Last Updated on 30 Settembre 2021 by Samuele Corona
La pedagogia dello sviluppo spontaneo inizia a fare la sua comparsa nel primo Novecento e si propone di favorire uno sviluppo libero del bambino che gli permetta di mantenere integre la sua spontaneità e la sua creatività.
Tra i maggiori esponenti di questa corrente pedagogica troviamo Alexander Sutherland Neill (1883-1973).
La bontà naturale dell’uomo
Il pedagogista scozzese Alexander Sutherland Neill con la sua proposta educativa trae ispirazione da Rousseau, ma soprattutto dalla psicoanalisi di Freud e di Adler.
Neill, come Rousseau, parte dalla concezione che la natura umana in sé è essenzialmente buona e tenda al bene e all’equilibrio. Ogni tentativo di alterare questo equilibrio naturale con precetti, imposizioni, trasmissioni di conoscenze che vanno contro le tendenze spontanee del bambino, può provocare conflitti e una situazione di profonda infelicità che possono portare perfino alla nevrosi infantile.
Il pedagogista scozzese Neill vede dunque i bambini come originariamente buoni, ma messi a confronto con genitori o adulti “cattivi” i quali lo sommergono con consigli, comandi, divieti, punizioni, che fanno nascere in lui un forte senso di insicurezza:
- di dipendenza (in quanto i consigli dell’adulto appaiono sempre migliori rispetto alle opzioni originarie del bambino che si sente quindi necessariamente inferiore),
- causano reazioni aggressive (in quanto spesso gli ordini dei genitori lo portano a far cose contrarie alle sue tendenze naturali, e generano quindi sentimenti di odio),
- e forti vissuti di angoscia (causati da continui divieti non giustificati che ne inibiscono le pulsioni naturali).
Questi sentimenti di inferiorità, paura e odio, spesso, secondo Neill, portano il bambino a provare intensi sensi di colpa (qui forte è l’influenza di Freud) che lo spingono a mascherare la sua vera personalità dietro una che sia più “socialmente” accettabile priva di quegli imbarazzanti sensi di colpa nei confronti dei genitori.
- Editore: De Agostini
- Autore: Barbara Colombo
- Collana: Tutto
- Formato: Libro in brossura
- Anno: 2014
La strada da seguire, secondo Neill, per evitare queste situazioni negative è opposta a quella educativa tradizionale, ed è la via della libertà e dell’autoregolazione, così nasce la scuola di Summerhill.
La scuola di Summerhill
Neill non si limitò a teorizzare un approccio didattico, ma lo mise anche in pratica a partire dal 1921 con la fondazione della scuola di Summerhill. Scopo di questa scuola non è quello di istruire i bambini che la frequentano, ma di garantirne uno sviluppo sereno ed equilibrato.
La Summerhill School può essere considerato come uno dei più significativi esperimenti di pedagogia libertaria. È un collegio indipendente britannico organizzato come una comunità democratica; è frequentato da ragazzi dai cinque ai sedici anni che generalmente provengono da Paesi stranieri.
È una scuola non repressiva priva di qualunque tipo di autorità o di gerarchia; le abitazioni degli allievi sono suddivise in base all’età e per ogni gruppo è previsto un assistente.
Qualsiasi forma educativa deve dunque proporsi come primo scopo il rispetto degli interessi degli alunni.
Questa posizione nella scuola di Summerhill è portata alle sue estreme conseguenze, in quanto è sì previsto un orario delle lezioni, me esso ha un qualche valore indicativo solamente per gli insegnanti. I bambini possono assistere alle lezioni che preferiscono, come e quando vogliono.
Libertà per Neill significa “fare ciò che si vuole”, ma solo fintanto che questo non va a interferire con la libertà di chi mi sta vicino. Contemporaneamente il tutto deve essere guidato da una grossa dose di buon senso (e questo è alla base delle misure precauzionali prese per la sicurezza dei bambini nella scuola di Summerhill).
Alla libertà e al rispetto va poi sempre associato l’amore e l’accettazione del bambino così com’è: Neill postula, infatti, che l’amore e la libertà siano le vere e le sole terapie per il recupero dei bambini.
Questa rivoluzionaria esperienza educativa è descritta nel libro “I ragazzi felici di Summerhill” .
Dal 1927 la scuola si trova nella città di Leiston, Suffolk, in Inghilterra. Alexander S. Neill muore nel 1973 e da allora la scuola viene gestita dalla moglie fino al 1985. Oggi è un collegio e una scuola diurna gestita dalla figlia di Neill.
Didattica della libertà e del gioco
Il punto di vista di Neill sulla didattica della libertà e del gioco tratto da Summerhill
Ritengo che lo scopo della vita sia la felicità, ed essere felici significa provare interesse per qualcosa. I genitori si rendono conto con molta lentezza della poca importanza di ciò che si impara a scuola. I bambini, come gli adulti, imparano quello che vogliono imparare.
Tutti i riconoscimenti, i bei voti, gli esami, soffocano il libero manifestarsi della personalità. Solo i pedanti sostengono che l’educazione si fa sui libri. I libri, a scuola, sono la cosa meno importante. Un bambino deve solo saper leggere, scrivere e far di conto; il resto deve essere tutto teatro, giocattoli, creta, pittura, sport, libertà.
La maggior parte del lavoro che gli adolescenti fanno a scuola è puro spreco di tempo, di energie, di pazienza. Toglie al giovane il diritto di giocare, giocare, giocare, giocare, ancora giocare; mette teste vecchie su spalle giovani.
A.S. Neill, Summerhill
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Bibliografia:
- “I ragazzi felici di Summerhill” di Alexander S. Neill
- “Tutto psicologia e pedagogia” di Barbara Colombo
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