, così come rievocato nella cassetta o nel file audio.
#2. Trascorsi i dieci giorni di ascolto, prenditi il tempo necessario per capire come ti senti in seguito a tutto questo. Il dolore interiore, il dispiacere e la sofferenza sono sempre così vivi?
#3. Se la risposta è “sì”, e oltretutto il resto è per te ancora troppo difficile da sopportare, riprendi pure da capo l’esercizio, questa volta però per un periodo extra di sette giorni (sette giorni consecutivi di registrazione, seguiti da sette giorni di ascolto), oppure riponi accuratamente tutto il materiale in un luogo sicuro, anche solo per poterci tornare sopra un giorno e apprezzare il cammino svolto.
Avrai capito che l’idea di base di questa pratica è quella di portarti ad attenuare progressivamente la carica emotiva connessa ai ricordi dolorosi legati ad alcuni episodi della tua esistenza esprimendoli verbalmente, riacquistando familiarità con essi tramite un ascolto attivo e ripetitivo che ne facilita l’accettazione.
Poiché un ricordo è un ricordo, è impossibile estirparlo definitivamente dalla memoria; in compenso spetta a te estrarne la carica emotiva di cui è ancora impregnato dandogli ripetutamente spazio in modo costruttivo fino a farlo tuo, e integrandolo nella tua storia in qualità di evento non solo vissuto, ma anche e soprattutto accettato in maniera sana come parte della tua esistenza.
Così ti sarà possibile meditare sulla circostanza legata a tale ricordo, senza però esserne ancora una volta sconvolto visceralmente: in quel momento avrai la prova inconfutabile dell’avvenuta riconciliazione con l’avvenimento connesso.
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Ultima revisione
RIF. Tratto dal libro: La cassetta degli attrezzi della psicoterapia di Richard-Lorenzo Robert
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