I neuroni specchio sono una delle scoperte più affascinanti delle neuroscienze, dovuta a Giacomo Rizzolati dell’Università di Parma.
Rizzolati e il suo team stavano conducendo esperimenti sui neuroni motori (che trasportano segnali dal midollo spinale ai muscoli per produrre il movimento) monitorando l’attività cerebrale di alcune scimmie. Un giorno, un assistente di laboratorio rientrò da una pausa mangiando un gelato.
Anche una scimmia aveva preso una pausa dall’esperimento e stava semplicemente seduta in modo rilassato; mentre osservava l’assistente consumare il gelato, nel suo cervello si innescò un’attività elettrica, come se lo stesse consumando veramente anche lei, facendo i movimenti fisici necessari, come sollevare il braccio per portarlo alla bocca, nonostante non stesse mangiando realmente ma si limitasse a guardare.
La cosa suscitò l’interesse di Rizzolati e il team allestì una serie di studi. In un esperimento, quando una scimmia vedeva un suo consimile o un umano mangiare una nocciolina, i neuroni del suo cervello si attivavano come se anche lei ne stesse consumando una. Una volta dopo l’altra, i neuroni della sua corteccia prefrontale reagivano alla percezione delle azioni osservate.
La teoria dei Neuroni specchio
Secondo la teoria dei neuroni specchio, quando si guarda qualcuno eseguire un’azione, per esempio partecipare a uno sport specifico, quella stessa azione è stimolata automaticamente nel nostro cervello.
Ma a essere stimolate non sono solo azioni fisiche, perché i neuroni specchio appaiono capaci di riprodurre o imitare quasi tutto ciò di cui si fa esperienza, comprese le emozioni provate da un’altra persona.
Osservando un gruppo di tifosi che guardano la squadra preferita, si può vedere come essi si tendano fisicamente, si muovano, trasaliscano, esultino e sorridano quando i loro neuroni rispondono all’azione che ha luogo in campo. Reagiscono quasi come se stessero praticando anche loro quello sport.
Per continuare con il tema sportivo, è interessante che i neuroni specchio reagiscano quando vediamo calciare un pallone, quando semplicemente sentiamo il rumore della palla colpita o persino se pronunciamo o sentiamo dire la parola “tiro”.
Guardando un film al cinema o uno spettacolo a teatro, vediamo gli attori usare le emozioni per esprimere come si sentono i personaggi, e i neuroni specchio ispirano in noi gli stessi sentimenti, spingendoci a essere emotivamente eccitati, emozionati, tristi o allegri.
Nel corso del programma NOVAscienceNOW del network radiotelevisivo PBS , il presentatore Robert Krulwich ha partecipato a un esperimento con il professor Marco Iacoboni della UCLA osservando una serie di fotografie di diverse espressioni del volto mentre il suo cervello era sottoposto a scansione con un macchinario fMRI.
Nella prima parte dello studio, a Krulwich è stato chiesto di imitare fisicamente le espressioni che vedeva. Nella seconda parte gli è stato chiesto di limitarsi a guardare le fotografie e rimanere immobile.I risultati hanno mostrato che la parte del cervello di Krulwich che si attivava quando imitava un’espressione, lo faceva anche quando egli semplicemente guardava l’espressione senza riprodurla.
Inoltre, quando vedeva una faccia allegra, la “parte emotiva allegra” del suo cervello si attivava, anche se lui non riproduceva alcuna espressione. Quando imitava un’espressione, la zona cerebrale coinvolta diveniva ancora più attiva.
Il professor Marco Iacoboni ritiene che i neuroni specchio possano inviare messaggi al sistema limbico, permettendoci di sintonizzarci, empatizzare ed entrare in contatto con le sensazioni altrui.
Si ritiene anche che i neuroni specchio siano un sistema di apprendimento molto potente con cui si può imparare rapidamente dagli altri, poiché essi reagiscono quando vediamo altre persone mettere in atto determinati comportamenti.
In inglese a volte i neuroni specchio sono chiamati neuroni monkey see monkey do (letteralmente, neuroni “scimmia vede, scimmia fa”).
Neuroni specchio per la sopravvivenza
Secondo un’altra teoria, i neuroni specchio sono un potente sistema predittivo di sopravvivenza, come esplicita Giacomo Rizzolati:
“La nostra sopravvivenza dipende dalla comprensione delle azioni, delle intenzioni e delle emozioni degli altri… I neuroni specchio ci permettono di cogliere lo stato mentale altrui non attraverso una comprensione concettuale, ma per stimolazione diretta. Per mezzo di sensazioni, non di pensieri” .
Il cervello umano è dotato di sistemi multipli di neuroni a specchio specializzati nella comprensione delle azioni, del significato sociale del comportamento, delle emozioni e delle intenzioni delle altre persone.
Il professore Marco Iacoboni è fermamente convinto che essi forniscano un meccanismo unificatore che permette alle persone di entrare in contatto con una modalità semplice.
Marco Iacoboni afferma:
“I neuroni specchio indicano che facciamo finta di essere nei panni mentali di un’altra persona. Di fatto, con i neuroni specchio non dobbiamo fare finta, in pratica siamo nella mente di un altro”.
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Bibliografia:
- “So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio” di Giacomo Rizzolati
- “I neuroni specchio. Come capiamo ciò che fanno gli altri” di Marco Iacoboni
- “Neuro-Selling” di Simon Hazeldine
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